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QT n. 20, 21 novembre 1998 Cover story

Scuola, Chiesa e soldi pubblici

Come si vede dalle tabelle, in Trentino il finanziamento pubblico alle scuole non statali esiste già (5.800 milioni nel '96), è decisamente cospicuo (attorno al 60% del costo totale) e in continua crescita (nel bilancio '98 è lievitato a 7.200 milioni)

Tab. 1 Studenti nelle scuole trentine (1998)
ScuolaPrivateStatali
Elementari58422.500
Medie50213.500
Superiori82218.000
TOTALI1.90854.000

E stiamo parlando delle scuole elementari, medie e superiori: le scuole d'infanzia e le professionali sono finanziate al 100%. "La parità in Trentino è un dato di fatto ci dice Vincenzo Passerini, cattolico, già assessore all'istruzione - Basti pensare che le attuali richieste della Cei allo Stato italiano, comportano una spesa di 340 miliardi su un totale per la scuola pubblica di 75.000 miliardi, una percentuale ben inferiore a quella che stiamo dando noi oggi."

Ma allora, cosa vogliono le scuole cattoliche trentine, con le loro manifestazioni, marce, pressioni di politici?

"Sì, è vero, la Provincia concorre con cifre consistenti - risponde don Giacometti, direttore del Collegio Arcivescovile - Ma noi facciamo un altro ragionamento: un nostro studente costa 6,5 milioni; uno studente della scuola statale ne costa alla collettività più di 13. Quindi finanziarci in toto, permetterci di espanderci, significherebbe non solo ampliare le possibilità di scelta delle famiglie, ma anche fare un'operazione conveniente

Passerini non è d'accordo: "I 13 milioni sono dovuti in parte al più conveniente trattamento del personale; ma soprattutto al fatto che la scuola pubblica si prende carico di tutte le situazioni, andando a servire ogni valle, ogni paese. Sono ben diversi i costi se si ha un sistema ramificato su tutto il territorio, che si prende cura di tutti i casi, e se si ha invece una scuola in città."

Rimane poi il discorso di fondo: come mai la scuola privata trentina, per quanto così abbondantemente sovvenzionata, stenta ad andare avanti, ha una percentuale minima di studenti (il 3,5%, contro 1'8% nazionale), e lega a questa battaglia la sua stessa sorte? Non è che abbia perso, nella società attuale, le proprie motivazioni, la propria ragion d'essere?

"II fatto è che la Cei ritiene che l'evangelizzazione della società debba passare attraverso la scuola cattolica - risponde Passerini - Io invece penso che sia uno spazio di autonomia che è giusto salvaguardare, ma guai se lo si pensa come rimedio allo svuotarsi delle chiese. E' la strada perdente della Chiesa che cerca appigli nello Stato per diffondere il proprio messaggio".Così la pensa anche don Piero Rattin, parroco di Piedicastello, che in un coraggioso intervento su L'Adige ha affermato che se la Chiesa vuol essere luce della società, non può pensare che la bolletta la paghi lo Stato. E per questo don Rattin è stato attaccato da mille parti. Anche a noi, dai risultati della nostra inchiesta, non sembra che le scuole cattoliche possano ragionevolmente essere uno strumento di diffusione del messaggio religioso. Ma la Chiesa sembra preda di una coazione a ripetere: in grave difficoltà nella società attuale, cerca di riesumare antichi strumenti, e soprattutto cerca soldi per mantenere una struttura che oggi nonha più molto senso.

Tab. 2 - Scuole private, studenti e milioni (1998)
ScuolaStudentiFinanziamento Pat (in milioni)
Arcivescovile4461739
Sacro Cuore148645
Oxford119623
Gardascuola109490
Tab.3 Chi paga(spesa delle scuole non statali nel 1996)
Spesa a carico di:Valori assoluti (milioni)% sul totale
Finanziamenti PAT5.80059%
Rette delle famiglie3.20033%
Beni propri delle scuole8008%
TOTALE9.800