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Sindaco contro Presidente

Stampa e potere: i tre quotidiani locali e le tre interpretazioni dello scontro tra il (super) Presidente Dellai e il (fragile) sindaco di Fai.

Sono stati caratterizzati dallo scontro tra i sindaci e l’assessore Grisenti questi ultimi quindici giorni della politica trentina. Sui risvolti più propriamente politici parliamo in un articolo a pagina 22. Qui vediamo invece come l’hanno affrontato i tre quotidiani: sì, perchè Trentino, L’Adige e Corriere del Trentino hanno assunto tre posizioni anche notevolmente diverse.

Il "Trentino" è quello che assume la posizione più netta, di duro attacco all’assessore. Preceduto dai secchi (ed argomentati) giudizi di Franco de Battaglia (ex-direttore e – di fatto – editorialista del quotidiano attraverso la sua non convenzionale rubrica di corrispondenza con i lettori) il giornale intervista il sindaco di Fai Mauro Cipriano: "Silurato per aver messo i bastoni tra le ruote alla Provincia – è l’attacco del pezzo, in prima pagina della cronaca di Trento. Che prosegue: "Vittima delle ‘pressioni’ dell’assessore Grisenti, che incontrando la sua giunta avrebbe minacciato di chiudere il rubinetto dei contributi per i lavori pubblici se la sua amministrazione non si fosse adeguata ai piani degli impiantisti".

Nell’articolo il passaggio chiave: "Queste pressioni (di Grisenti sui sindaci ndr) ci sono state anche qui. Sul disocrso degli investimenti per gli impianti da sci: l’ordine era adeguarsi a quanto deciso dagli impiantisti. ‘Se voi fate i bravi arrivano i soldi per le opere pubbliche’: questo aveva detto Grisenti in una riunione con la mia giunta."

Come si vede una denuncia precisa, da non lasciare adito a dubbi di interpretazione.

Il giorno dopo (5 maggio) scattano le reazioni, che il Trentino riporta come titolo d’apertura della prima pagina: "Grisenti diffida il sindaco di Fai" e sotto "E intanto il senatore Divina solleva il caso in Parlamento". E si apre con il fax della Provincia al sindaco "L’assessore Grisenti smentisce nella maniera più categorica le affermazioni false, calunniose e prive di fondamento del signor Mauro Cipriano" Il quale sembra non demordere: "Di fronte alle telecamere di Rttr ieri sera Cipriano ribadiva l’atteggiametno di Grisenti, parlando di modo di fare ‘arrogante’."

Ancora un giorno (6 maggio) e "Dellai usa il pugno di ferro con Cipriano – ‘Basta con le illazioni su Grisenti’." E a questo punto il sindaco "fa marcia indietro, smentendo le sue dichiarazioni nell’intervista al Trentino. Che era registrata e che a questo punto riportiamo con ampi stralci".

Le manovre di contenimento sono in corso, e il 7 maggio all’assemblea del Consorzio dei Comuni "Dellai prende in mano la patata bollente: ‘Cari sindaci noi non siamo avvoltoi assetati di potere, ma voi non dovete farvi trattare da nessuno da vassalli piagnucolosi. E se qualche millantatore vi dovesse chiedere di aderire a progetti politici in cambio di contributi, prendetelo a calci’." Un discorso indubbiamente abile, che però non incanta il cronista del Trentino: "Nelle intenzioni, parole sue, avrebbe voluto mettere ‘la parola fine anche allo stillicidio di dicerie, di mezze voci, di cose dette e non dette’ sul rapporto tra sindaci e Provincia. Ma per ottenere questo risultato occorrerà prima mettere mano al sistema che regola questo rapporto..."

In realtà l’impari match sindaco di Fai/giunta provinciale non si farà: per abbandono dello sfidante. Infatti, se nei giorni successivi il Trentino titola (ancora apertura di prima pagina) con gli attacchi del centro-destra – "Tarolli: ‘Sindaci, ribellatevi’" "Forza Italia: ‘Via Grisenti’" – il 10 maggio il lavoro ai fianchi del sindaco si mostra efficace "Pace (quasi) fatta tra Dellai e Cipriano". E la vicenda scompare del tutto, per riemergere brevemente il 13 maggio in un trafiletto a pagina 23: "Dellai rinuncia a querelare Cipriano" il quale in una lettera inviata al presidente (e probabilmente concordata con i legali) ribadisce "di non aver subito pressioni da parte della Provincia autonoma di Trento e segnatamente da parte dei relativi rappresentanti". Che è l’esatto contrario del contenuto – registrato - dell’intervista di una settimana prima.

Il sindaco insomma, alza bandiera bianca. E il Trentino non può che abbandonare la presa. Ma – a nostro giudizio – ha svolto il suo ruolo.

Diverso invece il comportamento de L’Adige. Il quale – forse per linea politica, forse causa un giudizio critico sulla solidità di Cipriano, di sicuro per non riconoscere meriti al quotidiano concorrente, che aveva sollevato il caso – presta scarsa fede al sindaco di Fai, e minimizza il tutto. Il 5 maggio quindi, il giorno dopo l’intervista shock sul Trentino, L’Adige ospita la replica di Dellai "’Assurdità: risponderà il nostro ufficio legale", di Grisenti "L’assessore al contrattacco ‘Follia le frasi di Cipriano’" e un’intervista al sindaco, che già inizia a ingranare la marcia indietro "’Nessuna pressione, però è arrogante’ (Grisenti naturalmente ndr)."

La linea del giornale– neutralità e minimizzazione – prosegue anche nel riferire il discorso di Dellai al Consorzio dei Comuni. Linea assolutamente legittima; e neanche sballata, vista l’effettiva consistenza dell’accusatore.

Stupisce invece che l’episodio non induca il quotidiano a una qualche riflessione sui rapporti Provincia-Comuni. E’ il principio del non riconoscere alcunché al concorrente Trentino, il criterio con cui si debbono interpretare i fatti?

Veniamo al Corriere del Trentino. Il quale ambisce a ritagliarsi una sua posizione di giornale "moderato", dai giudizi ponderati, forse perbenista, quale è, o vorrebbe essere, la casa madre, ossia il Corriere della Sera.

Abbiamo scritto "vorrebbe essere" non a caso. Infatti il Corrierone ci sembra talora molto opinabile, proprio in quanto a moderazione. Alludiamo in particolare alle posizioni che confondono moderazione con "terzismo": il "terzista" – mirabile esempio, l’ambasciatore Sergio Romano – è colui che sta in mezzo, quando ci sono due posizioni contrapposte, sta attento a non sbilanciarsi sull’una o sull’altra, ma a tenersi equidistante. A prescindere dal merito: se per esempio il terzista vede un bruto stuprare una bambina di otto anni, prenderà le distanze dal violentatore, ma anche dalla bambina, che con le sue urla ha disturbato tutto il vicinato, e poi aveva una gonnellina troppo corta...

L’ambasciatore Sergio Romano, fulgido esempio di editorialista “terzista”.

Insomma il terzista non ha princìpi, se non appunto quello di cercare il punto mediano: e così abbiamo visto Romano e soci essere sempre equidistanti quando Berlusconi violentava la giustizia o il buon senso. E anche ultimissimamente, sulla scandalo del calcio: intimidire gli arbitri è male, però anche questi giudici, che hanno tutto questo protagonismo, dovrebbero stare al loro posto...

Tutto questo per dire che ci si potrebbe aspettare dal giovane Corriere del Trentino altrettanti uggiosi esercizi di terzismo, visto che sono così praticati nella vetusta casa madre. E invece no: il Corriere locale non sta in mezzo, non confonde moderazione e terzismo. Se ritiene di dover prendere una posizione la prende. Bene. Anche se, a dre il vero, ci sembra che troppo spesso interpreti la "moderazione" come supporto all’establishment, alle situazioni cristallizzate.

Così ci è sembrato nell’infelice sponsorizzazione del terzo mandato per il rettore Egidi, causa strampalata, come poi si è visto; o per le questioni urbanistiche, in cui si aprono continui crediti agli amministratori, anche se continuamente peggiorano la vivibilità delle città.

E così anche in questo caso, in cui si sposa in toto la linea Dellai. "Sia consentito di dubitare sull’atteggiamento dei sindaci – scrive Luca Malossini in un editoriale del 7 maggio – Prima, quando si trattava di rimanere ben coperti, pronti a fare processi e lanciare accuse. Poi, quando c’è stata la possibilità di mettere fuori la testa e denunciare ciò che non va, silenzio assordante... Dellai e Grisenti (invece) non si sono sottratti al confronto..."

Siamo sicuri che questa sia la chiave migliore (per quanto legittima, intendiamoci) per capire il problema? Che sia una questione di uomini veri e di quaquaraquà? O non invece di rapporti politici e istituzionali complessi e in crisi?

Da cui forse non si esce con le accuse di chi lancia il sasso e ritira la mano; ma neanche con la sicumera del potente che intima: chi dice che faccio pressioni, lo denuncio.