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Le casermette delle Viote

Francesco Borzaga

Fra tutte le notizie lette in questi giorni sulla nostra stampa, molto mi ha rallegrato apprendere dei 47 profughi alloggiati temporaneamente alle ex caserme austriache delle Viote. È cosa simpatica vedere questi ragazzi, arrivati da paesi e climi così diversi, e soprattutto scampati a chissà quali esperienze, giocare serenamente su un prato verde. Mi auguro che essi possano anche apprezzare la splendida natura che ora li circonda e che magari scelgano di avventurarsi in qualche escursione, senza lasciarsi incantare troppo, come accade a tanti loro coetanei, dalla magia del pallone. C’è tanto da vedere e scoprire sulle nostre montagne, se solo si hanno occhi e sensibilità!

Trovo in questo episodio anche un altro diverso motivo di speranza: grazie all’emergenza profughi ci si è ricordati delle ex caserme, si è scoperta una loro utilità. Questo potrà forse giovare ad un ripensamento, alla definitiva archiviazione di quell’indecente progetto speculativo partorito - salvo errori - da Trentino Sviluppo, e cioè da una “mutazione” della Provincia, che vorrebbe al posto degli storici edifici un ultra-moderno e ultra-dilatato mostro, garanzia, fra l’altro, di ulteriori perdite di denaro pubblico.

Davvero le casermette austriache delle Viote meritano di essere salvate. Non è certo un buon segno che una di esse sia stata lasciata ignominiosamente crollare, nella totale indifferenza delle autorità preposte, e non è di buon augurio il loro stato di abbandono, pur momentaneamente interrotto per dare ospitalità ai giovani profughi. Eppure si tratta di edifici belli, assai caratteristici, progettati con grande cura e perfettamente inseriti nel loro contesto. Purtroppo è una prassi delle nostre amministrazioni quella di lasciare andare in rovina importanti proprietà pubbliche per le quali non si sa trovare una immediata destinazione. Solo in Bondone ne danno testimonianza, accanto alle ex caserme, l’hotel Panorama a Sardagna e l’ex colonia Degasperi a monte di Candriai. Di recente si è aggiunta all’elenco l’ex clinica Villa Rosa in quel di Pergine. Giustamente l’opinione pubblica ha protestato: non siamo poi così ricchi da poterci permettere questi sprechi!

A proposito delle caserme, sta in questo momento davanti a me una concreta proposta di recupero presentata pubblicamente mesi fa e che non mi risulta abbia mai ricevuto risposta.

Si chiede di collocare negli edifici un’azienda agricola di alta montagna, con fini di produzione, cultura del cibo, ospitalità. Mi sembra una valida alternativa alla sbracata speculazione da altri proposta e un destino preferibile al probabile abbandono e crollo che temo si stia preparando.

Il sacrosanto recupero delle casermette dovrebbe, nelle mie ostinate speranze, preluderea un ripensamento dell’attuale gestione della montagna di Trento. Dopo tutto si è pur voluto istituire un più o meno fantomatico “Parco naturale del monte Bondone”; si cerchi di dare un concreto contenuto a questo fantasma.

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