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Elezioni a Bolzano

Il trionfo della SVP e la sconfitta dell’estremismo nazionalista

Dopo sei mesi di commissariamento, Bolzano ha un nuovo sindaco. Nuovo alla politica attiva, benché rampollo di una famiglia che ne ha fatta molta, a partire dallo zio Remo Ferretti, Gigi Spagnolli ha ottenuto 28.185 voti corrispondenti al 50,36 per cento, contro il 45,29 per cento del candidato del centro destra.

Il neo-sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli.

Almeno tre novità molto interessanti vengono da questa tornata elettorale.

Primo. Non vi sembri poco, ma entrambi i candidati parlano bene il tedesco, un fatto del tutto nuovo per questa città. Il nuovo sindaco può parlare ai suoi concittadini e alle sue concittadine nella loro lingua. Finalmente.

Secondo. Elettrici ed elettori hanno premiato con un clamoroso 21,25 per cento (11.508 voti), 4 per cento e due consiglieri in più, la SVP, che ha fatto due scelte innovative. Da un lato ha messo in lista un’italiana - il che aveva portato alla rinuncia di Norbert Atz, esponente della destra, a rinunciare alla candidatura - e dall’altro non ha presentato una candidatura propria al primo turno, appoggiando il candidato di centro sinistra e prendendo così parte al "normale" agone politico.

All’interno del partito non era stata una scommessa facile per chi l’aveva sostenuta. Vinta: la SVP torna dopo un quarto di secolo ad essere il primo partito della città capoluogo. Il secondo partito della coalizione - sconfitta la Margherita accerchiata da Udc (presentatosi con il centro sinistra), dalla nuova DC per le autonomie (con un clamoroso 3,28 per cento) e dal Centro dell’assessore provinciale Cigolla - sono i DS, con il 9,22 per cento.

Elezioni del 6.11.2005Elezioni del 8.5.2005
Seggi%Voti%Voti
UDC10,96%5051,40%721
Democratici di Sinistra59,22%4.8568,23%4.231
La Margherita - Democrazia è Libertá47,16%3.77212,21%6.272
Rifondazione partito comunista23,01%1.5853,22%1.656
Südtiroler Volkspartei021,85%11.50817,73%9.109
Verdi-Grüne-Verc24,33%2.2825,60%2.877
Socialisti Democratici Italiani11,55%8140,91%468
Italia dei Valori00,88%4650,93%477
Projekt Bozen11,76%9281,96%1.005
Ladins00,32%1690,00%0
Lega Nord10,96%5081,42%729
Nuovo PSI Partito Socialista00,26%1360,00%0
Forza Italia510,14%5.3409,87%5.070
Alleanza Nazionale917,74%9.34720,00%10.277
Democrazia Cristiana per le Autonomie23,27%1.7251,11%568
Unitalia23,21%1.6914,68%2.405
Al Centro con Cigolla01,42%7500,00%0
Lista Benussi Liste48,77%4.6214,35%2.234
Nautilus cittadinanza attiva Bozen aktiv01,44%7561,29%665
Comunisti Italiani01,01%5321,75%898
Partito per tutti00,52%2760,00%0
Südtiroler VolksBewegung110,22%1140,00%0

Terzo. Le ragioni della sconfitta della destra. Come ha detto lo stesso candidato sindaco Giovanni Benussi, nel corso di un’intervista a caldo, è stata fatale la scelta da parte di partiti della coalizione di far vincere più se stessi che il loro sindaco.

Il sindaco uscente Giovanni Benussi.

Benussi ha cercato di moderare i toni, presentandosi come persona autonoma e tesa all’ascolto. Decine di incontri nei mercati e con piccoli gruppi hanno caratterizzato la sua lunga campagna, cominciata quando ancora il centro sinistra non aveva deciso il proprio candidato. Il successo della sua lista, che ha raggiunto l’8,7 per cento, conferma la giustezza dell’ impostazione, in una città profondamente disgustata da tutti i partiti. Ma non ha fatto i conti con i partiti che lo sostenevano, e la gente ha capito l’incapacità di mettere il bene comune davanti al proprio di bottega. La Lega non ha smesso di appendere manifesti razzisti, Unitalia ha moderato un po’ i toni, ma partiva da molto lontano, Alleanza Nazionale ha tappezzato la città di manifesti enormi con la faccia del suo presidente già in settembre, e la campagna faraonica e sgangherata di Forza Italia ha avuto il suo culmine nella sfacciata manifestazione conclusiva. Uno striscione di 39 metri per 14 ha coperto la facciata del Tribunale di Bolzano, un edificio pubblico in cui si dovrebbe amministrare imparzialmente la giustizia, e le forze dell’ordine sono accorse in massa a tutela del capo del partito, Berlusconi, che ben presto si è saputo non sarebbe venuto. Erano comunque in molti ad attendere.

Micaela Biancofiore, coordinatrice provinciale di Forza Italia.

I bolzanini e le bolzanine però si sono offesi. Per l’esagerazione della messinscena, perché non si parlava più dei loro problemi, perché si è osato dire che Berlusconi non era venuto "per motivi di sicurezza", proprio nella nostra città noiosa fin che si vuole, ma tanto fredda e tranquilla che ci si può passeggiare in piena notte lungo le piste ciclabili e nei giardini senza dover temere proprio nulla (non è mica Bologna!). E si sono risentiti, da persone perbene, per le parolacce di Renato Brunetta, candidato improbabile al seggio di consigliere comunale contro i pochi e civili contestatori, che contrapponevano allo striscione da stadio magliette con la scritta "io non voto Forza Italia" indossate sopra la giacca. E per la voce stridula della dirigente locale che gridava a Berlusconi "apparso" miracolosamente per telefono: "Presidente, tanti la odiano in Italia, ma noi l’amiamo, presidente, l’amiamo". Credo che anche qualche forzista ultraconvinto si sia dovuto far forza per non scappare.

Un paio d’ore dopo, Romano Prodi, in un’altra piazzetta della città, ha fatto un discorso semplice e serio, e il contrasto era così clamoroso, una persona normale e seria, che si occupa della cosa pubblica, ormai è talmente rara anche da noi; non tutto ciò che dice è giusto e neppure vero (come quella storia di Stoiber che vuole costruire insieme l’Europa, mentre si sa che fu avversario di Kohl nella faccenda dell’euro e che dichiarò pubblicamente dopo la riunificazione della Germania che non c’era più bisogno dell’Europa), ma dai politici non ci si aspetta da molto tempo la perfezione. Già sarebbe un miracolo se riuscisse almeno lui a tenere a freno e a far tacere quelli che gli stanno intorno (a Bolzano c’erano tutti, tutti a farsi vedere, amiconi, meno uno) e ad evitare che, se piacendo al cielo vincerà, questa volta non gli facciano lo sgambetto. Anche Durnwalder, uno tra i meno convinti nel partito dell’operazione centro sinistra, è arrivato di sorpresa al comizio del leader dell’Unione, che a Bolzano è stato votato più che in altri luoghi e anche da persone di lingua tedesca, come chi scrive ha potuto constatare nel proprio seggio delle primarie.

Dunque tre novità rilevanti. Ma anche forti segni di continuità.

Primo. La spaccatura etnica e sociale della città è fortissima. I risultati per circoscrizione sono impressionanti. Dove ci sono problemi, ha vinto la destra, dove si sta bene, la sinistra. Come ha scritto Paolo Campostrini, qui c’è un’anomalia, un centro destra che rappresenta il disagio sociale, in parte travestito da disagio etnico, e un centro sinistra che ha il suo riferimento nella borghesia fluente della città. La compagine di giunta non è cambiata e sembra ancora poco incline a prestare attenzione a quel che non va. Nel dibattito del Sender Bozen la sera del lunedì, Pichler Rolle, che era e sarà vicesindaco oltre che Obmann della SVP, ha elencato le grandi opere realizzate a Bolzano, per convincere che non c’è da lamentarsi. Lui abita prudentemente in un paesino fuori città, nel verde.

Elmar Picher Rolle, presidente della SVP.

La SVP è il senior partner di questa coalizione. Riuscirà il nuovo sindaco a non essere il junior partner? A chiedersi perché ci sono due Bolzano contigue, nella prima si compra a 6000 metri al metro quadro e nella seconda a 2000 e non ci vuole andare nessuno? E si porrà la domanda se sia giusto che a commento dei risultati non ci sia un dibattito in lingua italiana alla RAI, ma solo in lingua tedesca?

Secondo. Sapore d’antico ha anche il ricompattamento della SVP di fronte al pericolo, oggi pericolo della destra. Dopo la distrazione di maggio, quando gli abitanti di lingua tedesca del centro storico e di Gries avevano voluto punire il loro partito non andando a votare o votando per il moderato candidato sindaco di centro destra, gli elettori e le elettrici della SVP avevano assistito sbigottiti alla "presa del palazzo comunale" con sventolio di bandiere dal balcone della sala del Consiglio e insensate dichiarazioni da manipolo. Perfino i partiti di destra, Union e Freiheitlichen, hanno rinunciato a candidarsi per far fronte contro la destra italiana. Una buona parte degli eletti SVP è di destra anche estrema. Riuscirà Pichler Rolle a portare avanti la sua apertura?

Terzo. Del tutto nella continuità è ancora l’incertezza sulle reali intenzioni della coalizione vincente verso questioni fondamentali, sulle quali i vari esponenti si sono dichiarati in modo apertamente contraddittorio nel corso della campagna elettorale.

Qualche esempio? Traffico, megainceneritore, raddoppio dell’arginale, concorrenza nel settore del commercio alimentare per tenere a freno i prezzi, cementificazione, alloggi sull’area senza sole della stazione, partecipazione delle donne all’amministrazione. Giovanni Podini, giovane imprenditore internazionale e a dispetto del nome mistilingue, ha dichiarato di non capire la differenza fra i due candidati sindaci e di avere notato nelle loro campagne la mancanza totale di qualsiasi visione per il futuro della città.

Gigi Spagnolli, il nuovo sindaco, ha dichiarato all’inizio della campagna a una delegazione di Enrosadira che intende fare il sindaco per portare avanti ciò di cui è convinto, "a costo di non essere più ripresentato fra cinque anni". Auguri a lui e a noi che conservi la sua autonomia e sappia ascoltare la città.