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Il demagogo ha vinto

Luigi Serravalli

Berlusconi, come aveva promesso, ha vinto, a mani basse, le elezioni del 13 maggio. Bossi, suo vecchio alleato, in compenso, ha fatto un memorabile tonfo e Fini, in alcune esternazioni, ha lasciato trapelare il suo nervosismo. La vittoria nel Sud, infatti, vuol dire il consenso della Camorra e della Mafia che non tarderanno a reclamare il pizzo.

Fini non ha dimenticato che Mussolini, al tempo del prefetto Mori, fece perfino una piccola guerra alla Mafia. Inoltre il concetto dello Stato fascista è quello di una sovranità senza sudditanze. Il popolo, come è stato studiato da coloro che si occupano di psicologia collettiva, dimostra una certa propensione a venire sodomizzato e queste elezioni ne sono solo la prova più recente.

Nei suoi comizi Berlusconi si è impegnato a fare una nuova Italia: più strade, ferrovie, sanità, stretto di Messina, lavori pubblici, scuola e chi più ne ha più ne metta. Ha trascurato di parlare dll’enorme debito che ci sovrasta fin dal tempo di Bettino Craxi. Non ha tenuto conto del fatto che ci sono appena i soldi per tener dietro alla spesa corrente, al bilancio dello Stato, e non c’è una lira per avventure economiche ottimistiche o avveniristiche. Se il suo governo avrà la fortuna di durare per tutto il quinquennio, alle elezioni del 2006 i suoi avversari lo accuseranno di non aver fatto niente, proprio come lui ha accusato di neghittosità Prodi, D’Alema e Amato.

La prima uscita di Berlusconi come presidente è stato un invito a Montezemolo della Ferrari di passare dall’automobilismo alla politica. Si vede che non ha letto un bellissimo libro di Paolo Monelli sugli ultimi anni della seconda guerra mondiale, quando un altro Montezemolo, vicino a Roma, a Porta San Paolo, alla testa del suo reggimento, ebbe il coraggio di resistere alle truppe tedesche. Una pagina di gloria militare in un periodo disastroso. Così il Montezemolo di oggi, erede di quello di allora, pare che abbia risposto picche e sia rimasto a curare i destini delle rosse, le macchine da corsa più prestigiose del momento.

Casini e Fini, invece, mostrano atteggiamenti diversi.

Casini è felice di tutto quello che gli capiterà, mentre Fini prende certe distanze e, dopo tanti anni di resistenza, pare non abbia nessuna voglia di fare semplicemente da spalla al villan rifatto di Arcore.

Berlusconi ha chiamato "spazzatura" la stampa europoea che ha criticato ruvidamente la sua scalata al potere, dimenticando che quella stampa europea, nel tempo, ha avuto ragione di diversi suoi colleghi, da Mussolini a Hitler, a Stalin, ecc.

Ripetiamolo ancora: Berlusconi, eredita da Craxi, suo vecchio amico e complice, un debito pubblico enorme. Se, come ha promesso, diminuirà le tasse, il debito minaccerà di strangolarlo. Se spenderà più dei suoi predecessori, si troverà ugualmente nei guai. Andreotti un giorno ha detto: "Il potere logora chi non ce l’ha". Ma nel caso di caso di Berlusconi, se non sta attento, molto attento, con le sue smargiassate, si troverà in men che non si dica alla rovina , fuori dall’Europa e noi tutti con lui.

Allora rimpiangerà i bei tempi in cui faceva i soldi protetto dalla Loggia P2, o quando all’opposizione poteva parlare a vanvera a un auditorio addomesticato, mentre ora, raggiunto il potere, tuttto è cambiato…in peggio.