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“Tante Grazie e così sia”

Alberto Folgheraiter, Tante Grazie e così sia. Trento, Curcu & Genovese, 2006, pp. 292, € 39.

Di pubblicazioni che a vario titolo trattano anche solo per accenni gli ex voto trentini ne esistono certamente numerose, come ad esempio “Ex voto. Tavolette votive in Trentino”, a cura di Gabriella Belli, catalogo dell’omonima mostra tenutasi a Palazzo delle Albere sul finire del 1981. Il taglio del volume di Folgheraiter è però decisamente diverso, meno scientifico ma certamente più stimolante, anche grazie a un ricco apparato iconografico affidato ai magistrali scatti di Flavio Faganello e Gianni Zotta. Una sorta di “invito al viaggio”, dunque, per assaporare questi documenti figurati della più sentita devozione popolare direttamente in loco, dalle piccole cappelle semi-sconosciute a quelle chiese le cui raccolte, per quantità e qualità, possono essere considerate una sorta di museo dell’ex voto, come testimoniano i casi di Montagnaga di Piné, di S. Romedio, di S. Valentino di Ala, della Madonna del Monte di Rovereto, di S. Croce del Bleggio e della Madonna dell’Aiuto a Segonzano. Un libro da sfogliare ma anche da portarsi in viaggio, dunque, nello spirito caratteristico dell’autore, già espresso nel suo titolo forse più noto, “I custodi del silenzio”, dedicato agli eremi del Trentino.

L’ex voto, nel suo piccolo formato e nella sua quasi costante ingenuità stilistica, tutta popolare, offre uno straordinario spaccato della vita quotidiana del tempo in cui fu eseguito, soprattutto per quanto riguarda la fatica del lavoro quotidiano, prima causa degli incidenti che sono alla base della richiesta d’intercessione divina. Altre tavolette invece che di incidenti parlano di malattie, e in questi casi le iconografie si spostano solitamente dagli ambienti naturali alle camere da letto, offrendo alcune delle pochissime testimonianze figurative sugli interni di un tempo riconducibili ai ceti più umili. E fin qui l’ “ex voto privato”.

Altri ex voto, non meno significativi sia dal punto di vista storico che sociologico, rimandano invece ai più svariati cataclismi con i quali l’uomo ha dovuto fare i conti nel corso della storia. In questo caso l’autore parla giustamente di “ex voto comunitari”, frutto di dolori e preoccupazioni vissute in modo collettivo da un’intera comunità. Incendi, alluvioni, invasioni (su tutte quelle dei francesi nel XVIII e XIX secolo) , le guerre mondiali e non certo da ultime le piaghe della peste e del colera. E sono proprio le tematiche di questi piccoli e grandi drammi, privati o collettivi, a scandire le sezioni del volume, ciascuna delle quali presenta poi all’interno una ricca casistica di esempi disseminati sul territorio trentino. Testimonianze che superano spesso il tradizionale piccolo formato dell’ex voto, aprendosi alla grandezza delle pale d’altare, e oltre, anche se dal punto di vista della storia sociale gli esemplari più interessanti e gustosi rimangono indubbiamente quelli artisticamente più modesti, di scarso valore pittorico ma certamente più narrativi, intimamente patiti e talvolta patetici.

In questa profusione figurativa alquanto catastrofista compaiono così, in maniera spesso naïf, uomini catapultati da cavallo e annegati miracolati, bambini rachitici e anziani morenti, sciatori poco accorti e automobilisti distratti, come quelli presenti in un ex voto del 1928 conservato a S. Romedio, raffigurante un incidente avvenuto a Sanzeno tra un’automobile e un tram.

Non meno interessanti da un punto di vista storico i capitoli dedicati agli ex voto realizzati in tempo di peste e colera, alternanti immagini delle morie provocate dai morbi a quelle dei due santi protettori maggiormente invocati in tali occasioni, S. Sebastiano e soprattutto S. Rocco, quest’ultimo titolare di ben 102 tra chiese e cappelle sparse nel territorio trentino.

Altri capitoli indissolubilmente legati alla storia sono poi quelli inerenti gli ex voto che narrano l’atroce violenza delle guerre, a partire dall’invasione francese del 1703 e fino all’ultima Guerra Mondiale, passando naturalmente per la Grande Guerra. La casistica di tali esemplari è naturalmente molto varia, così come la natura dei loro committenti: singoli soldati soprattutto, ma anche gruppi di reduci e intere comunità risparmiate dalle bombe, come nel caso del borgo di Belvedere a Ravina.

Il capitolo conclusivo è stato infine dedicato agli ex voto che raccontano i roghi che a più riprese devastarono piccole e grandi porzioni del territorio. In questi casi i “santi pompieri” invocati per la fine della calamità erano naturalmente Santa Barbara e San Floriano; a tal proposito un’appendice dedicata alla loro figura è stata affidata in chiusura del volume a Pietro Marsilli, curatore nel 2006 della mostra “Arte, devozione e antincendio in Trentino”.

Sebbene la pratica dell’ex voto dipinto sia oramai scomparsa, sostituita dall’utilizzo di oggetti industriali in metallo stampato - i classici cuori argentati con inciso “P.G.R.” (Per Grazia Ricevuta) -, questi curiosi oggetti non hanno smesso di stimolare gli artisti, credenti e non; al Museo Diocesano di Villalagarina si è infatti da poco conclusa una mostra in cui ben 57 artisti si sono confrontati con il tema della “grazia ricevuta”.

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