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Le ragioni dell’unità

Ulivo e contenuti della politica, all'indomani del risultato elettorale.

E’ come la quadratura del cerchio. Cioè un’impresa, a quanto pare, impossibile. Fare della sinistra, del centro-sinistra, dell’Ulivo, un soggetto politico plurale ma unico, cioè capace di mediare in sé tutte le sue diverse anime, ma al tempo stesso di proporre un messaggio politico-culturale organicamente omogeneo, da contrapporre a quello della destra: questo sembra essere il progetto da tutti auspicato, ma purtroppo fino ad oggi ancora velleitario.

Eppure bisogna applicarsi ad esso con grande impegno. Forse un periodo di opposizione può aiutare a scremare le scorie che i vari gruppi si portano appresso da remote o recenti stagioni. La destra al potere, che le opposizioni dovranno controllare e contenere, è tale da imporre a tutte un terreno unico di elaborazione e risposta. Io non credo che siano alle viste pericoli per la democrazia. C’è l’Europa, e la sua cornice economico-istituzionale è sufficiente a rendere impossibile il fascismo in un paese solo. Tuttavia l’estrema concentrazione di potere economico, mediatico e politico nel suo capo, e l’acceso spirito di rivincita che anima questa destra verso l’ordine giudiziario, l’organizzazione sindacale e lo stato sociale, fa prevedere momenti di tensione assai acuti. Da qui la necessità e la possibilità di sviluppare una resistenza compatta ed efficace che appaghi chi ha votato l’Ulivo e convinca chi non lo ha fatto.

La necessità di trovare una maggior compattezza deriva anzitutto da una esigenza tecnica: con questa legge elettorale, ma anche con qualsiasi altra di tipo maggioritario a turno unico, divisi si prendono più voti ma meno seggi, ed uniti probabilmente meno voti ma più seggi.

Ma quali sono i motivi che si adducono per giustificare la divisione a sinistra? Forse che i DS al governo non hanno detto nulla o hanno fatto poco di sinistra,tanto da aver perso voti dal 96 al 2001? Ma li ha forse guadagnati Rifondazione Comunista che stava più a sinistra? Pare proprio di no, visto che anche Bertinotti ha subìto un calo. Se li ha raccolti Di Pietro rendiamo omaggio al suo gesto ideale, che però resta un esempio classico di come la solitaria intransigenza nelle democrazie moderne sia sinonimo di sterilità.

E quali sono i motivi che impediscono l’unità organica dell’Ulivo, o di quelle parti di esso che sono fra di loro più affini? In campo nazionale, dove i DS hanno perso, ha frenato la confluenza il timore di una loro "egemonia". Nel Trentino, dove i DS sono avanzati, li si rimprovera al contrario di essere subalterni all’egemonia di Dellai.

E’ evidente l’inconsistenza e il carattere pretestuoso di entrambi gli argomenti.

La questione è aggrovigliata ed insolubile per ché è posta male. Come in una dissolvenza si sovrappongono immagini del passato ad altre del futuro. La linea di ricomposizione dei frammenti della vecchia sinistra secondo un modello di tradizione socialdemocratica si interseca con la prospettiva di costituire un più vasto partito con i tratti del partito democratico degli Stati Uniti. Questo confuso confronto fra schemi astratti che o non sono più del nostro tempo o sono fuori dal nostro spazio ci porta in un vicolo cieco. Appunto, la quadratura del cerchio.

Eppure la Chiodi e Bondi, Passerini e Pinter non vi pare che potrebbero stare benissimo nello stesso partito con Micheli e Leveghi, con la Berasi e Benedetti, con Dorigatti e Valduga e Catalano? Sui problemi reali del nostro tempo, della nostra provincia, dell’intero Paese, probabilmente si troverebbero talvolta in disaccordo.

Ma il democratico confronto interno sortirebbe un orientamento comune. Ed avere costruito una gamba dell’Ulivo, la gamba di sinistra, sarebbe già un formidabile passo in avanti.

La via d’uscita è rappresentata dai contenuti. Non tanto, badate, la Val Jumela o il ponte sullo stretto di Messina. Sono cose importanti, ma corollari. I contenuti sono la concezione della politica.

Quando la destra dice meno Stato e più mercato, intende libertà senza limiti ai poteri forti dell’economia per sfruttare lavoro e devastare l’ambiente. La politica è l’unico mezzo di cui dispone la cittadinanza per diffondere la cultura, per curare la salute di tutti, per garantire la dignità dei lavoratori, per distribuire equamente il reddito. I contenuti sono la divisione dei poteri e l’autonomia della magistratura.

I contenuti sono un popolo di liberi ed eguali, che non ha bisogno di eroi e tanto meno di un uomo della provvidenza.

Non vi pare che siano contenuti di urgente attualità e che per essi convenga sacrificare le nostre micro -identità e liquidare le molte parrocchiette?