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QT n. 4, 21 febbraio 1998 Scorribande

Il partigiano (?) Mike

II presentatore televisivo risulta citato come partigiano in un "Dizionario dello Resistenza". Abbondantemente e abusivamente.

Colangelo Giuseppe

Bongiorno, Mike. Sedicenne, cittadino americano, era in Italia con la madre dì nazionalità italiana, sfollato l'8 settembre sulle Alpi piemontesi, attraversava nei mesi invernali i valichi alpini innevati, recando messaggi in Svizzera per conto della Resistenza. Catturato dai tedeschi e incarcerato a Milano, a San Vittore, venne scambiato con prigionieri tedeschi in seguito a trattative tra i comandi alleato e germanico, potendo così raggiungere il padre a New York e collaborare alle emissioni radiofoniche in italiano 'La voce dell'America ' "

Per questa voce del suo "Dizionario della Resistenza italiana" (Editori Riuniti, Roma, 1995) Massimo Rendina, comandante partigiano durante la lotta di Liberazione, docente universitario dal dopoguerra in poi e attualmente membro del Comitato scientifico dell'Istituto "Luigi Sturzo" per le ricerche storiche sulla Resistenza, è stato fatto segno di un tiro incrociato di reprimende e commenti ironici.

Quindici righe (questa la misura della voce) in cui l'uomo-quiz viene innalzato agli onori della memoria storica in veste di staffetta. Troppe - hanno osservato subito i critici - se paragonate alle cinque o sei assegnate ad alcune figure di primo piano della lotta partigiana. Addirittura scandalose - si è affrettato a puntualizzare qualcun altro - se rapportate all'assenza di nomi importanti (Cino Moscatelli, Umberto Massola, Francesco Moranino, Ilio Bosi, i fratelli Negarville, Aligi Barduc-ci, Giovanni Marcerà, Enrico Mattei, Stefano Jacini e Arturo Carlo Jemolo), espunti per far posto non solo a Bongiorno ma anche ad altri personaggi minori. Assolutamente prive di fondamento le ha fatte apparire (cfr. Il Corriere della Sera del 18-1-1996).

Dino Messina, dopo aver raccolto la testimonianza di Indro Montanelli (all'epoca dei fatti in carcere a Milano perché badogliano, compagno di prigione del futuro presentatore), secondo il quale Bongiorno "in vacanza in Italia con la madre, finì a San Vittore soltanto perché aveva il passaporto americano".

A noi, in aggiunta, quelle quindici righe risultano in flagrante contraddizione con i principi selezionatori fissati dallo stesso Rendina e così dichiarati nella breve avvertenza premessa al libro: "Nella scelta delle voci da includere ho privilegiato, al di là dì criteri valutativi, episodi e comportamenti che mi sono parsi particolarmente rappresentativi nel quadro della guerra di Liberazione".

Infatti, ammesso e non concesso che si possa fare a meno di Acriteri valutativi in un dizionario sulla Resistenza di appena duecento pagine, l'episodio in questione era davvero particolarmente significativo? Meglio avrebbe fatto Rendina a risparmiarci quell'epinicio non richiesto, che finisce per infirmare il suo lavoro, e a lasciare Mike Bongiorno alle cure di una qualche generosa enciclopedia dello spettacolo. Dove siamo certi che troverà la sua più giusta e vera collocazione, soprattutto se il compilatore avrà l'accortezza di riportare per intero quel memorabile saggio di Umberto Eco intitolato "Fenomenologia di Mike Bongiorno".

Post Scriptum (disgressivo ma non troppo). Il saggio di Eco è del 1961. Uscì sulla rivista "Pirelli" (poi inserito in "Diario minimo ") e fece molto scalpore. Non solo perché, per la prima volta in Italia, un filosofo si occupava dì un personaggio televisivo, ma anche perché, con le armi di un'ironia affilata, ne tracciava un profilo straordinariamente veridico. Bongiorno, il "fenomenologizzato", ha taciuto fino al febbraio del 1986, quando pungolato dal settimanale Panorama, provò ad abbozzare una specie di replica. A suo dire, Eco, all'epoca della "Fenomenologia ", era un oscuro intellettuale costretto a lavorare (come altri esperti della Rai) dietro le quinte e sarebbe stato mosso a scrivere quel saggio dalla pura e semplice invidia per uno come lui che invece stava già saldamente alla ribalta. E comunque non capiva niente di televisione Eco: lo dimostravi il fatto che quella ribalta dura di molti anni, alla faccia di certi "pseudointellettuali ".

Questi è Mike Bongiorno. Il ritratto che ce ne ha dato Eco ne lontano 1961 è davvero "fur ewig".

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