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QT n. 6, 23 marzo 2002 Cover story

Bingo, la tombola diventa business

Cronaca di una visita alla sala dove si tenta la fortuna con la tombola americana. Le aspettative dei frequentatori, quelle dei gestori; e gli studi internazionali sugli esiti della patologia da gioco d'azzardo.

Fuori dalla pizzeria, alle 9 di sera per far posto ad altri clienti, col Sociale e il S. Chiara senza proposte, l’ITAS a riposo, il Festival di Sanremo in Tv che impone alle altre reti di trasmettere roba da serie B, che resta da fare a Rosy, Carlo e Ugo per non finire sotto le coperte allealle dieci? Una giocata a Bingo.

Entriamo nella sala di via Suffragio ad estrazione in corso e così non resta che aspettare nell’atrio. Attacchiamo bottone con alcuni presenti, uno dei quali, tra il convinto e lo scherzoso, ci dice: "Sono qui, vinco e tiro diritto al ristorante cinese!"

Di là da una grande porta ben chiusa arriva l’eco di numeri estratti: 38, 56, 90, 43…, poi ecco un grido soffocato e un sordo rumoreggiare che precede una piccola folla in uscita. Remando controcorrente a colpi di gomiti, arriviamo in mezzo alla sala: a guardarla così comoda e ovattata nulla sembra farla assomigliare a un luogo dove per rovinarsi basta un euro e mezzo. Curiosa la sua metamorfosi: fino a poco tempo fa ospitava la Galleria Civica. Ricordo tre anni fa una mostra di Andy Warhol: allora non c’era tutta questa gente e forse proprio per questo motivo ha chiuso.

Siamo in una pausa fra un’estrazione l’altra: musica di fondo, camerieri avanti indietro, sui monitor invece di palline scorrono immagini del festival di Sanremo con Pippo Baudo e Anna Marchesini. C’è il tutto esaurito e dobbiamo girare a lungo per trovare un posto libero. I tavoli, rotondi e di varie misure, sono di un bel rosso, il colore dell’istinto, della sfida, della aggressività, del non mollare…

Io sono lì "quasi" per lavoro e comincio a scrutare i presenti in cerca di spunti per l’articolo: umanità svariata, in maggioranza oltre i trent’anni, coppie di mezza età, signore sole, gruppetti di quarantenni e uno solo di ragazzi. Otto donne strette strette attorno ad un tavolo di quelli grandi, si parlottano negli orecchi, altri ingannano il tempo attaccati a bicchieri di birra e qualche single occhieggia distratto. Volti anonimi, vestiti standard, nessuna ostentazione di eleganza: sembrerebbero tutte persone a basso reddito, ma con grande fiducia di incrementarlo. Oltretutto non occorre un gran know how per giocare: basta ricordarsi della tombola e mettere il pennarello al posto dei fagioli.

Improvvisamente capita una bella ragazza, pantaloni neri, camicia bianca, gilè giallo blu: è una "venditrice" di cartelle del Bingo che sta facendo il giro dei tavoli. Cortese, sorridente e simpatica, ce ne vende tre da tre euro l’una. Obiettiamo: "Ma non costavano un euro e mezzo?" Risposta rassicurante: "Si tratta di una serie speciale!"

Mentre incassa, una signora sui 45 le si avvicina e la invita a passare dal suo tavolo: "Non è ancora venuta da me e prima con le sue cartelle ho fatto cinquina… le cartelle deve darmele lei!" Mentre se ne va dietro la signora, Rosy le chiede se si può fumare. "Soltanto nella saletta fumatori - risponde - ma è sempre esaurita". Gioco e fumo, due dipendenze che vanno spesso a braccetto.

Cartella del Bingo. Con adescamento per farsi intortare anche al Lotto.

Osservo la cartella della felicità a basso costo: 15 numeri affiancati da un caldo invito: "Non abbandonare i tuoi numeri! Rigiocali al Lotto e buona fortuna!"

Intanto altre venditrici "battono" la sala tavolo a tavolo e soltanto quando tutti sono stati saturati di cartelle, lo speaker chiama il gioco, dà conto del monte premi (cinquina 27,36 euro, Bingo 171) e mette in moto il meccanismo di estrazione della palline… 67, 54, 9, 80… Al motto "Chi non risica non rosica" ci concentriamo sui numeri, ma la rapidità delle estrazioni (due secondi circa tra una e l’altra) ci mantiene continuamente nel dubbio di averne perso qualcuno… 35, 17, 78… "Cinquina!" - sento gridare a metà sala. La venditrice verifica i numeri e conferma la vincita, un’altra colloca sul tavolo del vincitore il totem verde che la segnala e lo speaker chiede di eventuali altre cinquine in giro. Nessuno fiata e lui avvisa: "Le estrazioni proseguono per il Bingo".

Due minuti e una signora extra-large si sbraccia strillando "Bingo! Bingo!" Per la sala si propaga un gran borbottio di perdenti con scialo di congetture: "Mi mancava un numero… Stavolta ero sicuro… Che sfiga…" ed anche un "Che culo!" espressionecertamente favorita anche dalle dimensioni della vincitrice.

Alcuni quasi mogi si alzano e si avviano all’uscita sostituiti da altri, ma il turn over per la sala è in perdita. Noi tre ci assolviamo reciprocamente dalla débacle dicendoci che si trattava della partita di rodaggio e che con la prossima sfonderemo. Nell’attesa vorremmo conversare, ma infaticabile arriva la venditrice accompagnata stavolta da un cameriere: altre sei cartelle per 9 euro, una birra e due coche per 4,8.

I nuovi arrivati, a gruppetti o a coppie, cercano un tavolo tutto per loro, ma a quest’ora non ce ne sono e si spargono sugli altri. Dai monitor a muro Pippo Baudo e la Marchesini, professoressa di sesso, continuano la loro performance nel più totale disinteresse dei presenti. Ogni tanto qualcuno scorge ad un altro tavolo una faccia nota: scambio di convenevoli, saluti, informazioni, ma nessuno che molli il proprio posto per avvicinarsi. Dietro al mio, una a uno: "Sono sotto di 70 euro, ma non me ne frega niente… vengo qui per divertirmi e a quelli che mi dicono che si tratta di un divertimento stupido e pericoloso dico di farsi i cazzi loro!"

Riprende il gioco. Al motto di John Belusci "Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare", sfoderiamo attenzione e concentrazione. Solita trafila e lo speaker parte rapido: 47, 53, 90, 13…, poi sbaglia un numero ma si corregge subito. Due tavoli più in là del nostro un mingherlino pelato con dei baffoni rossicci entra in agitazione, si poggia sui gomiti, dondola avanti ed indietro, borbotta, si gratta la testa... 76, 19, 39, 32… il silenzio diventa assoluto, nessuno sposta gli occhi dalle cartelle… 66, 3, 37… "Cinquina" - strepitano in due quasi all’unisono accompagnati da fondo sala da un: "Eeeh, la madonnaa!!"

Seguono le verifiche ed il gioco riprende verso il Bingo... 42, 60, 68… commentato al solito tavolo con un: "Mi piace di più il numero che viene dopo!" 54, 62, 16… "Cinquina" grida una da qualche parte. Attimi di stupito silenzio in sala, ma lo speaker con tono professionale: "E’ già uscita". Sghignazzi.

Il tabellone luminoso indica i 60 numeri estratti fin lì e l’eccitazione diventa palpabile. Qualcuno troppo indietro si arrende e molla il pennarello sul tavolo... 78, 34, 86, 6, 10… "Bingo" - chiama con voce controllata un tale che dall’eccitazione potrebbe schizzare fin al soffitto. Il mingherlino butta lì un "cazzo!" e si accascia nella poltrona.

65 questa volta i numeri per chiudere partita: a Rosy ne mancano due, a Carlo quattro e a me sette. Improvviso, lo speaker zittisce il brusio in sala: "Il 43 non è ancora uscito!" Il gioco riprende con sollievo di quanti si erano già rassegnati ad aver "quasi" fatto Bingo, e pubblico ludibrio per il tentato baro.

88, 23, 84, 45… "Bingo" - gridano da una saletta laterale. Notevoli i miglioramenti registrati da Rosy, cui adesso mancava solo un numero e da Carlo, ma non sono previste classifiche per secondi e terzi arrivati. Lo speaker rilegge i numeri vincenti e dà conto dei premi: "Ha vinto la cartella 5628, cinquina 29 euro, bingo 186 euro, la partita è conclusa, tra poco la prossima da 1,50 euro".

Epilogo: altri nove dei nostri euro hanno cambiato tasca.

Sono le 23 in punto quando comincia la pausa; molti abbandonano la sala ed altri vi entrano: adesso è occupata per due terzi della sua capacità. Carlo dà segni di noia, cui reagisce con avances soft alla solita venditrice già lì cartelle in mano; la invita a giocare con noi, ma incassa soltanto un sospirato "magari". Per consolarla ci lasciamo rifilare ben sei cartelle da 1,5 euro: per lei missione compiuta.

I dieci minuti barbosi della prima pausa sono diventati 15, ravvivati soltanto dal passaggio ravvicinato di una cameriera davvero graziosa e da quello petulante dei suoi colleghi a caccia continua di ordinazioni.

Al motto Ogni bel gioco dura poco, ci prepariamo per la terza e ultima partita. Solita trafila di notifiche: cinquina 27,36 euro, bingo 171 e poi si parte: 66, 69 ("Finalmente…" commenta il solito), 52… Alla 16ª estrazione salta fuori la cinquina e 27 euro sono già persi. "Proseguiamo per il bingo" - gracchia l’altoparlante …14, 98, 70… Carlo, subito indietro con i numeri, molla la cartella e cerca di fare un personalissimo Bingo con la venditrice, Rosy ha migliori possibilità e rimane concentrata, io benino. Ormai sono stati estratti più della metà dei numeri e, stando alla media, il Bingo è vicino. Lo speaker invita a silenziare il trillo di un cellulare ma nessuno se ne dà per inteso... 82, 9… Attorno a noi tutti concentratissimi seguono le estrazioni… 15, 64, 56, 2… Un fragoroso "Eehh!" a più voci si alza da un angolo della sala occupato da ragazzi appena arrivati. Un "bravi" e "complimenti" li raggiungono assieme ai mugugni di qualcuno ormai alla decima giocata senza risultato. Al tavolo gran festa e proposta di far fuori tutto a birre. Quanto a noi, è ormai chiaro che non è serata e prima che un nuovo tentativo di Carlo di socializzare con la venditrice ci costi altre sei cartelle, io e Rosy ce lo trasciniamo dietro verso l’uscita.

Fuori, sul marciapiedi, una decina di ragazzi discute se entrare, andare al Pasiel oppure al Number: vince a grande maggioranza El Pasiel. Per noi è il momento dei saluti: Allora, appuntamento a venerdì. Dove? Dappertutto meno che qui!

In cammino verso casa si fa largo nei miei pensieri una citazione suggeritami quando mi hanno incaricato di questo articolo sul Bingo: "Si tratta di un metodo legale per separare i soldi dagli stupidi". Fra me a me ammetto che stasera è toccato a me farmi separare dai soldi!