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Piccoli scempi e grande speculazione

Giovanna Giugni

Il centro di Trento è ricco di contraddizioni, che non si nascondono con i mercatini di Natale o con le strutture delle Universiadi. A Trento ci sono spazi di degrado e di abbandono in edifici pubblici di pregio: il carcere asburgico, il “buco Tosolini”, la mensa del centro S.Chiara, l’ex questura, e piccoli scempi di grande impatto visivo, come l’edicola abbandonata nei pressi della roggia delle Canossiane.

È vero, mancano i soldi per i restauri e per alcuni di questi spazi i progetti già esistono. Tuttavia, in un momento così difficile, sarebbe bene che la città attingesse alle risorse più creative: un concorso di idee riservato ai giovani professionisti del territorio per gli spazi da restaurare e, ad esempio, lo stop temporaneo per lavori in corso al Festival dell’Economia, destinando al recupero urbano ogni singolo euro impegnato per il festival stesso. Economia significa “regola per la gestione e la cura della casa” e Trento è la nostra casa. Meritiamo di averla funzionale, vivibile, accogliente per tutti, in ogni mese dell’anno. Senza coprire con luci artificiali i troppi angoli bui che non le rendono giustizia.

E veniamo allo spostamento delle scuole all’area ex Italcementi. Il Comune di Trento batta un colpo!

In più occasioni ho chiesto che si evitasse di far diventare l’area di via Barbacovi una preda per palazzinari, allontanando i ragazzi dal centro della città. Molte attività commerciali si sono insediate nel polo scolastico di via Brigata Acqui/ via Barbacovi proprio confidando nella presenza degli studenti e la zona è servita da una rete di autobus che funziona.

La competenza sull’edilizia scolastica è provinciale, ma quella sulla vivibilità urbana, sulla mappa complessiva della città, sul mantenimento della sua tradizionale struttura di piccolo centro accogliente resta del Comune. Che non deve farsela scippare per realizzare l’ennesimo progetto faraonico dall’incerto futuro.

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