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QT n. 21, 5 dicembre 1998 Servizi

Difficile ma possibile

Da subito si può dire che quello uscito dalle urne il 22 novembre è un risultato positivo. E' stata sconfitta la destra d'ogni ordine, grado e colore con le proposte distruttive che la accompagnavano e la sostenevano. Non era questo un risultato scontato. I buchi neri programmatici nella lista civica, i timori della sinistra, le mille tentazioni distributive delle risorse provinciali che avevano fatto irruzione a ridosso e nel corso della campagna elettorale, potevano orientare il voto in tutt'altra direzione. Saggiamente, i trentini hanno deciso che così non doveva essere.

Anche in quest'occasione si è riconfermata dunque la predisposizione della sinistra (e nel nostro caso del centrosinistra) a buone prestazioni quando si tratta di giocare in difesa. Dopo molti anni, anche senza riforme elettorali, con il solo intuito dei cittadini, il Trentino ha ora la possibilità d'esprimere stabilità di governo e quindi credito ai programmi della legislatura.

C'è la possibilità di un confronto paritario con la provincia di Balzano, con la SVP e con Durnwalder per un aggiornamento non casuale e improvvisato dello statuto di autonomia. Finalmente il Trentino ha dunque la possibilità di inserirsi in quella stagione nuova che sembra caratterizzare la politica europea e nazionale.

Tutto facile dunque? Sarebbe sciocco pensarlo. Le diverse sensibilità programmatiche dentro l'Ulivo non sono evidentemente scomparse con il successo elettorale. Il grande equivoco aperto nelle forze della coalizione di centrosinistra sulla mobilità e lo sviluppo non potrà continuare a lungo. La sinistra ha avuto un risultato elettorale che può essere considerato positivo solo se i Democratici di Sinistra sapranno essere effettivamente qualcosa di nuovo. Se dovesse riprendere il tatticismo delle storie antiche allora varrebbe il confronto deprimente con i risultati elettorali del passato, riportati in questo numero del giornale: la sinistra che arretra dal trenta al venti per cento.

La speranza che si è aperta con il voto impone a tutto l'Ulivo, ma alla sinistra in particolare, di assumersi nel governo una forte responsabilità progettuale. Solo in questa maniera si darebbe un valore allo slogan usato nella campagna elettorale della "simpatia per il futuro". Cadendo invece nella trappola di facili tentazioni gestionali negli ancora ingenti settori distributivi, anche la sinistra correrebbe il rischio di divenire parte dei tenutari bolsi della politica trentina.

Dal ruolo di governo si può con chiarezza di indirizzi svolgere una buona funzione propedeutica, utile per un rinnovato rapporto fra istituzione, politica, società. Qui l'astensionismo è rimasto entro un limite ormai sfondato nel resto d'Italia. Le ragioni dell'impegno e della speranza si ricostruiranno se il nuovo governo del Trentino si muoverà seguendo una stella polare. Per la sinistra sarebbe sufficiente dimostrare che la stella polare è data dalle buone cose scritte nel libretto rosso con il programma per la legislatura. Le alleanze, gli assessorati, la struttura della task force di governo, devono derivare da questo. Se dovessero precederlo, si comincerebbe a rovescio un percorso che, per una volta tanto, sembra avere un tracciato sufficientemente chiaro e lineare.

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