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Razzismo a briglia sciolta

Il liberismo intellettuale di Boso e Divina: l’istinto al posto della ragione.

L’elenco delle trovate dei leghisti trentini va nuovamente aggiornata. Dopo la proposta dei lavori forzati per gli immigrati disoccupati, quella di prendere le impronte dei piedi agli stranieri, il no al cimitero musulmano, il crocefisso obbligatorio (e il presepe auspicabile) nelle scuole, e le carrozze ferroviarie riservate ai negri, adesso è la volta di classi separate per gli zingarelli. E la lista, peraltro incompleta, riguarda solamente il tema dell’immigrazione, ché altrimenti il campo sarebbe sterminato, dall’esame di dialetto trentino all’esaltazione dei bracconieri.

Enzo Boso.

Quest’ultima uscita di Boso & Divina si dice ispirata alla preoccupazione per la situazione sanitaria presente alla scuola elementare di Gardolo, di cui sarebbero responsabili alcuni piccoli Rom; e poco conta che il dirigente della scuola stessa smentisca puntualmente i due leghisti.

Casi di impetigine (una infezione della pelle)? Ce n’è stato uno lo scorso anno, ma il bambino era italiano. In arrivo vaccinazioni di massa? Non risulta. Alunni Rom? Non ce ne sono: ci sono alcuni Sinti, che però sono notoriamente cittadini italiani…

Tutto smentito, ma cosa conta? Il punto, come scrive un lettore del Trentino, è che "per avere visibilità sui giornali bisogna spararle ogni giorno più grosse"; con la fondata speranza che qualunque delirio contro i diversi troverà un consenso sufficiente a giustificare l’operazione, soprattutto in un contesto pre-elettorale.

Sergio Divina.

Anche in questo caso, infatti, Boso (che ci è) & Divina (che ci fa?) riscuotono una certa approvazione fra i genitori della scuola di Gardolo, ma basta ascoltare le argomentazioni di costoro per comprendere la devastazione compiuta da questo modo di fare politica, che induce le persone a lasciare la briglia sciolta ai propri istinti meno nobili e più irrazionali. Un tempo ci si sarebbe vergognati di dire certe cose; ora non più, visto che quelle stesse idee vengono espresse pubblicamente da rappresentanti del popolo. E così, luridi concetti fino a poco fa tabù come l’apartheid sono stati felicemente sdoganati.

Qualche esempio: "Separare le classi mi sembra una buona idea: gli zingari hanno la loro religione, una cultura diversa". "Con i bambini stranieri in classe non si sa a cosa si va incontro. Adesso c’è anche questa nuova malattia, la Sars, di cui abbiamo paura. Almeno si modernizzassero…". "Solo i Rom? Secondo me i marocchini sono molto peggio. E poi gli stranieri sono trattati in maniera diversa: se mia figlia non fa i compiti porta a casa una nota, se loro non fanno i compiti è perché non sono integrati". "I Rom hanno le loro abitudini, sono sporchi, non mi piacciono".

Don Antonio Dusini, sull’Adige del 7 maggio, riconosce l’esistenza di problemi giganteschi nell’integrazione dei nomadi; ma se esistono famiglie che "debbono vivere allo stato brado, senza acqua, luce, fognature", è anche perché "dal 1986, dopo la realizzazioni dei campi di Ravina e Rovereto, non si è fatto più nulla". Ma che direbbero i leghisti (e non solo loro) se qualcuno proponesse di spendere dei denari pubblici per migliorare la situazione?

Allo stesso modo, si lamentano dei troppi immigrati che non riescono ad integrarsi, ma poi fanno la guerra per impedire che gli si facciano quelle ovvie concessioni (la moschea, una sepoltura secondo la loro religione…) che contribuirebbero a stemperare le difficoltà d’inserimento e a farli sentire un po’ di più a casa loro.

La realtà è fastidiosamente complessa, per questi signori. Semplificandola ottengono un doppio risultato: si risparmiano la fatica di un’analisi che richiede strumenti raffinati (e la Lega, notoriamente, non deborda di intellettuali…) e si fanno comprendere al volo da un elettorato che ha scoperto la gioia di lasciare libero sfogo ad ogni sorta di impulsi, senza mortificarli col filtro del ragionamento.

Visto che l’apartheid non è più un tabù, bisognerebbe applicarlo anche al contesto istituzionale, con la creazione di un Consiglio provinciale parallelo, una specie di sfogatoio riservato agli esponenti politici sostenitori di idee balzane, che altrimenti inquinano la politica e fanno perdere tempo con proposte velleitarie, risibili o puramente provocatorie: dalle carrozze per soli immigrati al funerale per i feti. In questo Consiglio di serie B i leghisti non sarebbero soli, ma certo deterrebbero una solida maggioranza.