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Vita Trentina, un giornale necessario

Giorgio Grigolli
Redazione di Vt

Attirato dal vostro corposo interrogativo, ho messo attenzione sull’ultimo numero di Questotrentino a quella questione di fondo. Se un giornale diocesano oggi si può fare. Voi ci mettete, cordialmente, lo scetticismo. Io rispondo che ci vuole. Purché capace di proposta e di confronto. Del resto, Vita Trentina, ha tutta una storia su questo, fortemente accentuata nella gestione di don Ivan Maffeis. Lasciamo stare i paragoni, purtroppo ridotti in qualità, nell’Italia della fedeltà cattolica. Tuttavia, con accento cordiale, Marco Zeni lo voglio vedere alla prova anch’io.

In fatto di comunicazione cattolica, al momento, metterei l’attenzione sulle nuove traiettorie, segnalate da papa Benedetto, in coincidenza con la giornata mondiale delle comunicazioni, prevista per il 16 maggio. Dai nuovi traguardi si potrebbero desumere alcuni titoli: il Vaticano invita a creare parrocchie digitali; la questione è di evangelizzare la rete; occorre dare anche a Dio diritto di cittadinanza nel cyberspazio; attraverso le nuove forme di comunicazione, Dio potrà avanzare lungo le vie della città. Il Vaticano ha appena messo su Internet l’intera Bibbia in cinese. Il sito “Pope2you” lanciato dal Vaticano nel maggio 2009 ha registrato due milioni di contatti nel solo periodo natalizio. La Parola, adesso, dovrà anche “navigare”. Certo, il “come” non può sopprimere il “cosa”. Recentemente, mons. Crociata, segretario generale della conferenza episcopale italiana, primo collaboratore del card. Bagnasco, presidente, ha detto che troppo spesso la predicazione attuale è come “la melassa”, quasi “una poltiglia melensa”. Occorre, quindi, anche una voce convincente dal tradizionale ambone. Una capacità di comunicazione. Non basta essere moderni, preti cybernauti. Occorre essere attuali.

Su cosa potrebbe cimentarsi, Marco Zeni? Parlo di proposte, di dibattito, non di opinioni genuflesse. Su questo, papa Benedetto pare riservato e imperniato su vedute tutte sue. Ci aveva provato il card. Martini, nel 1999. Senza grande esito. Mettiamoci a confronto, aveva detto. Aveva elencato temi: la carenza di ministri ordinati; la partecipazione dei laici ad alcune responsabilità ministeriali; la posizione della donna nella Chiesa; la sessualità; la disciplina del matrimonio; il ravvivamento della speranza ecumenica. Quasi un Vaticano Terzo, avevano detto nell’alta gerarchia. Tanto per archiviare. Adesso, imperiosa, anche la questione del celibato, dopo le vicende irlandesi e germaniche. Lui, a dire che occorre dialogare. Qualcuno andò a ripescare addirittura Pio XII, un suo incitamento lontano. Fu quando, il 17 marzo 1950, a un congresso dei giornalisti cattolici, aveva sostenuto la necessità che nella Chiesa si sviluppi un’opinione pubblica. Detto da Pio XII!

Adesso, si vorrebbe sostenere che un settimanale cattolico, su questo e altro, è di troppo? No, no, occorre. Auguri a voi e a Zeni.

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