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Il “Lustrasnòi”

Andrea Castelli

Questo vocabolo del vecchio dialetto della città di Trento, "Lustrasnòi", l’ho imparato da mio nonno. Ormai in disuso era composto dal verbo "lustrare" e dalla parola tedesca che indica, se non erro, la serratura a scatto delle maniglie a pomello di certe porte, "schnoll". Era usato nel dialetto della città di Trento e indicava, con un velo di disprezzo, gli abituali frequentatori di certe maniglie importanti, l’adulatore del potente, insomma il ruffiano. Se la buon’anima di mio nonno potesse tornare a guardarsi intorno noterebbe con stupore che la disistima di tale figuro, oggi, andrebbe rimodellata su altri parametri di considerazione pubblica.

Il "lustrasnòi" moderno ha dovuto subire modificazioni genetiche importanti per evitare l’estinzione di una specie pressoché eterna. Il soggetto in questione, modernamente inteso, vuoi per l’andamento al ribasso delle istituzioni e loro considerazione, vuoi per il perfezionamento genetico di cui sopra, ha scalato qualche gradino da quando mio nonno lo nominava con un sorrisetto beffardo.

Il "Lustrasnòi" di oggi gode innanzitutto di una considerazione che cinquant’anni fa sarebbe parsa insperata e si muove come un luccio vorace nelle acque torbide che stanno accanto alla politica e nei pressi degli affari, ma che a ben vedere nulla hanno a che fare né con l’una né con gli altri. Se una volta era semplicemente un ruffiano ora è stato promosso al grado di millantatore e qui diventa pericoloso. Oggi tra l’altro il "Lustrasnòi" si è elettronicamente aggiornato ed è facile vederlo per strada con l’auricolare pendulo che parla da solo. Nove volte su dieci fa finta, ma essendo millantatore, millanta. Millanta curricola, frequentazioni politiche, entrature importanti, agganci sorprendenti. I politici li chiama sempre per nome e, ove possibile, a voce alta. Non cadete nell’ingenua trappola di domandare "Tullio chi?" perché è quello che lui si aspetta: vi sillaberà con finta sorpresa ("ma come non lo conosci?!") un cognome di peso. Essendo che ai nostri tempi la mediocrità è eletta a sistema, il nostro ha buone possibilità di emergere e ben figurare, ottenendo cose per le quali seri professionisti che ci hanno speso una vita, darebbero l’anima.

Attenti al "Lustrasnòi"!

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