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Bretella di Mori: riassumendo...

Giorgio Rigo Presidente di Italia Nostra

Gli esiti della consultazione elettorale hanno già scatenato politici e politologi sulle tracce delle motivazioni che avrebbero guidato le scelte politiche dei trentini e delle conseguenti interpretazioni. Italia Nostra intende proporre una propria - a caldo - utilizzando come esempio un tema bollente: la bretella di Mori. Questo collegamento stradale è uno dei troppi esempi della evidente pochezza pianificatoria e progettuale che ha caratterizzato l'ultimo quinquennio della nostra autonomia provinciale. Dal 1993 ambientalisti ed altre persone ragionevoli, hanno tentato di spiegare le molte ragioni che portavano a considerare profondamente errati i progetti proposti:

1. la bretella si origina dalla viabilità autostradale anziché da quella ordinaria, compromettendo la sua funzione di servizio alle comunità locali, accentuandone anzi i problemi;

2. il sovradimensionamento dell'opera, oltre a determinare compromissioni paesistico-ambientali, induce a cascata altri problemi infrastrutturali (gallerie, svincoli, raccordi, rotatorie): su questa scala dimensionale tutto diventa più difficile;

3. le caratteristiche del tratto progettato portano necessariamente ad una alternativa di soluzioni per il proseguimento dell'opera ancor più errata delle premesse: a) o la prosecuzione con un'opera di dimensioni meno impattanti da Mori ovest fino alla Busa, con la creazione di un collo di bottiglia: ma allora perché non si persegue una ipotesi progettuale corretta ed omogenea in tutto il suo tracciato? b) oppure la prosecuzione secondo i caratteri dimensionali del primo stralcio, con conseguente devastazione di Loppio, di passo S.Giovanni e un impatto sul Basso Sarca quanto meno rilevante;

4. le modalità costruttive e il tracciato provocheranno gravi problemi idrogeologici interferendo con le falde (gallerie nei pressi di Mori), mentre si sarebbe agevolmente potuto optare per un percorso meno problematico; accanto alle valutazioni ambientali, che com'era ovvio Italia Nostra pone come prima questione, abbiamo espresso le nostre valutazioni sulla incongruenza dell'opera con le caratteristiche economico-turistiche della zona, invitando a valutare gli aspetti di degrado dell'opera in sé, l'ulteriore degradazione provocata dalla induzione di traffico implicita in un'opera di queste caratteristiche, le conseguenze inevitabili che un simile tipo di collegamento avrebbe sul turismo della zona: un'accentuazione del turismo consumistico, a breve, modello "mordi e fuggi", quando si dovrebbe puntare esattamente su una strategia opposta, quella della riqualificazione. Proponemmo in tempi operativi e non sospetti e continuiamo a riproporre ora un modello progettuale sul tipo delle parkway americane, che anche con dimensioni rilevanti dell'asse stradale perseguono un inserimento morbido, non iperinfrastrutturato, in grado di rendere compatibile la mobilita locale con la fruibilità turistica, atto a valorizzare anche i valori ambientali intermedi: ossia l'esatto contrario di una bretella collettore che deve indurre la massima velocità. Le risposte della Giunta, assessori e tecnici provinciali furono:

1. problemi idrogeologici non ve ne sono (non è vero).

2. le strategie complessive nel turismo non ci competono perché il progetto va valutato esclusivamente sotto il profilo dell'opera pubblica (che bestialità!);

3. la bretella ha caratteristiche autostradali e di raccordo con la A22 perché cosi prendiamo i soldi dell'autostrada (a noi pare che questo obiettivo sia prevalente su qualsiasi altro, anche sulle valutazioni in merito alla correttezza progettuale dell'opera);

4. alcuni raccordi non sono ben definiti: Destra Adige Tierno-Mori ovest-altopiano di Brentonico ma troveremo le soluzioni (non è vero);

5. non si proseguirà con le stesse caratteristiche oltre Mori ovest (non è vero, come dimostrato eloquentemente e reiteratamente dall'ANAS);

6. si troveranno le soluzioni per adeguare l'inserimento e il raccordo con la rete della viabilità ordinaria (assolutamente incongruente come sostenuto anche dall'ANAS). Le proposte e le osservazioni critiche sono state espresse pazientemente e ripetutamente lungo tutto un quinquennio, nella speranza che una classe politica avveduta trovasse le ragioni per ripensare il progetto e valutare le alternative. Speranza vana: il medesimo progetto e i medesimi errori sono stati ripercorsi e ripetuti nella ottusa volontà di impantanarsi in uno scontro che evidentemente si pensava di vincere sui terreni della politica muscolare e della forza finanziaria. E' stato quindi il governo provinciale a perdere tempo. E' stato il governo provinciale a non voler applicare correttamente le leggi sulla valutazione di impatto ambientale. E' stato il governo provinciale a non tenere conto di ragioni ed osservazioni che provengono anche dai soggetti tecnici istituzionalmente competenti. Gli ambientalisti si sono mossi coerentemente sia in ragione delle specifiche finalità ambientali che dei vincoli di compatibilità, con la massima attenzione per le esigenze della Comunità di Mori e del "contesto socioeconomico". Italia Nostra lo ha fatto nelle sedi istituzionali e bene ha fatto il WWF a farlo anche in quelle della giustizia amministrativa. Il progetto è sbagliato. Lo si è detto in tutti i modi possibili e in tutti i tempi possibili. Il governo provinciale uscente che, come a Mori, ha determinato sciagure nella Rotaliana, a Taio e praticamente in tutte le realtà dove si manifestavano problemi di viabilità, è ora stato bocciato dall'elettorato per "manifesta inferiorità", come si dice in gergo pugilistico.

Non sarebbe il caso di dimostrare da subito segni di ravvedimento e operare una rapida inversione di rotta? Naturalmente auspichiamo che la giustizia amministrativa aggiunga ragione giuridica alle ragioni ambientali, ma quale che sia l'esito di questo passaggio formale, non sarebbe il caso di rivedere subito e comunque un progetto sbagliato, prodotto da una pianificazione sbagliata?

Ciò che vorremmo si capisse è che gli ambientalisti hanno manifestato la loro opposizione al progetto in favore di Mori, delle sue specifiche esigenze di mobilità inserite nel più ampio contesto dell'area tra Lagarina e Basso Sarca. Per non essere costretti, il giorno dopo la eventuale realizzazione della bretella, a rimobilitarsi per riparare ai macroscopici errori che l'ottusità colpevole di pochi e l'esasperazione incolpevole di molti impedisce ora di vedere.

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