Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 2, febbraio 2013 Trentagiorni

Carcere: l’esecuzione è sospesa

Il vecchio carcere di via Pilati

Il vecchio carcere di via Pilati non verrà abbattuto, almeno per i prossimi mesi. Non che in Provincia qualcuno abbia fatto un passo indietro (non sia mai), o che si sia riconosciuta come falsa la famosa (nonché dubbia e infondata) perizia del 1993 che negava ogni valore storico o artistico al complesso. Semplicemente il Gip, che esaminava la richiesta di opposizione all’archiviazione dell’esposto presentato da Italia Nostra e FAI, ha chiesto al Pm una cosa che forse non poteva chiedere: individuare i responsabili, ossia scovare a chi appartiene la cieca volontà demolitrice che vuole far fuori il carcere. Ma questa è una intromissione nell’indagine, che potrebbe non rientrare nelle competenze del Gip. La faccenda del carcere passa quindi in secondo piano, e si attende che il conflitto istituzionale finisca, con la decisione della Cassazione che arriverà nel giro di qualche mese.

Ma quest’intrigo burocratico almeno una cosa positiva ce l’ha, perché finché le istituzioni litigano, nessuno si prenderà la responsabilità di abbattere il carcere. Com’è evidente, ciò non significa che nella sostanza sia davvero cambiato qualcosa. La costruzione del nuovo polo giudiziario rimane nelle intenzioni della Provincia, così come resta in piedi la motivazione della richiesta di archiviazione dell’esposto da parte della Procura: il paradosso per cui, finché il carcere non viene demolito, non si può parlare di reato. Se ne riparlerà di fronte ad un mucchio di macerie.