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Allora, si fa festa?

Giovanni Galluccio, UILA-UIL del Trentino

Forse il PD del Trentino ha bisogno di recuperare visibilità rispetto alla classe operaia e quindi demanda a Bruno Dorigatti una cura d’immagine con la presidenza del Consiglio Provinciale?

Quello che fa da contrappunto stonato a questo tentativo sono le boutade dell’avv. Olivi, assessore all’industria, ma non al lavoro, come egli stesso tiene a precisare.

Con quale dubbio gusto può l’assessore all’industria venir meno ancora una volta al suo ruolo istituzionale, per trasformarsi in P.R. della signora Vescovi e provare a risolvere, con una proposta festaiola, il dilemma che attanaglia la signora Marcegaglia: in fabbrica il 17 marzo, per la festa nazionale “una tantum” che celebrerà i 150 anni dall’Unità d’Italia voluta dai Savoia, anziché lavorare facciamo una festa del lavoro a porte aperte?

Avvocato Olivi, quante ore di cassa ordinaria, straordinaria ed in deroga sta costando alla collettività la crisi, spesso usata dalla classe imprenditoriale anche per coprire la sua vetustà ed inadeguatezza ad affrontare le sfide dei mercati internazionali, soprattutto in Trentino?

Avvocato Olivi, la signora Marcegaglia parla di costi insostenibili per la produzione e di una iniziativa che ostacolerebbe il tentativo di assecondare i timidi segni di ripresa, per cui vorrebbe che i suoi dipendenti, ed i dipendenti dei suoi associati, lavorino, anche in una festa nazionale, seppur una tantum, ma pur sempre nazionale.

Sa quanti lavoratori vorranno assicurarsi, se spetterà loro, la maggiorazione per lavoro festivo che deriverà dal lavorare un giorno in più, per arrivare a fine mese?

Sa quanti, anche il 2 giugno, giovedì, chiederanno di poter lavorare per le stesse immutate ragioni economiche, rinunciando all’unico ponte possibile da qui a giugno? E quanti quel ponte lo passeranno a casa, magari in cassa integrazione o mobilità?

Da qui ad allora, avvocato Olivi, provi a passare più tempo in fabbrica e meno a far footing ed a curare la sua immagine, magari al fianco di organizzazioni sindacali a lei vicine, con proposte i cui costi, festaioli e allegri, potrebbero, in parte, ricadere anche su chi, suo malgrado, ha anche contribuito alla sua elezione.

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