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QT n. 11, 30 maggio 1998 Servizi

Sinistra e sindacato: rapporto in crisi?

Il segretario della Cgil trentina, Bruno Dorigatti, ha criticato le posizioni della sinistra all'indomani della giornata in cui i Democratici di sinistra hanno presentato i sei candidati a capolista. L'accusa è quella di avere una visione tecnocratica della politica, un progetto senz'anima. Nella replica, il segretario dei Ds Stefano Albergoni non ha porto l'altra guancia. Siamo a una divaricazione all'interno della sinistra su problemi come il lavoro, la spesa pubblica, lo stato sociale?

Ne discutiamo di seguito con Dorigatti, con il segretario della Uil trentina Ermanno Monari, e con due candidati Ds a capolista: Ottorino Bressanini e Rolando Mora.

Dorigatti: Il mio è stato un richiamo alle forze di sinistra rispetto al tema del lavoro; che non va inteso solo come occupazione, ma anche come dignità della persona, come valore, e anche come condizioni di lavoro. Vedo invece una sinistra tutta impegnata nei problemi istituzionali: problemi importanti, sui quali anche il sindacato ha elaborato delle proposte. Ma se queste riforme sono slegate dalle questioni che i lavoratori vivono in modo più immediato, la discussione rimane riservata ai soli addetti ai lavori.

Insomma, la tua critica si allinea a quella di alcuni osservatori - compreso questo giornale - secondo i quali i Democratici di sinistra evidenziano ancora una carenza di programmi...

Dorigatti: Ci sono due visioni che si fronteggiano, nella sinistra: quella di chi pensa che il sindacato sia conservatore, e quella di chi

ritiene che la modernità invocata consista, in realtà, nel togliere diritti ai lavoratori. Se modernizzare, cambiare le regole significa cancellare dei diritti, il sindacato è assolutamente contrario.

Bressanini: Posso capire che dal sindacato siano venute delle critiche nel momento in cui il dibattito a sinistra si è - necessariamente - concentrato sui problemi della riforma istituzionale, che per il comune cittadino non sono la cosa più importante. Ma per poter operare efficacemente sulle cose importanti, sono indispensabili delle regole, anzitutto in tema elettorale. Basta vedere quanto ha positivamente inciso, nella campagna elettorale, la soglia del 5%; e sarebbe stato ancor meglio poter disporre della legge Chiodi, che assimilava il nostro sistema a un maggioritario col premio di maggioranza. E quanto più efficienti sarebbero i comuni, se fosse passata la riforma di Bondi!

Quanto al ritenere la tutela dei diritti dei lavoratori come un qualcosa che freni lo sviluppo, o mitizzare il Nord-Est è un errore politico: certi primati del Nord-Est sono dovuti anche al lavoro nero, agli straordinari fuori busta, allo sfruttamento dei lavoratori e all'evasione contributiva.

Ma all'interno dei Democratici di sinistra esiste una dialettica in tema di diritti sindacali?

Bressanini: Esiste, anche se non ancora ben sviluppata, visto che siamo partiti con la conferenza di presentazione appena il 9 maggio scorso. Ma è indubbio che le anime interne al movimento assumeranno delle posizioni diversificate. Non abbiamo ancora un mmmm programma su cui confrontarci? Ma il programma è uscito per la prima volta il 9 maggio...

Monari: Il sindacato ha una grande rappresentatività sociale e quindi deve esercitare un suo ruolo quando si avvicina una scadenza elettorale; Dorigatti si è limitato a rilevare che, almeno in questo primo avvio, non c'è da parte della sinistra sufficiente attenzione alle problematiche del lavoro. Anch 'io sono della stessa opinione, pur ritenendo che fra gli iscritti ai sindacati confederali e i partiti progressisti vi sia un 'indubbia affinità di ispirazione. In qualche campo, c'è però una dialettica, come ad esempio sullo stato sociale. Il segretario del Pds Albergoni, ad esempio, riferendosi alla recente legge sugli anziani, invita il sindacato a prestare più attenzione al problema della spesa. Ma è proprio il sindacato che per primo, e da diversi anni, obietta al governo provinciale mancanza di attenzione rispetto all'equilibrio fra entrate e uscite e poca considerazione delle proiezioni future della spesa sociale. Però, di fronte alla necessità di garantire assistenza a chi ne ha bisogno, non potevamo tirarci indietro.

Mora: Quando si fa un programma politico bisogna analizzare le priorità; e per una forza di sinistra il lavoro dovrebbe essere al primo posto. Fortunatamente 'per noi, è una priorità in termini qualitativi e non di quantità; e le riforme istituzionali creano la premessa affinchè l'ente pubblico, come regista dell'economia, stabilisca delle regole e così favorisca questo sviluppo qualitativo.

La modernizzazione: ovviamente la dignità e i diritti di chi lavora non sono da buttare a mare. Ma non possiamo più pensare che, se un 'azienda è decotta, la si debba comunque tenere in piedi; perché ciò danneggia gli stessi lavoratori. Al contempo, un lavoratore non può restare, dall'oggi al domani, disoccupato e senza un reddito. Allora bisogna stabilire dei controlli per stabilire quando davvero un'azienda è decotta e sventare certe strategie aziendali che si propongono solo di pompare in quel modo denaro pubblico. E quando questa azienda sia davvero persa, si dovrà pensare ad un salario minimo garantito. Il lavoratore, a sua volta, dovrà saper cogliere le possibilità che gli verranno offerte.

Veniamo a un punto sollevato da Monari: le critiche rivolte al sindacato di essere favorevole a dilatare la spesa sociale.

Bressanini: La solidarietà è un cardine portante sia del sindacato che di ogni forza di sinistra. Il guaio del Trentino è una overdose di solidarietà, intesa però come clientelismo. Le Conci e i Morandini di turno non risolvono un problema sociale: risolvono il problema di una famiglia, di un individuo, e lo fanno pescando in un bilancio che fino ad ora se lo poteva permettere. Così si sono sprecati un sacco di quattrini distribuendoli a pioggia, senza però risolvere i problemi e producendo fra i cittadini una gara all'ammortizzatore sociale. Questo è sovietizzare la società, togliere alla popolazione ogni capacità imprenditoriale.

Su questi temi è possibile che si verifichi un conflitto con il sindacato?

Bressanini: I programmi del sindacato, a questo proposito, sono molto seri. In alcuni settori, però, si notano delle pratiche... meno serie. E qui occorrerebbe maggiore coerenza: quando si è stabilito un percorso, il timore di

perdere qualche tessera non dovrebbe farti tornare indietro.

Dorigattì: Il sindacato presenterà fra breve un progetto e chiederà un tavolo di confronto complessivo; non si può occuparsi oggi di anziani, domani di giovani, dopodomani di handicappati... Ma di fronte a una proposta (parlo della legge sugli anziani) che risolve almeno un problema su cui insistiamo da 7-8 anni, perché dovevamo tirarci indietro ?

Ci si accusa di aver cavalcato in modo demagagico una riforma spostata su valori non di sinistra. Ma il prof. Cerea ha ricordato che gli anziani costano meno tenendoli a casa anziché mandandoli alla casa di riposo. Vìvono di più, vivono meglio e costano di meno. Noi abbiamo approvato questa idea, mentre la sinistra si è astenuta.

Quanto alla coerenza: all'Atesina, l'aver sostenuto l'azienda unica è costato cento tessere alla Cgil, e poi l'azienda unica non si è fatta....

Mora: A me non sembra che Berlusconi sia uguale a Prodi. Berlusconi diceva che lo Stato doveva limitarsi a battere moneta, fare politica estera e amministrare la giustizia. Io, uomo di sinistra, credo invece che l'articolo più importante della Costituzione sia quello (il n.3) dove si dice che "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Questa secondo me è la distinzione fondamentale fra il Polo e l'Ulivo, ed è su queste cose che Berlusconi è caduto.

Ora, in quest'ottica, la sinistra dovrebbe passare dalla difesa alla promozione dei più deboli. San due cose diverse: la promozione implica un impegno attivo anche del soggetto debole. Prima si trattava di assistenza e da questa persona non si pretendeva nulla, mentre oggi il discorso dev 'essere: io ti offro delle opportunità, ma anche tu devi pedalare. Attualmente siamo in una fase di transizione fra queste diverse visioni e ciò naturalmente provoca smarrimento, mette in crisi il senso di identità. Comunque penso che un 'identità meno marcata e più dubbiosa sia più positiva di un 'identità dogmatica, acrìtica. E poi, per fortuna, e 'è un sindacato che a volte ci critica: l'importante è che ci sia confronto. Non è un dramma che esistano opinioni diverse.

Dorigatti: Ma la sinistra rimane sola, se è sempre in disaccordo col sindacato...

Mora: Detta così, sembrerebbe che il sindacato debba per forza avere sempre ragione. Io non credo...

Dorigatti: La differenza è che i partiti misurano il consenso ogni quattro anni, mentre il sindacato lo misura ogni giorno, ha continuamente il polso della situazione.

Mora: L'adesione a un sindacato, però, è limitata a un interesse specifico, ha un aspetto contrattualistico, mentre la scelta di un partito è una cosa ben diversa...

Monari: Sono d'accordo: noi, come sindacato, rappresentiamo la parzialità, gli interessi dei più deboli. Abbiamo quindi una funzione diversa da quella dei partiti, che devono vincere le elezioni, rappresentando anche gli interessi del centro della società.

Ora, l'argomento del dibattito è come si opera questa sintesi: e qui possiamo avere delle idee diverse: da quelle forse più massimaliste di Dorigatti, a quelle tipo Tony Blair dei diessini. Ma non mi sembra che fra noi quattro ci siano divaricazioni significative: si tratta di un dibattito.