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Tempesta mediatica

... e qualcosa di nuovo nella politica sudtirolese

Il presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher

Wutbürger, cittadini arrabbiati. In Sudtirolo non si erano mai visti. Qui si brontola nel privato, ma poi si vota sempre il partito etnico. Dallo scontento verso la Svp sono nati tre partitini di estrema destra, nessuno socialdemocratico. Poi alle elezioni, la Svp, contro ogni previsione, ha avuto (quasi) il solito successo. E ora eccoli qui. Hanno manifestato davanti ai palazzi del governo e del consiglio provinciale, ma soprattutto hanno dilagato per settimane sui quotidiani, con lettere indignate, irose, perfino apertamente minacciose, senza filtri e anzi incoraggiati da diversi mass-media.

Il giornale e il sito web del Dolomiten, di solito contegnosi e alieni da parolacce e da insulti, li hanno ospitati e anzi hanno dato il “la” al tutto. In nome della trasparenza, ma con l’imperdonabile dimenticanza di ciò che riguarda gli ineguagliabili emolumenti pubblici incassati dal presidente della stessa casa editrice, 17.000 euro netti a titolo di pensione parlamentare, europea e compenso per la presidenza della Camera di Commercio. Più i guadagni privati. E poi le panzane, tipo che i vecchi politici, come Magnago, si sarebbero rivoltati nella tomba, senza dire che guadagnavano di più e avevano maggiori privilegi, fra cui vitalizi di reversibilità e pensioni dopo pochi giorni.

A scanso di equivoci, il mio parere è che l’indignazione scoppiata sulla vicenda della regolamentazione dei vitalizi decisa nel 2012, è del tutto condivisibile. E che la risposta sia di fare una nuova legge che ritorni sull’errore fatto. Per diverse ragioni: per la quantità di denaro, ma anche per la reticenza a dire pubblicamente di che cosa si trattava - se erano convinti che si trattasse di cosa ben fatta - e infine per la reazione vergognosa dei consiglieri provinciali. “Management politico catastrofico” l’ha definito Christoph Franceschini, giornalista e storico, insignito del premio Claus Gatterer: se la legge del 2012 era un errore, votato da tutti, e la sua attuazione basata su un parere tecnico sbagliato, perché non si sono messi insieme, maggioranza e opposizione, per proporre un cambiamento? Potevano approfittare dell’indignazione popolare per andare più a fondo, rispetto alle normative di tutela del passato. Come possono, loro legislatori, affidarsi a restituzioni volontarie o a donazioni private in beneficienza, sapendo che il denaro pubblico deve essere messo a bilancio e speso sulla base di norme di legge? Hanno preferito fare come al solito, scagliarsi l’uno contro l’altro, nella logica mors tua vita mea. La gente non li ha creduti e ne sono usciti tutti malissimo.

In un sondaggio del 28 marzo, che poneva la domanda “Chi voterebbe domenica prossima?”, i partiti di opposizione si sono dimezzati rispetto a sei mesi fa: Freiheitlichen, Verdi (che hanno chiesto scusa e poi hanno cominciato a fare interrogazioni come se fossero parte altra), Südtiroler Freiheit (di Eva Klotz, che voleva destinare i soldi al referendum sulla secessione), solo il M5Stelle è cresciuto. Dimezzato il Pd, mentre la Svp, in cui spicca la figura limpida del nuovo presidente della giunta, ha perso meno degli altri. Il 56 per cento dei cittadini ritengono che i partiti sono stati tutti ugualmente responsabili.

Ma i cittadini e le cittadine interrogati hanno anche risposto chiaramente che la soluzione non è fare nuove elezioni, di cui si vociferava. Qualcuno le voleva, con l’intento di rovesciare il risultato delle elezioni di ottobre.

“Il limite di età per i vitalizi ai politici dovrebbe essere innalzato”

Lo specifico sudtirolese

Infatti lo scandalo dei vitalizi in Sudtirolo ha risvolti alquanto diversi dal Trentino.

Il politologo Anton Pelinka, per 30 anni docente e preside di facoltà all’Università di Innsbruck, oggi alla Central European University di Budapest, studioso dei nazionalismi, ha osservato che è la prima volta che un acceso dibattito pubblico in Sudtirolo non si svolge su questioni etniche, ma vede insieme italiani tedeschi e ladini su un tema normale, oggetto di dibattito per l’opinione pubblica di tutta l’Europa e anche degli U.S.A. Porta come esempio quanto accaduto in Bosnia-Erzegovina a metà febbraio, quando serbi, croati e musulmani bosniaci hanno manifestato insieme contro i politici in trenta città. Ma qui finiscono le somiglianze.

La Bosnia è stata distrutta dalla corruzione e dall’appropriazione indebita della classe politica che l’ha spolpata perfino degli aiuti internazionali e si ha il timore che il conflitto etnico deflagri di nuovo, mentre “il Sudtirolo è un esempio mondiale di successo politico ed economico, e anche i politici che hanno governato ne hanno il merito” ha detto Pelinka in un’intervista a Rai Südtirol,uno dei pochi mass media, insieme alla piattaforma www.salto.bz.it, che dà le notizie.

In Sudtirolo tuttavia c’è veramente qualcosa di nuovo. Con il cambio al vertice, nuovo presidente e nuova giunta, si prospetta l’avvio di un rinnovamento dell’imperfetta democrazia vigente. Alle elezioni di ottobre, elettrici ed elettori della Svp hanno scelto, grazie alle primarie e alle preferenze, una rappresentanza rinnovata, e hanno “punito” i rappresentanti delle lobby che avevano fatto il bello e cattivo tempo per decenni, nel bilancio e nell’amministrazione.

Arno Kompatscher, incaricato di formare la nuova giunta, ci ha messo parecchio tempo, ma ha costituito la sua squadra in modo rispettoso del voto popolare, resistendo alle pressioni dei potentati economici. Questi ultimi non si sono certo rassegnati. E la vicenda dei vitalizi è venuta per essi come la manna dal cielo, proprio al momento giusto. Approfittando della loro potenza mediatica, hanno cercato di coinvolgere la giunta stessa, individuando colpevoli al suo interno e chiedendone l’esclusione.

A spargere fango dappertutto, senza differenze, si riesce a infangare un po’ chiunque. I mass media hanno dato una mano, tralasciando qualche informazione e attaccando chi richiamava a una critica ragionevole, e soprattutto descrivendo ripetutamente Arno Kompatscher come debole e incapace (“giovane e inesperto”).

Altro che inesperto! Dopo qualche settimana di questo andazzo, il nuovo presidente ha capito perfettamente che le sue forti proposte di cambiamento passavano in secondo piano e che lo si voleva coinvolgere nella mischia. Allora ha approfittato della discussione sul bilancio in consiglio provinciale per mettere sul tavolo, in modo trasparente e deciso, la richiesta di fiducia. In aula, rivolgendosi ai consiglieri, ha depositato nelle loro mani la responsabilità di permettere alla giunta di lavorare in un’atmosfera civile. Ha detto, fra il resto: “Lo Statuto di Autonomia prevede che il consiglio possa essere sciolto solo se la maggioranza dei consiglieri si dimette e se il consiglio non è in grado di creare una giunta; tuttavia, in occasione dell’approvazione della legge di bilancio, sarò io stesso a porre una richiesta di fiducia all’aula. Se la legge di bilancio non verrà approvata, questa sarà da me interpretata come una sfiducia, pertanto presenterò in questo caso un solo bilancio tecnico e mi dimetterò. Sarà il Consiglio a decidere, e non singole case editrici”.

Con “case editrici” tutto il Sudtirolo ha pensato all’Athesia, che pubblica il Dolomiten. Ma Kompatscher si è augurato che tutti i mass media tornino a informare correttamente e a smettere di cercare di “delegittimare la giunta con i titoloni dei giornali, che spesso non corrispondono al contenuto dell’articolo”. Ha annunciato che secondo i tecnici consultati sarà possibile modificare retroattivamente la legge del 2012 e che lo si vuole fare in fretta. Quindi non tralasciando il problema ma risolvendolo.

Quando scrivo questo articolo non si sa ancora come andrà la votazione sul bilancio, ma in commissione non c’è stato alcun voto contrario. L’opposizione, indebolita o addirittura paralizzata, teme nuove elezioni.

Il politologo Günther Pallaver ha detto che oggi Kompatscher, per quanto ha fatto in questi mesi, è diventato molto più forte, e nessuno nella Svp può pensare di prendere il suo posto. Dopo la sconfitta dei vecchi detentori del potere nel partito, sarà più facile per la giunta andare avanti con il suo programma. E sarà forse l’inizio di una nuova fase dell’Autonomia, senza bisogno di cambiare lo Statuto, ma con i cambiamenti amministrativi, le misure di giustizia e il coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte politiche e amministrative, già annunciati.

Un cambiamento c’è già, di stile, con l’impegno e lo sforzo di coinvolgere il più possibile parti sociali e gruppi politici nella valutazione delle decisioni. Manca solo un cenno alla città capoluogo, che sembra diventata extraterritoriale rispetto al nuovo Sudtirolo.