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QT n. 15, 11 settembre 1999 Scheda

Mercato del lavoro

Andrea Grosselli e Lorenzo Fedel

Iquesiti riguardanti la disciplina dei licenziamenti, il lavoro a domicilio, il collocamento, il part time e i contratti a tempo determinato chiedono ai cittadini di abrogare alcune garanzie per il lavoratori occupati. Di fatto da un lato toglierebbero loro alcuni diritti frutto di passate lotte sindacali (ma era l’epoca della piena occupazione: oggi invece quelle tutele si possono confondere con i privilegi, data la penuria di posti di lavoro continuativi), ma dall’altra renderebbero estremamente dinamico il nostro mercato del lavoro. In pratica il referendum chiede di rendere esplicito ciò che sta già accadendo anche da noi, dove in forma surrettizia (attraverso gli abusati contratti di formazione ed altre forme di contratti a termine) la precarizzazione e la flessibilità del lavoro imperano da anni tra le giovani generazioni.

La filosofia di fondo si ispira ai modelli olandese, inglese e, ultimo arrivato, spagnolo, dove il dinamismo del mercato del lavoro dovrebbe ovviare ai rischi del precariato producendo un aumento di occupazione (con costi molto più bassi per le imprese): i lavoratori non hanno mai un posto fisso ma cambiano con velocità aziende e mansioni. I problemi che sorgono sono però legati al fatto che le norme che verrebbero abrogate renderebbero del tutto precaria e deregolata l’occupazione futura (tanto che i referendari propongono pure l’abolizione della norma che prevede il reintegro del lavoratore se licenziato senza giusta causa). Inoltre i referendum impongono scelte nette di campo, ma in materie come la programmazione economica e sociale sarebbe auspicabile produrre disegni generali e organici. Da ultimo, le proposte dei referendari andrebbero a gravare su lavori a bassa professionalizzazione: si parla quindi di posti di lavoro già oggi a rischio di fronte al massiccio sviluppo tecnologico che tende a far scomparire le mansioni di basso livello. E poi siamo certi che i nostri industriali siano capaci di essere dinamici e flessibili quanto si pretende che siano i lavoratori dipendenti?