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Perché Zanotelli mi piace

Antonio Marchi

A me Alex piace perché sconvolge, anche se a volte mi irrita. Mi piace perché ci mette passione nel dire le cose e ha, nel dirle, lo spirito del rivoluzionario. Mi piace perché mi assomiglia, anche se io non porto i sandali tutto l‘anno. Non mi arrischio a criticare niente di lui, perché lo considero un profeta e un profeta non può fare politica come Silvano Bert e avere il "senso delle cose":

La storia la fanno i potenti! Questo è il limite che va superato. Poter disporre, oggi, di cibo a sufficienza per tutti in questo mondo e constatare che questo è negato per arroganza politica e stupidità umana, dà la misura del limite. Da qui nasce la disperazione e l‘angoscia che fa urlare Alex, ma anche altri.

Cosa si può fare? Assistere a questo dramma umano senza intervenire, e come? La politica del piccolo gesto paga solo l‘arrendevolezza o l‘inconsapevolezza del problema e comunque lascia le cose come stanno, non scopre il colpevole.

C‘è il rischio di non farsi capire? Sì, ma c‘è anche il rischio non solo di non migliorare le cose, ma di non farcela. Dietro l‘angolo di casa, non solo guerra e terrorismo, ma anche fame e malattie riducono di giorno in giorno il problema del sopravvivere per milioni di esseri umani. Se non siamo solo bestie dobbiamo occuparcene ed ognuno sa cosa può fare. La situazione che abbiamo trovato dove siamo nati non ci autorizza, nonostante gli sforzi e le conquiste, ad arrenderci. Ci siamo conquistati il diritto di vivere, non possiamo negare a chi è escluso lo stesso diritto!