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La visita del Papa vista da un Trentino che vive nel Regno Unito

Michele Roner

Oggi ho sentito la mia mamma al telefono e tra una chiacchiera e l’altra le ho detto: “Il Papa è finalmente tornato in Italia!” e la conversazone ha virato verso lo scampato attentato terroristico contro il Papa. Quale attentato? Ah sì, la polizia lo scorso fine settimana ha arrestato 6 spazzini (di origine algerina) di un’azienda che tiene pulite le strade di Londra. Pur non avendo trovato nessun tipo di strumento che potesse essere considerato un’arma, sono stati interrogati, ma poi rilasciati senza accusa.

La visita del Papa è stata un grande successo dal punto di vista mediatico, è anche stata l’occasione, per questo paese multietnico e multiculturale, per parlare di religione, di analizzare l’operato di questo pontificato, di ascoltare opinioni contrarie. Gli inglesi amano ascoltare entrambe le campane, amano i dibattiti e mettere a confronto teorie opposte. Alcuni giorni prima dell’arrivo del Papa gli abitanti dell’isola hanno potuto apprezzare il documentario trasmesso su un canale commerciale (Channel 4) “The Trouble with the Pope” dell’attivista in diritti umani Peter Tatchell sull’influenza della religione cattolica in zone povere del pianeta, nonché alcuni documentari scientifici su Charles Darwin e sulla nascita dell’Universo.

Il Papa è stato preceduto nella sua visita da una delle sue ossessioni, “i nuovi tipi di famiglia”, ai quali vorrebbe negare qualsiasi diritto. Nuovi tipi di famiglie esistono e funzionano! Conosco bene una mamma e un papà trentini che hanno due bellissime bambine, una casa, un lavoro, sono due persone fantastiche, si preoccupano delle sorti del mondo, di pace, di nonviolenza, di sostenibilità, ma non sono uniti in matrimonio.

È apparso ovvio che il motivo principale della visita papale è stato quello di fare pubblicità alla Chiesa cattolica, con lo scopo dichiarato di arruolare nuovi accoliti, e, in quanto funzionale alla sua causa, riconoscere il valore di altre religioni, demonizzando chi si proclama ateo. Il pontefice ha più volte espresso rammarico per la “aggressiva secolarizzazione, l’aggressivo ateismo e la crescente marginalizzazione delle religioni alla sfera privata” nella società moderna.

Ma tutto è stato molto misurato, anche gli incontri con i rappresentanti delle altre religioni. Molti inglesi sono rimasti affascinati dalla pacatezza di questo Papa che molti invece ritengono privo di carisma, paragonato al precedente. (...)

Il principale problema della Chiesa cattolica è l’essere stata in passato un regno potente e adesso il continuare ad agire come se ancora avesse il potere di governare il mondo, dettando leggi valide per tutti, pretendendo che i propri valori vengano considerati universali, e che ad essi perfino i governi debbano sottostare. (...)

Sembra incomprensibile per questa Chiesa che possano esistere persone che non seguono i suoi dettami, e altrettanto incomprensibile che uno Stato debba tenere conto di queste differenze. Non si capisce perché la Chiesa, le cui regole spesso non vengono rispettate neppure dai suoi aderenti, pretenda poi che lo Stato riconosca queste leggi e legiferi di conseguenza.

Ha forse la Chiesa paura che i propri accoliti, avendo questa opportunità (ad esempio, fondare un nuovo diverso tipo di famiglia, usare la pianificazione familiare usando la pillola contraccettiva, ecc.) di decidere liberamente possano scegliere la strada sbagliata? Certo, la libertà comporta grande sforzo e responsabilità per le proprie azioni e accettarne (e qualche volta pagarne) le conseguenze. Sappiamo che l’uomo non è fatto per vivere senza regole, ma sappiamo altresì che non ci sono solo regole formali dettate dalla legge, ci sono anche regole dettate dalla società, a volte anche più stringenti. Questa Chiesa fuori dal tempo insiste invece che moralitá ed etica, necessarie in questo mondo, derivano solo dalla religione. Perché non guardiamo in faccia la realtà? Quello che viene predicato nella religione cattolica è l’amore di Dio per i peccatori che si pentono (per poi tornare a ricadere nel peccato e pentirsi di nuovo). La confessione e l’amore di Dio per i peccatori rende i cattolici molto più propensi a peccare. (...)

Gli atei è molto più probabile che siano tolleranti, che supportino i diritti delle donne e dei gay. Uno studio del 1990 sulla popolazione carceraria degli Stati Uniti ha rivelato che solo un veramente magro 0.2% si dichiarava ateo. E ancora, sempre negli Stati Uniti, la percentuale più alta di omicidi si verifica negli stati con più alta religiosità (Alabama, Louisiana); un dato confermato anche dal contrario: meno omicidi negli stati meno religiosi (Vermont, Oregon). (...)

Tornando alle proteste di una parte della società inglese, grande spazio ha avuto la questione degli abusi sessuali sui bambini da parte di membri del clero e la loro “copertura”. È un tema molto sentito e le vittime si sono unite in un’associazione per chiedere giustizia. Altro tema è l’uso dei contraccettivi e di protezioni (preservativo) nei rapporti sessuali per contrastare la diffusione dell’AIDS. E poi i diritti delle donne, il loro diritto di avere accesso alla carriera ecclesiastica. In questo momento l’ordinazione di donne e l’abuso sessuale su minori stanno nella stessa categoria di “delicta graviora” secondo la Chiesta cattolica. Senza dimenticare i diritti dei gay e le proteste sulle scuole cattoliche.

Non sono un ateo fondamentalista e non è nei miei piani lottare per un mondo ateo; credo nella libertà altrui, e quindi anche nella libertà di culto, finché tale libertá di culto non lede la mia di non avere una religione. Appunto perché troppi esseri umani sono stati e sono uccisi ancora per la loro fede, il Papa dovrebbe apprezzare la libertá di culto e capire che questa libertà vuol anche dire libertà di non credere.

È inaccettabile l’intrusione della Chiesa nella sfera di competenza dei governi, la pretesa di voler governare il mondo. Inaccettabili sono i danni che la Chiesa sta facendo fuori dall’Europa in tema di contraccezione e di protezione. È insostenibile sia dal punto di vista umano che dal punto di vista ambientale considerare la pianificazione familiare un peccato, ben sapendo che in certe parti del mondo si crea solo miseria, ben sapendo che non ci sono risorse, visto che vengono usate dall’altra parte del mondo per mantenere il proprio standard di vita. Mettere al mondo bambini in questo modo non è un atto d’amore. Predicare la castità è un’imposizione contraria ad ogni legge naturale, e dire che l’uso di preservativi è peccato è un atto criminale che aiuta solo la propagazione dell’AIDS.

Il Papa e questa Chiesa sbagliano; è criminale condannare essere umani alla morte per malnutrizione e per AIDS, l’uso dei preservativi non può essere considerato peccato. Mentre in Europa i cattolici vivono serenamente usando preservativi e contraccettivi e avendo rapporti omosessuali, in molti Paesi dell’Africa le parole della Chiesa pesano come macigni e vengono prese alla lettera. (...)

A proposito degli abusi sui bambini, il Papa ha espresso dolore e afflizione e ha detto che si vergogna per il comportamento di questi membri del clero; i rappresentanti delle vittime hanno risposto che per quanto apprezzino queste parole, ciò non vale come una ammissione di colpa e una presa di responsabilità. Sembra che la Chiesa non sappia o non voglia affrontare questa situazione, non sappia risolvere il problema. Abbiamo appreso dalle associazioni delle vittime di abuso che alcuni di questi abusatori fanno ancora parte del clero, e quello che esaspera le vittime è proprio il modo furtivo di procedere e il vedere che gli abusatori accusati sono ancora attivi, sono stati solo spostati di diocesi, evitando la giustizia civile.

Una nota positiva di questa visita sono state le parole che il Papa ha rivolto ai giovani, chiedendo loro di fare attenzione alla cultura che viene trasmessa sui media dalle celebrità dello spettacolo o dello sport, che incoraggia i giovani ad assomigliare ai loro miti del mondo dello sport e dello spettacolo: bravo Benedetto: basta veline che si accoppiano con calciatori! (...)

Così, tutto sommato, la visita può essere considerata positiva dal punto di vista mediatico per la Chiesa, con maree di folla nelle occasioni pubbliche, sia a Londra che a Birmingham. I protestanti si sono trovati in 12.000 a Londra. Io non c’ero, e come me molti altri atei e agnostici “non militanti”.

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