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Dopo Dellai

Francesco Borzaga

Nel caldo clima di agosto fervono le prese di posizione in vista della successione a Lorenzo Dellai. L’evento è importante e di conseguenza crescono le aspettative delle parti politiche. Non vorrei però che la cosa, lasciando da parte i contenuti, finisse nel consueto gioco di potere regolabile col manuale Cencelli. Indipendentemente dalle qualità politiche di Dellai (ottimo tattico, ma al quale mai ho dato la mia simpatia) auspico un deciso cambio di rotta rispetto a quanto finora attuato. La gestione Dellai è stata contrassegnata da pesanti aspetti negativi, inconciliabili con una società veramente democratica. Mi riferisco anzitutto a un autoritarismo che spesso confina con l’arroganza. Il recente episodio della caserma dei vigili del fuoco di Ivano Fracena, così come la prassi adottata in seno al Comitato Faunistico, o anche l’interpretazione calata dall’alto in tema di utilizzo di pesticidi sono solo gli ultimi anelli di una lunga catena.

Il continuo appoggio ai poteri economici forti della provincia - si chiamino Melinda, porfido, funivie o altro - con relativi generosi contributi di pubblico denaro, nonché la speculazione edilizia gestita politicamente, hanno sempre caratterizzato la gestione dellaiana. In questo modo si è troncata ogni possibilità di dialogo con i cittadini, esclusi dalla possibilità di far valere il proprio punto di vista.

In particolare, si è avuto il sistematico rifiuto di ogni indicazione e richiesta provenienti dal mondo ambientalista o comunque da quanti chiedono una gestione meno di facciata del problema ambientale. Anche qui gli esempi non si contano: il collegamento funiviario Pinzolo- Campiglio, gabellato come “viabilità alternativa”, il caso di Monte Zaccon, la vicenda di Folgaria... Insomma, la sistematica demolizione, nella sostanza, di quanto realizzato a suo tempo da un politico valido e onesto quale è stato Walter Micheli.

Oggi, con i rapidi mutamenti che si prospettano in campo economico e ambientale (si pensi al cambio climatico), il nodo delle scelte sbagliate fatte nel settore turistico, agricolo, di tutela del paesaggio e di politica ambientale, stanno venendo al pettine.

Al successore di Dellai spetterà il compito di affrontarli, al di fuori di ogni consueto, nefasto, gioco di potere.

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