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QT n. 4, 24 febbraio 2007 Servizi

La Magnifica cerca il rilancio

Riuscirà il nuovo corso della Magnifica Comunità di Fiemme a ricostruire fiducia e partecipazione?

A due mesi dalle elezioni la Magnifica Comunità, con un atto di rottura rispetto al recente passato, ha scelto il nuovo scario e il suo vice. Si tratta rispettivamente di Raffaele Zancanella, regolano di Cavalese, e di Giuseppe Zorzi di Panchià. I defenestrati sono i dirigenti uscenti, i resti di quel Consiglio dei regolani che si è permesso di governare, cambiando perfino lo Statuto, pur non rappresentando che un terzo delle vicinie, che ha governato per quattro anni senza fare chiarezza sui conti dell’ente e investendo nella segheria con nuovi macchinari che hanno portato l’indebitamento a cifre impensabili.

Ancora oggi nessun vicino dell’ente, né amministratore, conosce la reale entità dei debiti accumulati dalla “fu” Magnifica.

Il cambiamento era dovuto, ma non è stato semplice arrivare a questo risultato. I regolani uscenti hanno fatto la voce grossa minacciando un’opposizione drastica, al limite dell’ostruzionismo e solo davanti all’evidente impossibilità di mantenere i posti di comando hanno accettato di assumere una posizione più morbida.

L’impresa che ora cade sulle spalle dei nuovi arrivati non è semplice. Non si tratta solo di recuperare nei tempi più brevi possibili una situazione di estrema confusione amministrativa e un pesante indebitamento, ma anche e specialmente di riportare i vicini ad avere fiducia e speranza nell’ente. La segheria, trasformata in società per azioni, non dovrebbe più godere degli incredibili vantaggi dovuti all’acquisto del legname dalla Azienda forestale; si tratta, lo ricordiamo, di un legname di alta qualità acquistato ad una media di 72 euro al metro cubo, quando il prezzo di mercato per analogo assortimento nell’anno si è aggirato attorno ai 100 euro. E nonostante questo, la Spa è riuscita ad incrementare l’indebitamento.

Il problema più difficile è quello dell’incontro con i cittadini. Il nuovo Scario è chiamato ad una coraggiosa azione di trasparenza: deve portare nelle 11 Regole i conti reali della gestione del patrimonio, con costi, ricavi e bilancio netto. Deve riuscire a spiegare ai vicini l’importanza dell’azione politica che l’ente svolge sul territorio. Non è quindi sufficiente presentare un bilancio economico, ma si dovrà iniziare a parlare di bilancio sociale, quindi spiegare quante famiglie ricavano un reddito grazie alla Comunità, quali le famiglie con un qualche disagio che vengono aiutate e come, le implicazioni di una gestione delle foreste tanto diffusa e capillare, anche in termini di sicurezza e di potenziamento (sarà poi vero?) del sistema bosco.

Si dovranno riprendere i contatti con il mondo imprenditoriale locale, anche di Fassa, incomprensibilmente interrotto durante la precedente gestione, e assieme alla Provincia Autonoma ricostruire una filiera del prodotto legno che si è voluto interrompere, o meglio, non si è stati capaci di strutturare. Si dovranno costruire opportunità lavorative finalizzate non solo al recupero delle fasce sociali deboli, ma anche rivolte ai tanti giovani neolaureati presenti sul territorio e inserirsi con determinazione anche nella filiera del mercato turistico.

Non è ancora possibile, al momento, esprimere un giudizio sul nuovo gruppo dirigente: di certo, il percorso che va affrontato è estremamente ripido. Ci auguriamo ci sia fiato, ma specialmente presenza di intelligenza e umiltà sufficienti per riuscire nel prossimo quadriennio a ridare speranza ad un ente che da troppo tempo è stato costretto alla pura sopravvivenza, diventando così sempre più marginale nella realtà economica e sociale della valle di Fiemme.