Dal Filmfestival della montagna al Festival dell’economia
Festival che viene, festival che va
Ci sono due appuntamenti culturali che caratterizzano l’arrivo dell’estate a Trento: il Festival della Montagna, a inizio maggio e il Festival dell’Economia a cavallo tra maggio e giugno. Due eventi diversi, a partire dall’età (vecchio, ormai sessantenne, quello della montagna; decisamente infante quello dell’economia, appena 7 anni), ma con alcune caratteristiche comuni rispetto al contributo per la città. QT ha sempre sostenuto questi eventi, ed é opportuno farlo una volta di più in un periodo in cui le ristrettezze economiche hanno imposto tagli consistenti alla cultura. Del Festival della Montagna abbiamo parlato mentre era in corso sul numero scorso e abbiamo lasciato alcune impressioni sul nostro blog, questoblog.it. L’impressione, ogni volta che seguiamo questo evento, è che molti dei film siano unici nel darci sensazioni e spunti di riflessione che al cinema oggi non troviamo neppure in molti film d’essai. Salvo rari polpettoni e film d’avventura raffazzonati, la gran parte delle proiezioni lascia lo spettatore con un appagamento quasi filosofico. Ed è questo l’ultimo e forse il più forte trait d’union col Festival dell’Economia, che a sua volta è unico nel suo genere e capace di fornire stimoli e curiosità avvincenti per studiosi, come pure per cittadini non specialisti della materia. È questo un grande punto di forza di due festival che nascono specifici, ma riescono a coinvolgere un pubblico eterogeneo senza scadere nel generico. Forse per questo sono entrambi cresciuti con ambizioni internazionali, pur riuscendo a mantenere fedele il pubblico locale, convinto dalla qualità dell’organizzazione e dei contenuti proposti; entrambi in effetti capaci di coinvolgere l’intera città attraverso una ricca serie di proposte collaterali volte a valorizzare spazi storici, artistici e naturali.