Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

A proposito di porfido

Francesco Borzaga

Leggo della sollevazione suscitata in Consiglio provinciale, soprattutto da parte dei rappresentanti del settore del porfido in quell’assemblea, ma non solo da questi, per le mie dichiarazioni alla conferenza stampa di mercoledì 2 marzo. Tra quanti non fanno parte del Consiglio, noto le dichiarazioni del direttore dell’Ente sviluppo porfido, signor Stefano Tomasi, che si dichiara amareggiato e offeso nella sua personale onestà, professionalità e dignità. Il signor Tomasi, che non conosco personalmente ma della cui onestà personale non ho motivo di dubitare, fa presente come un settore mafioso sia quello nel quale "pochi fanno i miliardi a spese dei tanti che muoiono di fame".

Non condivido questa definizione. Non sempre uno "sviluppo" con caratteristiche mafiose impedisce un qualche tipo di miglioramento economico per la collettività. Si pensi ai fiumi di denaro messi in circolo non solo dalla droga o dalla prostituzione, ma pure dalla speculazione edilizia o da altre forme di malgoverno. Personalmente vedo caratteristiche mafiose in un’economia sistematicamente sottratta alle regole o nella quale le regole vengono sistematicamente piegate all’interesse di pochi soffocando i legittimi diritti di quanti sono invece la maggioranza. Definisco mafiosa una situazione nella quale gli interessi collettivi e della proprietà pubblica sono sistematicamente ignorati, le rappresentanze politiche sono strumentalizzate e nella quale si permette così il formarsi ed il perpetuarsi di grossi privilegi. Da ciò deriva un evidente squilibrio, incompatibile con una decente democrazia, il quale conduce tra l’altro ad una sistematica distruzione del territorio.

E’ questa la situazione che vedo consolidata nel settore del porfido. I dati messi a disposizione dal comitato spontaneo che ha promosso il disegno di legge dei consiglieri Pinter, Bombarda, Viganò e Catalano, nonché le testimonianze emerse durante la stessa conferenza stampa del 2 marzo, sono impressionanti e giustificano pienamente i termini da me usati.

Si tratta di uno stato di cose congelato ed incancrenito da decenni, sul quale conservo nel mio archivio una documentazione impressionante. In tutti questi anni la gestione politica del settore, che ha visto come attori di primo piano figure direttamente e personalmente interessate (di cui il defunto consigliere Sergio Casagrande è classico esempio), ha costruito e garantito privilegi, ingiustizie, danno economico ai Comuni e ancora un gigantesco danno ambientale.

Il sig. Tomasi è certo un ingenuo. Per quanto mi riguarda, non ritengo di poter modificare il mio giudizio. E’ in atto, mi sembra, un tentativo di spostare l’attenzione sulle lamentele e sui lai personali, evitando così per l’ennesima volta di dare conto della realtà delle cose. Il disegno di legge dei quattro consiglieri rappresenta un onesto tentativo di mettere ordine in un settore evidentemente malato. Non pare che il Presidente della Giunta provinciale Lorenzo Dellai, che ha così cari gli astuti emendamenti e le leggine "omnibus", abbia accolto con simpatia il citato disegno di legge. Si tratta appunto di un’iniziativa onesta, in un settore che proprio non lo è.

Francesco Borzaga,
Presidente WWF

Articoli attinenti

In altri numeri:
Porfido: gli effetti collaterali

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.