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Salviamo gli elefanti

Massicce quantità di avorio africano vengono vendute ogni giorno nei negozi della Thailandia, alimentando il fenomeno del bracconaggio degli elefanti, ogni anno uccisi a decine di migliaia per l’avorio delle loro zanne. Da oggi fino al 14 marzo, il WWF lancia in 156 paesi nel mondo una petizione globale per chiedere al Primo Ministro thailandese Yingluck Shinawatra di vietare ogni forma di commercio di avorio in Thailandia al fine di contenere l’uccisione illegale di elefanti africani. Alla prossima Conferenza della CITES (la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) che si terrà a marzo in Thailandia, i governi europei, Italia in testa, hanno l’opportunità di prendere le decisioni giuste per ridurre la domanda di prodotti provenienti da specie in via di estinzione, rafforzare la legislazione, aumentare i controlli e le sanzioni.

Nonostante la vendita di avorio di elefanti africani sia vietata in Thailandia, l’avorio degli elefanti thailandesi può essere venduto legalmente e le reti criminali sfruttano questa scappatoia.

Oggi le principali vittime sono gli elefanti africani, ma quelli della Thailandia potrebbero essere i prossimi. Il ministro Shinawatra può contribuire a porre fine a queste uccisioni e credo che anche i cittadini thailandesi darebbero il loro sostegno per una maggiore protezione di questi animali.

Il bracconaggio agli elefanti ha raggiunto livelli record in Africa. I dati sul traffico di avorio (più di 18.000 casi ad oggi) mostrano come nel 2011 si sia raggiunto il tasso più elevato mai registrato.

Molti turisti stranieri proverebbero orrore se sapessero che i numerosi ninnoli d’avorio in mostra nei negozi thailandesi possono provenire da elefanti massacrati in Africa. E ricordiamo che portare a casa avorio è illegale.

Il WWF Italia è direttamente impegnato nel contrasto al commercio illegale di natura, dai traffici di animali da compagnia alle pelli di rettile o lane pregiate, con un particolare sostegno al Cuore verde dell’Africa, il bacino del Congo, dove la deforestazione, unita all’aumento della caccia e al commercio illegale, sta portando all’estinzione di specie simbolo come i gorilla e gli elefanti di foresta e di molte altri animali meno noti ma fondamentali per la sopravvivenza della foresta.

Le attività anti-bracconaggio del WWF vanno avanti anche sul web: in tutto il mondo il WWF ha avviato la campagna globale “Kill the trade that kills”, che ha attivato tutti i 156 uffici nazionali del WWF per smuovere l’interesse di chi non vuole vedere estinte queste straordinarie specie simbolo, per creare una rete di azioni, di sostegno e di richieste che fermi per sempre il bracconaggio selvaggio e interrompa lo sterminio di elefanti, rinoceronti e tigri in nome di un commercio illegale e crudele. Su Twitter segui la campagna con #killthetrade e #stopbracconaggio #stopavorio e sul profio @wwfitalia. Su Facebook seguici nella pagina WWFitalia.

Per contribuire direttamente alla tutela dell’elefante, e degli altri animali a serio rischio di estinzione, è possibile adottare i progetti WWF Italia.

WWF Italia

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