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QT n. 5, maggio 2017 Servizi

Casse Rurali: tutte insieme, anzi no

Da cinque banche che dovevano accorparsi nasceranno invece due diversi istituti di credito

Salvo sorprese, nella prossima assemblea (fissata per il 5 maggio), i soci delle Casse Rurali di Mezzocorona e di Lavis-Valle di Cembra dovrebbero approvare la fusione dei due istituti bancari, come proposto dai gruppi dirigenti. Altre tre Rurali (Mezzolombardo-San Michele all’Adige, Giovo e Roverè della Luna) dovrebbero prossimamente fare lo stesso. È quindi naufragata la primaria ipotesi, sulla quale si è lavorato per circa un anno, una fusione più ampia che doveva concludersi con l’unione di tutte queste banche. Dopo un anno di trattativa, però, Mezzolombardo, Giovo e Roverè della Luna, a sorpresa, hanno annunciato di marciare sì unite, ma separate dalle altre due.

A Mezzolombardo sono circolate voci che rappresentavano in modo quasi drammatico la situazione finanziaria della Rurale di Mezzocorona, che ha sicuramente subìto i segni della crisi, senza però intaccarne sostanzialmente il patrimonio. Insomma, anche qui sono prevalse le logiche di campanile. D’altronde, se il ruolo di una banca è quello di raccogliere risparmio per convogliarlo nell’economia locale, è ovvio che in tempi di crisi qualche conseguenza negativa (mancato rientro dei fidi, ecc.) ricada sulle banche del territorio. Sempre che non si sia preferito, come qualche banca ha fatto, investire il risparmio nei più “sicuri” titoli di Stato.

La Rurale di Lavis e Val di Cembra, ha visto i bilanci 2014 e 2015 in disavanzo (rispettivamente per 6,5 e 5 milioni di euro), mentre (ma il dato non è ufficiale, in attesa dell’assemblea del 5 maggio) il 2016 si sarebbe chiuso con un piccolo avanzo. Per Mezzocorona, che ha chiuso il bilancio 2015 con un passivo di 4.300.000 euro, il dato ufficioso per il 2016 continua ad essere negativo (- 3 milioni). Importi significativi, che però vanno rapportati ai rispettivi patrimoni (70 milioni per Lavis-Valle di Cembra e 22 milioni per Mezzocorona).

Come si diceva, salvo sorprese, tra qualche mese nascerà la nuova Cassa Rurale che vedrà riuniti quasi 7.000 soci, un patrimonio di oltre 90 milioni, una quindicina di sportelli e circa 150 dipendenti: un matrimonio d’interesse che vedrà unirsi Casse Rurali che fanno riferimento a realtà economiche e demografiche abbastanza diverse.

Mezzocorona, dall’anima agricola ma con una forte realtà industriale e artigianale, è un fortino della cooperazione, dove il gruppo Mezzacorona (cantina e magazzino ortofrutticolo), la Famiglia Cooperativa e la Cooperativa di lavoro Multiservizi, vedono associati molti dei circa 6.000 abitanti. Tanto forte è il senso identitario (e la fiducia), che la Rurale di Mezzocorona raccoglie il 90% del risparmio del paese; l’unica altra banca è la storica Banca di Trento e Bolzano; Unicredit ha fatto una breve apparizione chiudendo la filiale quando ha cominciato a riorganizzarsi.

Lavis-Valle di Cembra, invece, coi suoi 15 sportelli, sparsi tra Lavis e alcuni comuni della sinistra dell’Avisio, si è spinta fin nel capoluogo con filiali a Gardolo e in città, ma deve fare i conti, solo a Lavis, con almeno altre 5 banche nazionali o locali (la “sorella” di Giovo).

La relativa distanza territoriale e la diversità organizzativa delle due Rurali, secondo i gruppi dirigenti che han lavorato per la fusione, dovrebbe evitare sovrapposizioni in aree di comune di interesse, così come verrà evitato che nell’incorporazione vengano trascinate sofferenze finanziarie provocate da comuni cattivi clienti, situazione possibile quando le banche operano sullo stesso territorio e prima del loro matrimonio, all’insaputa l’una dell’altra, hanno prestato soldi ad uno o più soggetti poi rivelatisi inadempienti.

Infine, c’è chi scommette che questa specie di conventio ad excludendum “contro” Lavis e Mezzocorona non durerà. Primo, perché anche alcune delle altre Rurali, pur con bilanci 2015 in attivo, hanno avuto nel recente passato qualche squilibrio. Secondo, perché a livello di Centrale delle Casse Rurali di Trento si spinge da tempo verso un compattamento che dovrebbe portare a uno scenario provinciale in cui dovrebbero operare una dozzina di Casse Rurali contro l’attuale trentina. È in corso, infatti, l’operazione Cassa Centrale Banca (che dovrebbe diventare una tra le prime e più importanti banche nazionali) di cui la Federazione delle Casse Rurali trentine è il primo attore (vedi anche QT del gennaio scorso); come capofila, i trentini vorrebbero presentarsi sullo scenario nazionale nel modo più solido e compatto possibile. Il quadro dei patti parasociali previsto per Cassa Centrale Banca prevede infatti vincoli (di controllo e cogestione) tanto più stretti quanto maggiori saranno le difficoltà dei singoli istituti di credito.

Patrimonio 2015

Lavis e Valle di Cembra: 70 milioni (in calo )

Mezzolombardo e S. Michele: 28 milioni (stabile, in leggera crescita)

Mezzocorona: 22 milioni (in calo)

Roverè della Luna: 8 milioni (stabile, in leggero calo)

Giovo: 14,5 milioni (stabile)

Utile o disavanzo 2015

Lavis e Valle di Cembra: - € 6,5 milioni

Mezzolombardo e S. Michele: + € 790.000

Mezzocorona: - € 4,3 milioni

Roverè della Luna: + € 282.000

Giovo: + € 68.000