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QT n. 10, 18 maggio 2002 Servizi

Elogio della diversità

“Fiera dell’educazione interculturale”: una ricca rassegna dell’impegno di scuola e associazioni per l’accoglienza e la tolleranza.

Per cinque giorni, dal 7 all’11 maggio, la "Fiera dell’educazione interculturale alla pace e alla mondialità" ha messo in vetrina al Centro Trentino Esposizioni quanto di più importante, positivo e creativo, le scuole e le associazioni hanno prodotto in materia di accoglienza allo straniero e integrazione. "Scuola e associazionismo - ha sottolineato Vincenzo Passerini, presidente del Forum per la Pace - hanno assunto un ruolo di sollecitazione, di stimolo, di traino in un contesto sociale abbastanza fermo e un ruolo di contrasto delle posizioni negative". Evidentemente non c’è ancora sufficiente consapevolezza della nuova realtà multiculturale, che ha investito anche la nostra provincia.

"Nel Nord-Est - ha ricordato Ernesto Passante, direttore dell’Iprase - gli alunni stranieri crescono ad un ritmo annuale superiore al 25% e sono ormai un centinaio le nazionalità presenti, provenienti da tre continenti".

La manifestazione, organizzata dal Centro Interculturale "Millevoci" della Sovrintendenza scolastica e dal Forum per la Pace, in collaborazione con l’Atas, ha presentato una rassegna sorprendentemente ricca di iniziative, di percorsi, di spettacoli, di occasioni di conoscenza di aspetti i più vari di civiltà diverse e lontane, eppure presenti sul nostro territorio. E numerosi sono stati i visitatori, specialmente le scolaresche accompagnate dai loro insegnanti.

Il compito di tirare le fila del discorso culturale sotteso a tanto multiformi espressioni, è stato assegnato l’ultimo giorno ad un seminario-dibattito, moderato dal direttore dell’Iprase, nel corso del quale i relatori (Gianfranco Zavalloni, burattinaio e dirigente scolastico; Franco Lorenzoni, insegnante ed educatore del Movimento Cooperazione Educativa; Jean Pierre Piessou, formatore e mediatore culturale; Rita Vittori, formatrice del Centro Educazione alla Mondialità) si sono confrontati sulla base della loro esperienza di educatori, insegnanti, mediatori culturali e formatori, maturata in situazioni scolastiche di interculturalità.

Sono emerse due polarità di atteggiamento: scommettere sullo spontaneismo e sulla creatività della natura umana, una volta costruito un contesto favorevole all’incontro; oppure, con modalità più dirigistiche, affidarsi maggiormente a strumenti di intervento, di mediazione e facilitazione. Sensibilità diverse nel modo di perseguire delle finalità comunque condivise, vale a dire l’accettazione e la valorizzazione della diversità, la decostruzione di pregiudizi, l’integrazione degli alunni stranieri.

Un processo che nell’impegno quotidiano, si è rimarcato, è diventato occasione anche per ripensare e riprogettare l’attività didattica ordinaria, sfruttando le opportunità offerte dall’autonomia scolastica, e per riconoscere al rapporto interpersonale la preminenza su programmi, tempi, schemi precostituiti.

Concludendo, Passerini ha ricordato i principali obiettivi che la nostra società e il governo provinciale devono porsi ai fini dell’integrazione dei cittadini stranieri:

1. Conoscenza del fenomeno immigratorio nel Trentino, per abbattere i pregiudizi ricorrenti. E conoscenza della storia dell’emigrazione trentina che pregiudizi del tutto simili ha vissuto sulla propria pelle, non tanti decenni or sono.

2. Problema della casa. La difficoltà per gli immigrati di trovare abitazioni adeguate a prezzi accessibili è ben nota ed è acuita da vincoli legislativi, che rendono particolarmente problematico il ricongiungimento dei nuclei familiari.

3. Il diritto di voto, essenziale per immettere gli immigrati nella piena cittadinanza, con i relativi diritti e doveri.

A sua volta il Gruppo che si è impegnato nell’organizzazione e nell’allestimento della Fiera ha formulato un pro-memoria specificamente rivolto alla scuola:

- riconoscere la lingua madre degli alunni stranieri come seconda lingua nei curricoli scolastici;

- inserire percorsi di educazione religiosa in chiave interculturale;

- programmare la formazione degli insegnanti con un’ottica trasversale più che disciplinare;

- predisporre libri di testo informati alla didattica dei punti di vista;

- valorizzare e promuovere ulteriormente le esperienze congiunte scuola-mondo delle associazioni.

Osservazione, quest’ultima, che interpretiamo come un arrivederci ad una nuova edizione della manifestazione.