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I casinò on line

E inoltre: illusioni da risarcire, la truffa della vacanza gratuita, e i tifosi imbrogliati da calciopoli.

Diversi consumatori ci hanno chiamato, allarmati, in quanto hanno partecipato via telematica a giochi d’azzardo perdendo ingenti somme di denaro e chiedendoci come poter recuperare quei soldi.

Attraverso i casinò on line sono migliaia le famiglie che hanno perso tutti i propri risparmi. L’utente può infatti accedere ad una serie indiscriminata di puntate, mentre non è possibile accertare un’equa proporzione tra queste e le somme che possono essere vinte. Il fenomeno è per certi versi bizzarro: il "servizio" fornito è assolutamente virtuale, ma i soldi versati dai giocatori sono reali e vanno ad arricchire i gestori del business, messo su con investimenti davvero irrisori. Inoltre, grazie all’estrema velocità con la quale i capitali vengono movimentati, è possibile trasferirli all’estero con facilità, eludendo le tasse e violando la normativa valutaria.

Oltre ai rischi di gravi impoverimenti, provocati dall’ingenerare artificiosamente illusioni di vincite e ricchezze, il fenomeno assume in Italia connotati di vera e propria dipendenza psicologica, in grado di procurare pericolose devianze, persino patologiche.

Ma non solo. A nostro parere i casinò on line violano le disposizioni di legge e possono inserirsi entro la sfera di operatività degli art. 718 e 719 del codice penale (esercizio del gioco d’azzardo ). A nulla può valere l’obiezione secondo cui i server e i centri operativi dei casinò on line hanno sede in paesi dove il gioco d’azzardo virtuale è lecito, e che quindi si verrebbe ad escludere la giurisdizione del giudice italiano, perché ogniqualvolta si verifica l’impiego interattivo di un terminale collocato in Italia, una parte dell’azione criminosa deve considerarsi avvenuta nel nostro territorio.

A metà maggio il Nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza ha disposto il sequestro di 365 siti web, denunciando 52 persone, relativamente al caso dei casinò on line.

Per quanto riguarda infine il recupero del denaro, la cosa risulta impossibile, trattandosi di gioco d’azzardo, a meno che non venga contestato qualche reato dal punto di vista penale.

Vogliamo invece richiamare l’attenzione sul fatto che tale fenomeno può portare sul lastrico migliaia di persone con l’illusione di facili e ingenti guadagni che difficilmente si materializzano

Mi hai illuso? E allora paga! Il fatto si riferisce ad una causa vinta dall’associazione dei consumatori dinanzi al Giudice di Pace di Roma contro il Ministero dell’Istruzione per conto di una insegnante romana di 55 anni. La protagonista della vicenda, P. C., sin dal 1989 era iscritta nel doppio canale di reclutamento per il personale precario della scuola nella Provincia di Roma e a partire dall’anno 2000-2001 nella graduatoria permanente docenti. In data 7agosto 2004 aveva ricevuto un telegramma con cui il Centro Servizi Amministrativi di Roma la convocava per il 25 agosto successivo, "munita documento et codice fiscale… per accettazione contratto lavoro tempo indeterminato graduatoria permanente classe concorso. Comunicare eventuale rinunzia al fax… Palermo dirigente CSA Roma".

La gradita notizia sconvolgeva la sua vita e quella dei suoi familiari, in quel momento in vacanza, ed in più nasceva l’esigenza di trovare un sostituto per accudire i genitori, specie la madre, invalida al 100%. Recatasi quindi nel giorno indicato negli uffici, la prof. P. C. si vedeva opporre dal funzionario di turno un netto rifiuto, accompagnato dalla spiegazione che si era trattato di uno sbaglio. Infatti l’unico posto disponibile era stato già assegnato all’avente diritto in graduatoria.

Facile immaginare la delusione provata dall’insegnante, che però non si è scoraggiata e si è rivolta all’associazione dei consumatori per intentare causa di risarcimento per i danni subiti.

Il Ministero dell’Istruzione, a propria difesa, ha tentato di respingere ogni addebito di responsabilità, affermando che il testo del telegramma stilato dal CSA era di diverso tenore da quello ricevuto, destinato alla signora che era risultata prima in graduatoria, ed inviato per errore dalle Poste anche alle altre tre aspiranti per "surroga per eventuale accettazione contratto lavoro tempo indeterminato".

Il Giudice di Pace ha dato però ragione all’associazione dei consumatori, affermando nella sentenza: "Il comportamento dell’Amministrazione... risulta determinante nella qualificazione del fatto colposo da cui ha tratto origine il danno ingiusto da risarcire".

Dall’istruttoria svolta è emerso come la gravità del fatto, ovvero la creazione di una illusoria aspettativa di veder conseguita una meta attesa da anni con assegnazione di cattedra di insegnamento a tempo indeterminato, avrebbe richiesto, una volta rilevato l’errore, un ben diverso atteggiamento da parte dell’Amministrazione rispetto a quello di assoluta indifferenza che appare essere stato tenuto. E’ proprio un tale comportamento, del tutto indifferente rispetto alle prevedibili conseguenze che l’errore aveva determinato sull’interessata, considerata non nel suo valore di persona, ma come anonima pratica burocratica, che sembra decisivo nell’individuazione di un fatto lesivo che ha comportato danni meritevoli di risarcimento.

Pertanto il Giudice di Pace di Roma conclude: "Dall’atto ingiusto è derivata una compromissione alla vita di relazione e soprattutto alla serenità familiare, con sofferenze psicologiche non solo personali, ma anche per i familiari più intimi". Il Giudice ha condannato perciò l’Amministrazione al risarcimento del danno da illusione professionale a favore di P. C., danno liquidato in via equitativa in complessivi 2.000 euro, nonché al pagamento delle spese di giudizio per complessivi 995 euro.

La truffa dei 7 giorni gratis. La disavventura di G.C. di Trento e di sua moglie è iniziata con una telefonata pubblicitaria come tante. "L’ultima settimana di aprile di quest’anno sono stato chiamato a casa da una società multiservizi di Padova, che ha offerto a me e a mia moglie un soggiorno gratuito di una settimana in hotel in Italia o nelle capitali europee. L’unica condizione era che dovevamo partecipare ad una presentazione dei loro servizi".

E i due coniugi hanno accettato, senza immaginare che quell’invito all’apparenza così innocuo, alla fine, li avrebbe costretti a versare 16.000 euro in assegni post-datati alla società in questione, né che, per riavere i loro soldi, avrebbero dovuto presentare una denuncia per truffa.

Il 29 aprile i coniugi sono andati in un lussuoso albergo vicino ad Udine e hanno ascoltato la presentazione. "Ci hanno detto che aderendo al loro club avremmo avuto sconti su viaggi. Per associarci, ci hanno chiesto 16.000 euro, da rateizzare per 10 anni con la possibilità di riavere tutti i soldi indietro. L’hanno presentata in modo molto accattivante". Tanto accattivante che i coniugi hanno deciso di firmare "un modulo, che noi pensavamo fosse l’accettazione del secondo incontro. Invece abbiamo scoperto poi che quel documento era il contratto, che ci obbligava a dare quei 16.000 euro".

Questa, però, non è stata l’unica amara scoperta. Infatti, "il 1° maggio ci hanno detto che per la rateizzazione dovevamo farci fare un prestito da una finanziaria, ma, visto che con un mutuo e altri prestiti alle spalle noi non siamo finanziabili, abbiamo chiesto di recedere dal contratto. Volevano 5.000 euro di penale, così ci hanno convinto ad emettere degli assegni postdatati per saldare i 16.000 euro. Il giorno dopo siamo andati dall’associazione dei consumatori".

Con l’assistenza legale dell’associazione dei consumatori è stata presentata una denuncia per truffa alla procura di Udine, chiedendo il sequestro degli assegni e la rescissione del contratto.

Calciopoli: i risarcimenti per i tifosi. Molti consumatori ci dicono di voler essere risarciti per quanto riguarda lo scandalo del calcio.

Due sono i filoni verso i quali si sono avviate le prime cause di risarcimento che vogliamo portare a conoscenza anche dei tifosi trentini:

1. rimborso dell’abbonamento a Sky e risarcimento per danni morali. La prima causa è partita dinanzi al Giudice di Pace di Roma, dove, con l’assistenza legale dell’associazione dei consumatori, G. P., 61 anni, pensionato, appassionato tifoso della Juventus, ha deciso di citare in giudizio Sky (chiedendo il rimborso degli abbonamenti alla pay-tv per i campionati 2004/2005 e 2005/2006), la società Juventus (relativamente al comportamento criminoso dei suoi vertici) e la Federcalcio (per l’omessa attività di vigilanza e controllo), chiedendo un risarcimento per danni morali e materiali di 2.500 euro;

2. risarcimento dei danni morali a La7 per la trasmissione "Il processo di Biscardi". Secondo noi, i telespettatori che si sentono traditi o danneggiati possono chiedere il risarcimento dei danni a La7. Se infatti la trasmissione ha subìto, come sembrerebbe testimoniato dalle intercettazioni telefoniche, in qualsiasi modo interferenze esterne che hanno prodotto sofisticazioni di immagini o altre modifiche, la dignità e la buona fede dei telespettatori del programma sono state lese ed è stato loro arrecato un ingiusto danno morale, sottoponendoli ad una sorta di inganno. Di qui la possibilità, secondo l’art. 2043 del codice civile, di chiedere dinanzi al Giudice di Pace il risarcimento dei danni morali subiti.

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