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Vittoria o Pace/ 2

Giorgio Jellici

L'editoriale di Renato Ballardini su Questotrentino del 9 novembre (Bandiera austriaca e polemiche retrospettive), con le precisazioni storiche circa le vicende del Trentino e dell’Alto Adige dalla Prima Guerra Mondiale in poi, fino allo sconcertante salto del confronto "Pace" o "Vittoria" di poc’anzi, dovrebbe essere una lettura obbligatoria in tutte le scuole della regione (insieme al saggio di Claus Gatterer su Cesare Battisti). Purtroppo le voci italiane - parlo di voci autorevoli - che spiegarono agli italiani quanto accadde nella nostra terra dal 1914 in poi, sono rare come mosche bianche (Montanelli, mi sia lecito dirlo, non si lasciò mai scappare un’occasione, mentre le cosiddette sinistre le persero tutte).

Ed è proprio l’ignoranza, a mio avviso, anzi, il rifiuto ostinato di conoscere la propria storia, la causa dei problemi di convivenza a Bolzano: gli italiani di Bolzano non hanno mai voluto sapere come avvenne il loro insediamento colà; preferiscono ancora affidarsi alle interpretazioni nazionalistiche di Fini e consorti. Sennò come si spiega che ci sia ancora gente, nell’Europa del 2000, che preferisce la "Vittoria" alla "Pace"?