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E-books: tutto da rifare?

Sono disponibili i primi “libri elettronici” acquistabili via Internet, ma forse il modello di distribuzione va già ripensato.

Roberto Loro

Se ne parlò qualche tempo addietro in questa rubrica, ed oggi i primi libri non cartacei sono realmente acquistabili tramite la rete.

Si tratta di dispositivi elettronici delle dimensioni e peso di un volume tascabile tradizionale (anche se il peso si avvicina a quello di un libro di quattrocento o cinquecento pagine). Rispetto all’equivalente cartaceo hanno qualità decisamente inferiore per quanto riguarda definizione e controllo tipografico (la qualità della risoluzione e dello schermo degli apparecchi disponibili sul mercato risulta infatti mediamente inferiore a quella di un calcolatore portatile).

I libri in commercio sono di fatto delle memorie elettroniche intelligenti, in grado di mantenere l’equivalente di circa quattromila pagine di testo e di visualizzarle come fossero le pagine di un libro. L’apparecchio è dotato di un sistema di protezione del testo (tramite algoritmi di crittografia) che impedisce all’utente di effettuarne copie, stampe e di ridistribuirlo a terzi. Il costo del libro (privo di alcun contenuto) si aggira intorno ai cinquecento dollari.

E’ già possibile acquistare e scaricare da Internet dei testi, tramite pagamento on-line con carta di credito, per popolare la memoria del libro elettronico. Si prevedono a breve chioschi negli aeroporti per acquisti dell’ultima ora, prima del decollo (ma sarà consentito leggere un libro elettronico a bordo di un aereo oppure disturberà la strumentazione di volo?).

A questo punto vi sarete già posti una domanda: tutto il mondo della comunicazione elettronica sta evolvendo verso standard e sistemi aperti, in grado di interagire in modo sempre più semplice tra di loro, ed in questo caso si sviluppa una tecnologia proprietaria, costosa e assolutamente chiusa (allo scopo di proteggere le case editrici). Che senso ha tutto questo?

Il problema non risiede solamente in questo aspetto, tutt’altro che trascurabile, ma nella filosofia che sta guidando le case editrici nella distribuzione e commercializzazione dei testi elettronici. Quello che ci si aspetterebbe nel passaggio da una struttura "stampa e distribuisci" ad una "distribuisci elettronicamente" è una drastica riduzione del prezzo di ciascun titolo. Dal momento che spariscono i costi di impaginazione, stampa, rilegatura e distribuzione, il lettore dovrebbe avere uno sconto, rispetto all’equivalente cartaceo, che dovrebbe aggirarsi intorno al 60%. Invece no. Il prezzo di vendita della versione elettronica è sostanzialmente allineato con quello del volume cartaceo.

Questo accade perché le case editrici stanno cercando di applicare al mondo elettronico la stessa struttura di mercato che utilizzano per l’editoria tradizionale. E questo, a mio parere, non funzionerà. Di fatto l’evoluzione delle tecnologie di comunicazione sviluppatesi grazie ad Internet ha rivoluzionato e sta rivoluzionando qualsiasi mercato tradizionale, per cui dobbiamo attenderci una concreta rivoluzione anche nel settore editoriale.

Non ho mai pensato che i libri sarebbero spariti dalla circolazione a causa del mondo digitale; ritengo però che questo offra molteplici nuove possibilità che potranno essere sfruttate in modo intelligente per una migliore fruizione dell’enorme quantità di informazione oggi disponibile in formato cartaceo.

Non credo alle tecnologie chiuse e proprietarie, non credo che avranno un futuro: penso che nei prossimi anni sarà possibile utilizzare nuove filosofie di distribuzione ed utilizzo delle informazioni tramite gli strumenti standard che saranno a disposizione di tutti: calcolatori, Web-television, e così via. Forse le case editrici dovranno iniziare a comprendere meglio la rivoluzione digitale.

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