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QT n. 6, giugno 2017 Trentagiorni

Una strada, la storia e l’integrazione

Certe coincidenze possono essere trasformate in occasioni di conoscenza e di integrazione. E’ successo sabato 27 maggio, quando i volontari del centro Astalli, nell’ambito di una giornata di festa per l’accoglienza degli immigrati, hanno pensato di inserire una “pagina di storia”: si sono chiesti chi fosse e che cosa avesse fatto quel Danilo Paris cui è intitolata la via di Roncafort di Trento, dove l’associazione gestisce un appartamento, ed hanno ottenuto la risposta di uno dei suoi figli, Ettore. Il quale si è così trovato a raccontare, a un piccolo ma attento pubblico, cose che erano poco o per nulla note anche alla sua componente trentina, mentre alla parte immigrata aprivano una singolare porta di ingresso nella storia della comunità che la ospita. Il racconto delle svolte cruciali di questa terra, tra la prima e la seconda guerra mondiale, vissute dal padre: in particolare, il periodo della resistenza, tra il ’43 e il ’45, che vide Danilo impegnato come membro del CLN (Comitato di Librazione Nazionale) del Trentino. Il ricordo vivo della storia familiare si è mosso entro un continuo richiamo al contesto generale, soprattutto a quel periodo dell’”Alpenvorland” in cui gli occupanti tedeschi attuavano nel Trentino (come nelle provincie di Bolzano e Belluno) una pervasiva politica di assopimento di qualsiasi volontà di rivolta (con maggiori tessere annonarie, esclusione delle iniziative fasciste, e soprattutto reclutamento maschile limitato ad attività non belliche). In questo contesto, l’azione della resistenza trentina era per certi aspetti ancora più impegnativa, e lo confermano gli episodi che videro Danilo Paris salvarsi fortunosamente durante un’azione di diffusione clandestina di volantini e, più tardi, al passaggio di un reparto di SS in fuga lungo la valle di Cembra, a guerra appena finita, adoperarsi in prima persona in una pericolosa trattativa per cercare di evitare il bagno di sangue: tentativo che salvò Cembra ma non Fiemme, come purtroppo dimostrò il successivo procedere delle SS che, senza più la scorta con bandiera bianca del Paris, pochi chilometri più avanti diedero vita a scontri e rappresaglie con decine di morti nel paese di Stramentizzo.

Un ricordo doloroso quest’ultimo, che ha chiuso il ricordo di Danilo Paris sottolineando il valore dell’impegno civile, all’interno di una bella iniziativa, che ha saputo coniugare accoglienza, integrazione, cultura.