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Noi zingari

Associazione Italiana Zingari

I Rom della ex Jugoslavia e i Rom rumeni, e i Sinti che si identificano nelle linee dell’Associazione Italiana Zingari Oggi (AIZO) sono molto preoccupati per la situazione che si è creata dopo l’ultimo episodio di intollerabile violenza avvenuto a Roma da parte di un romeno. Jonko Jovanovic, vice presidente nazionale dell’Aizo, invita però il governo a non fare di tutte le erbe un fascio. Jonko è uno dei rom "storici", arrivato in Italia ormai 40 anni fa dai Balcani. Insieme a molti altri suoi connazionali si è reso utile lavorando per sé, per la sua famiglia, per mandare dei soldi a casa e - perché no - anche per la società italiana, alla quale deve molto, ma alla quale chiede diritti, dignità e soprattutto giustizia. E dunque prende le distanze da chi, Rom o altro, vive lontano dalla legalità.

La presidente dell’AIZO, Carla Osella, ribadisce le parole di preoccupazione di Jonko, constatando che l’attenzione di tutta l’opinione pubblica è oggi rivolta contro queste popolazioni più deboli. Rom e Sinti sono i più esposti al rischio di atti razzismo, come tutti gli stranieri baraccati nelle periferie delle grandi città.

Bisogna certamente ridare sicurezza al Paese, ma non con azioni dimostrative quali l’espulsione per tutti. Questo atteggiamento favorisce quelle fasce di razzisti che si sentono autorizzate ad agire al di fuori della legge, a creare squadroni per pestare i cattivi di turno, come è tristemente avvenuto a Roma. Le cronache dei giornali riportano solo i casi più gravi che accadono, ma molte delle persone che vengono indicate come pericolose sono inserite nel mondo del lavoro, vivono con serenità la vita che l’Italia offre loro, sono parte integrante della politica economica del paese. Hanno famiglia e non fanno male a nessuno.

L’Italia è sempre stata una nazione capace di comprendere i conflitti sociali e di affrontarli con pragmatismo e giustizia, senza farsi prendere da una non meglio definita emergenza sicurezza che potrebbe dimostrarsi iniziativa dai risvolti antidemocratici e quindi non nel nostro stile di italiani.

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