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QT n. 3, marzo 2013 Trentagiorni

Caro Professor, grazie!

È morto all’improvviso Christoph Hartung von Hartungen, insegnante, archivista, storico, cittadino impegnato nella vita pubblica. E persona amabile, che univa al profondo sapere in materia storica rare doto di umanità e spirito. La notizia ha suscitato un’ondata di emozione, in quanti - tanti - lo conoscevano.

Oltre al lavoro nella scuola, era il presidente del consiglio scolastico provinciale sezione tedesca, è stato consigliere comunale a Siusi e a Bolzano, mite ma fermo nelle sue convinzioni ambientaliste e sociali, per i beni comuni, per l’energia pubblica. E collaborava con una miriade di associazioni e persone che fanno ricerca storica, ricostruendo una realtà spesso distorta dalla storiografia ufficiale.

La pagina web stol.itha aperto lo stesso giorno della notizia un Kondolenzbuch, un quaderno di condoglianze online. Decine di persone hanno scritto, creando, insieme, un’immagine viva della figura dello studioso, dell’insegnante ammirato e amato dagli studenti, stimato e benvoluto da chi ha avuto a che fare con lui nelle sue diverse attività e impegni. Un pacifista, un insegnante competente e affettuoso, docente di docenti, a favore di una scuola meno burocratica e più saggia, costruttore di ponti nella ricerca storiografica; capace di giudizi severi, ma mai astioso, sempre gentile e rispettoso. L’ho visto felice ed entusiasta sprofondato nello studio degli archivi di Revò, sui documenti che testimoniano la visita di Andreas Hofer, e a Vadena, a documentare la vita di un paese di confine etnico. Co-autore di Link900, la serie di documentari di storia contemporanea, ha dato a questo lavoro un contributo essenziale.

Qualcuno dei messaggi online. Anonimo: “Il Sudtirolo si accorgerà solo nei prossimi mesi e anni di quanto è andato perduto con Christoph Hartung von Hartungen”.

H. N.(insegnante): “Nel lontano 1984 ho conosciuto Christoph von Hartungen come protagonista della lotta per l’obiezione di coscienza contro il servizio militare e per il servizio civile. Si è impegnato per decenni a favore dello sviluppo della società nella giunta direzione e ci mancherà”.

P. T. (ex-studentessa): “Grazie di cuore per tutto! Lei era il migliore! Umano, corretto, pronto ad aiutarci e a trovare una soluzione, con la Sua grandissima cultura e sempre pronto a scherzare. Appassionatamente ha insegnato storia e filosofia ai Suoi studenti o meglio ai Suoi ‘bricconi’, e non ha mai dimenticato che nella vita non tutto gira intorno alla scuola. Lei se n’è andato troppo presto...”.

S. C. e G. S.: “Ci ricordiamo volentieri dell’insegnante impegnato, dello storico esperto e del capace avvocato di un sistema scolastico sano ed efficiente, rispettoso di tutti i suoi soggetti, che con la sua molteplice professionalità e con la battuta amabile e molta ironia, dava saggi consigli”.

Ex studentessa: “Caro professore, indimenticabili sono le Sue ore di insegnamento, le tante discussioni e i momenti allegri... sono sicura che nessuno dei Suoi studenti la dimenticherà mai! È incomprensibile che Lei ci abbia lasciato così presto...Riposi in pace!”.

R.: “Nella scuola non solo un insegnante, ma un uomo. Uno dei migliori. Grazie, signor Hartungen. Ci mancherà”. Studenti: “Caro professore, solo perché Lei ora non entra ed esce più dalla cucina del diavolo al primo piano, ciò non vuol dire che potrà rompere le sue promesse: i canederli di albicocca si cucinano anche in Paradiso!”