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QT n. 10, ottobre 2011 Servizi

Comunità di Valle: una vita difficile

Il caso della Rotaliana e dei suoi campanilismi

Si sapeva che la Comunità di Valle non avrebbe avuto vita facile, ma in Rotaliana più che altrove i campanilismi sembrano allungare sempre più la loro ombra sulla nuova istituzione. Strano, per un’area di fondovalle, storicamente attraversata da scambi e quindi abituata alle novità, che la resistenza verso la nuova struttura, destinata a portare un po’ di razionalità, risulti più forte che nelle cosiddette valli minori. Purtroppo, ad avvelenare il clima riemerge l’antagonismo storico tra Mezzolombardo e Mezzocorona, che si somma ad un corpo elettorale che ha espresso tra i consiglieri provinciali uno dei più fieri oppositori della Comunità di Valle.

Non aiuta poi il fatto che a governare le due grosse comunità siano prevalentemente delle liste civiche concentrate sugli stretti interessi delle borgate più che protese a guardare oltre i confini comunali. Infine, il timore di dover cedere poteri alla Comunità di Valle alimenta vecchie contrapposizioni e comportamenti poco razionali. Sembra che molti amministratori non abbiano capito che o con le Comunità o con altre forme di collaborazione sovra-comunale dovranno comunque fare i conti. Un esempio, della veduta corta di molti amministratori locali è stata la bocciatura di una gestione sovra-comunale dei servizi idrici.

Lo Statuto, prevede che la Comunità “persegua l’omogeneizzazione in tutti i comuni membri dei servizi gestiti in forma associata, sotto il profilo della qualità, quantità ed economicità”. Per acquedotto e fognatura, nei territori dei comuni della Rotaliana-Konisberg, sono in vigore tariffe (e probabilmente modalità di servizio) molto difformi. Con l’eccezione di Mezzolombardo, Mezzocorona e S. Michele che gestiscono in rete i due servizi, negli gli altri 5 comuni vigono tariffe molto differenziate.

Non si tratta di oneri particolarmente pesanti e probabilmente le differenze dipendono da situazioni demografiche, orografiche e urbanistiche diversificate; tuttavia è curioso che a distanza di pochi chilometri gli stessi servizi possano costare in modo così diverso. È probabile che anche le dimensioni organizzative del servizio (tariffe generalmente più elevate nei comuni meno popolosi) incidano sui costi del servizio e quindi sulle tariffe. Insomma, un’adeguata economia di scala potrebbe offrire efficienza ed economicità.

L’abrogazione referendaria della normativa che prevedeva l’obbligo di privatizzare la gestione del ciclo idrico, deve vedere le Comunità impegnate nella salvaguardia dell’autonomia gestionale dell’acqua e quale maniera migliore per attuarlo se non rafforzando la qualità e l’efficienza del servizio?

La finanziaria 2011 della Provincia prevede la possibilità per i comuni trentini di continuare a gestire in economia o in house (affidamento alle società pubbliche) la risorsa idrica, garantendo comunque le migliori modalità per coniugare tutela pubblica ed efficienza.

Da qui una mozione che doveva impegnare il presidente della Comunità a sottoporre ai comuni l’ipotesi di una gestione sovra-comunale dei servizi di acquedotto e fognatura, e sostenerne la forma pubblica. L’impegno era contenuto anche nel programma del presidente approvato dall’Assemblea della Comunità nel dicembre scorso dalla maggioranza Pd,Upt e Pat e dai rappresentanti degli 8 comuni che costituiscono la Comunità. Il concetto stesso di Comunità sottintende una tendenza - magari lunga e laboriosa - verso la gestione sovra-comunale, appunto comunitaria, di servizi nuovi ma anche di quelli esistenti.

L’esempio del biodigestore (laddove l’iniziativa per la sua realizzazione e gestione è venuta dall’esterno) avrebbe dovuto stimolare i nostri comuni a fare rete - magari col sostegno della Comunità di Valle - per evitare il ripetersi di altri esempi di “colonizzazione”. L’approvazione della mozione non avrebbe provocato nessun cambio giuridico-organizzativo immediato, ma sarebbe stato l’inizio di un percorso verso la gestione unitaria dell’importante servizio. Ma niente da fare: il documento è stato bocciato.

Infatti, non è bastato il voto favorevole della maggioranza, perché le opposizioni si sono astenute (o hanno votato contro) ed è stata determinante per la bocciatura l’astensione dei consiglieri designati dagli 8 comuni che costituiscono la Comunità della Rotaliana. I consiglieri (alcuni dei quali si dichiarano di area Pd!) hanno motivato la loro posizione, insostenibile dal punto di vista della razionalità, con fumose questione di metodo.

Pazienza, ci riproveremo. ?

Roberto Devigili è consigliere della Comunità di Valle Rotaliana Konisberg