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Il Divina informatico

Sergio Divina - Foto Caranti

In un intervento sull’Adige del 20 settembre, il senatore leghista Sergio Divina propone la sua ricetta per il risparmio in Provincia: “Qualcuno, come noi, nel recente passato, aveva ripetutamente chiesto, ma invano, al nostro Governatore di tenere a bada i costi della nostra macchina provinciale”, esordisce. Un virtuoso appello al quale non è evidentemente stato dato seguito; e chissà cosa sarebbe successo se a ridimensionare le velleità di una Provincia spendacciona non ci avesse fortunatamente pensato il governo centrale, con la sua spending review.

Divina però, che sa perdonare, si mette il cuore in pace e guarda avanti: il passaggio successivo alla revisione della spesa è infatti quello di “modernizzare tutti i settori della Pubblica Amministrazione, troppo spesso privi di infrastrutture digitali adeguate”. Come? Attraverso “la centralizzazione delle banche dati e l’interconnessione tra le varie amministrazioni”, “lo sviluppo delle tecnologie di riconoscimento vocale basate sulla logica semantica” e l’utilizzo di “tecnologia Nfc (Near field communication)”. Sull’ultimo punto, Divina è indulgente con i non informatizzati, specificando che l’Nfc è riservato a “chi ha dimestichezza”.

Il senatore leghista figura chiaramente fra questi fortunati, dato il disinvolto florilegio di acronimi e termini tecnici snocciolati. Si può quindi prendere il lusso di perorare, con tanto di cifre, anche la causa della piattaforma Skype per “videochiamare”, dagli uffici della PAT, “in tutto il mondo”.

“Vi è inoltre l’ipotesi della migrazione ai software open source, i quali permetterebbero alle pubbliche amministrazioni un risparmio considerevole”, chiosa infine Divina, citando l’esempio di Monaco di Baviera, dove l’amministrazione si è votata all’open source. “L’operazione si riconduce al cosiddetto ‘Progetto Linux’ con l’abbandono del costoso sistema operativo Microsoft Windows. Analoga scelta anche per il pacchetto Office di Redmond, sostituito da OpenOffice”.

Franca Penasa

Preso dalla concitazione, il senatore ha forse dimenticato che il 17 luglio scorso il Consiglio provinciale di Trento ha approvato proprio un disegno di legge “per la promozione della società dell’informazione e dell’amministrazione digitale” che, fra l’altro, prevede che la PAT utilizzi d’ora in poi “programmi basati su licenze di software libero e a codice sorgente aperto (FLOSS) nei suoi sistemi informatici”, proprio secondo “principi di economicità ed efficacia”.

Quello che invece Divina ha dimenticato certamente, (o ha finto di dimenticare) è che il disegno di legge è stato approvato con 19 voti a favore, 11 astenuti ed un solo contrario: Franca Penasa. Durante la discussione in Consiglio, l’esponente leghista ha dapprima lamentato difficoltà di comprensione (“È come esprimersi su qualcosa in una lingua della quale non abbiamo completa padronanza”, ha detto), per poi chiarire che “gratuità e contenimento dei costi, soprattutto in ambito pubblico, sono parole che ispirano purtroppo diffidenza” e che “questa terra vive di turismo e non usciranno turisti dalla banda larga”. Franca Penasa fa parte, probabilmente, di quella sfortunata moltitudine che non ha “dimestichezza”. Senatore Divina, come facciamo con loro?