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Cime Tempestose

Sciacalli - 1

Il sito de l’Adige ha pubblicato in home page e in bella evidenza la notizia della confessione di Michele Misseri, l’uomo che avrebbe ucciso la nipote, Sara Scazzi, nel tarantino. E ha riportato il commento indignato di Fabrizio Franchi, che se la prende con i giornalisti di “Chi l’ha visto?”, rei di avere indugiato sul volto della madre della ragazza mentre veniva a conoscenza della verità in diretta tv. Cosa c’entrasse il fatto di cronaca nera pugliese con l’informazione trentina e perché il sito de l’Adige lo riportasse in home page non si sa. Forse lo avrebbe potuto spiegare il direttore Giovanetti, che negli stessi giorni, in relazione al presunto infanticidio di Cognola, ha parlato di “unico barlume di umanità”, riferendosi alla badante che avrebbe denunciato l’episodio. Quel barlume di umanità che invece è mancato ai giornalisti di “Chi l’ha visto?”. E pure a quelli de l’Adige e del Trentino, che si sono gettati a capofitto sul fatto di Cognola nel tentativo di appagare la passione per il macabro. In nome del diritto di cronaca, si giustificano loro. Giovanetti, l’umanitario, ci sguazza in questo diritto di cronaca. Franchi, il moralista, stavolta tace.

Sciacalli - 2

Il telegiornale di TCA ha reso noti alcuni stralci delle intercettazioni telefoniche tra il compagno e il padre della indagata del presunto infanticidio di Cognola. Conversazioni private lette senza remore dalla bionda giornalista televisiva e date in pasto al pubblico affamato di sangue del gossip di nera. Vampiri nostrani.

Inutile cronaca

Ancora un episodio di “nera” che ha furoreggiato sui giornali: l’uccisione del marito da parte di una donna di Villa Lagarina. In occasione del funerale della vittima, il giornalista del Trentino è andato nel paese a raccogliere le impressioni (?) dei partecipanti alla funzione, riferendo la nascita di due “fazioni”, una accusatoria e l’altra assolutoria dell’imputata. Come sempre accade nei paesi, che pullulano di giudici improvvisati, incapaci di affrontare la morte col pudore della sospensione del giudizio. Perché farne inutilmente oggetto di cronaca, finendo poi per paragonare in modo sballato Villa Lagarina alla Verona divisa tra Montecchi e Capuleti?

Crociati de noantri

Il Comune di Volano ha dedicato un cippo commemorativo agli austrotirolesi che nel 1809 si opposero all’esercito franco-baverse guidato da Napoleone. Testo del cippo, corredato dalla croce vandeana simbolo del conservatorismo cattolico: “In nome della Patria e a difesa della Fede qui, alla fine del mese di aprile del 1809, i tirolesi insorsero contro il Tiranno d’Europa”. Da notare che gli abitanti del paese non presero parte agli scontri e osservarono spaventati la battaglia. Ma agli amministratori di Volano, tronfi del loro patriottismo crociato, non ditelo. Potrebbero rimanerci male.

Medium, anzi Extra-Large

Sandra Milo ha partecipato ad Arco al festival di Astra e ha rivelato di essere nata in una casa dove gli spiriti le facevano le trecce dei capelli mentre dormiva e di aver visto l’aura dei concorrenti all’Isola dei Famosi. Una specie di medium che vede ciò che gli altri non vedono. Come quella volta che finse di piangere in diretta per il falso incidente del figlio Ciro. Anche lì vide l’invisibile. E prese tutti per i fondelli.

Meritocrazia

L’assessore all’istruzione Marta Dalmaso si è opposta alla proposta del ministro Gelmini di rendere noti online i curricula dei docenti “perché questo potrebbe creare dei problemi alle scuole e scatenare delle guerre tra le famiglie per accaparrarsi gli insegnanti migliori”. Secondo l’assessore sarebbe inutile recepire una norma “che non incide sul reclutamento dei docenti”. Per quello, infatti, basta la carta d’identità. Ed essere vecchi, molto vecchi.

Vero, falso, X

A Trento due (vere) prostitute rumene hanno contribuito ad evitare che un uomo venisse derubato da una (falsa) squillo e dai suoi complici. Nel frattempo, a Rovereto, Patrizia d’Addario, falsa prostituta che si spaccia per vera escort (o viceversa), ha inciso una canzone con dj Carollo (quello che faceva cantare Vasco alle figlie di 6 e 9 anni), attirando l’attenzione dei media locali. Tra quelle vere, quelle false e quelle falso-vere, comunque, si salvano solo le prime. Per dignità.

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