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Una vergognosa dissociazione

Carolina Andreatta, Walter Ferrari

Mentre a Roma e nelle altre città italiane i vertici della Margherita, dei DS e delle Confederazioni sindacali (Cgil-Cisl-Uil) si dissociavano dalle manifestazioni per la Palestina definendole "pacifismo a. senso unico", l’esercito israeliano perpetrava nelle città occupate e nei campi profughi palestinesi l’ennesimo massacro. In questi giorni cominciano a trapelare le notizie delle atrocità commesse dall’esercito d’Israele nel campo di Jenin, proprio in concomitanza con tale dissociazione, proprio mentre i compassati vertici del centro sinistra facevano le loro dichiarazioni diequidistanza. Una dissociazione ed una equidistanza che vorrebbero rendere i lavoratori e i democratici italiani corresponsabili di quanto Israele sta facendo in Palestina.

Se da un lato è utile sapere come la pensano questi signori, dall’ altro è necessario rifiutare e respingere tale vergognosa dissociazione che sotto la pretesa equidistanza nasconde, come sempre in questi casi, una più o meno consapevole complicità con Israele, il suo governo e il suo esercito. Le continue litanie di presa di distanza dal terrorismo, sull’onda della guerra, americana, non fanno che giustificare a priori le azioni armate di Israele (e degli USA), senza mai indagare le motivazioni dalle quali originano le scelte disperate che sbrigativamente liquidiamo come terrorismo.

Ciò che invece è più che mai necessario oggi è affermare la legittimità della resistenza palestinese, resistenza nei confronti di un’occupazione illegittima delle terre arabe da parte israeliana, occupazione che si protrae con espulsioni e massacri da troppo tempo. Non va mai dimenticato, infatti, che con la compiacenza dell’Europa (che ha così lavato la sua falsa coscienza) e degli USA (che ne hanno fatto il gendarme dei loro interessi in Medio Oriente), la fondazione delle Stato d’Israele è stata resa possibile dall’espulsione dei palestinesi nel lontano 1948.