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QT n. 7, 3 aprile 1999 Servizi

Industrie pulite: l’esempio di Condino

Diminuiscono gli scarti di lavorazione e le emissioni; calano gli infortuni e c’è anche convenienza economica. Il caso della cartiera della valle del Chiese.

Luca Petermaier

Nello scorso numero, parlando delle politiche ambientali delle industrie, abbiamo spiegato che cos’è e come funziona il sistema delle certificazioni ambientali.

A proposito delle norme Iso 14001 e Emas, che sono la base del sistema, notavamo che la loro applicazione all’interno delle aziende, a fronte di qualche comprensibile sforzo economico-organizzativo iniziale, può rappresentare in realtà un affare per le imprese, sia in termini di marketing che di denari risparmiati nella produzione.

Tutto questo almeno in teoria.

Ecco perché abbiamo deciso di verificare direttamente sul campo gli effetti dell’applicazione in azienda di una politica ambientale ispirata a queste due norme internazionali.

E per farlo abbiamo scelto l’azienda provinciale che ha ottenuto, nel 1997, la prima certificazione Iso del Trentino, e cioè la Cartiera di Condino.

Lo stabilimento della valle del Chiese è stato acquistato nel 1985 dalla Cartiera di Carmignano (che ha sede nel Padovano), poi entrata a sua volta a far parte di un altro gruppo multinazionale svizzero, la Industrieholding Cham AG.

Attualmente la Cartiera conta 390 dipendenti, divisi tra la sede centrale e gli stabilimenti di Carmignano di Brenta e di Condino.

La Cartiera di Carmignano ha intrapreso, dal 1994, una serie di iniziative aziendali ispirate ai valori dell’eco-compatibilità della produzione. Questo impegno l’ha portata nel 1997 ad ottenere la certificazione Iso 14001, riconosciutale da uno dei maggiori organismi di certificazione mondiali.

In cosa consiste, dunque, la politica ambientale della Cartiera? Quali interventi e quali risultati le hanno permesso di ottenere un riconoscimento così importante a livello mondiale come la certificazione Iso?

L’acqua innanzitutto. Sono datati 1973 i primi interventi nel trattamento delle acque, e da allora sono stati compiuti numerosi altri sforzi per rendere più pulite le acque in uscita. E quest’impegno è stato premiato: già nel 1996 le acque di scarico di Carmignano contenevano materie solide per un quinto dei limiti massimi imposti dalla legge nazionale, e quelle dello stabilimento di Condino addirittura per appena un sesto.

Il consumo specifico di acqua utilizzata per il raffreddamento è gradualmente diminuito e con esso i costi. Le acque reflue sono costantemente monitorate e dunque più facilmente rigenerabili. Gli ultimi dati, relativi al periodo 1996-98, parlano chiaro: si è risparmiato il 20% nel consumo specifico di acqua. E questi dati acquistano un significato che va al di là del puro dato numerico se si considera che la cartiera di Condino non paga l’acqua che consuma: la motivazione ambientale è quindi ancora più rilevante.

Si è lavorato anche sull’impatto atmosferico delle emissioni dovute al ciclo di produzione. Gli impianti di Condino sono stati convertiti tutti dall’olio pesante (le cui emissioni potevano essere responsabili di piogge acide) al gas naturale e dotati di sistemi sofisticati di monitoraggio.

Emissioni rispettivamente di polveri, ossido di azoto, ossido di zolfo per kg di carta prodotta. Da notarsi il significativo abbassamento di tutti i dati.

Perseguire una politica ambientale intelligente significa prima di tutto razionalizzare il più possibile ogni fase del ciclo produttivo. Tutto deve essere indirizzato al minimo impatto ambientale che va raggiunto con il minimo dei costi.

E’ una specie di filosofia, che contempla, ad esempio, anche la razionalizzazione del trasporto delle merci. Di qui la scelta aziendale a favore del trasporto intermodale (camion più ferrovia) e, dove ciò non è possibile, l’utilizzo di autotrasportatori con attestazione di eco-compatibilità dei loro mezzi, sulla base di criteri di riduzione dei consumi di carburante, delle emissioni degli scarichi e dell’inquinamento acustico.

Altro aspetto essenziale (e fortemente inquinante in genere) sono gli scarti di produzione.

La loro costante riduzione (come appare dal grafico) ha permesso di diminuire la quantità di fanghi provenienti dall’impianto di trattamento delle acque.

Ma non ci si ferma qui. E infatti i fanghi sono poi riutilizzati, in quanto materia inerte, come materiale da costruzione per laterizi, pannelli antirumore e fondi stradali.

Ovviamente non è tutto un paradiso alla Cartiera di Condino.

Fino al 1996 infatti, lo stabilimento presentava consumi energetici ancora troppo alti, come ci conferma l’ing. Ereno, responsabile qualità e ambiente delle Cartiere: "Il nostro tallone d’Achille, almeno a Condino, è stato proprio quello dell’energia elettrica.

Ma nel 1997, con la costruzione di un impianto di cogenerazione presso la sede centrale, siamo riusciti a trasferire parte dell’ energia elettrica dallo stabilimento di Carmignano direttamente a quello di Condino. E infatti i dati relativi all’anno 1997/98 sono decisamente più confortanti. Ma possiamo fare ancora meglio.

Nel numero scorso abbiamo tirato le orecchie, tra gli altri, anche al sindacato (Cgil), secondo noi poco attento alle potenzialità di un sistema razionale di gestione ambientale. Dicevamo che la cosa ci appariva piuttosto singolare, dal momento che non serve essere degli esperti per capire che un ambiente di lavoro pulito, organizzato, dove niente è lasciato al caso, non è solo un vanto per l’azienda, ma è soprattutto un conforto per il lavoratore. Ogni iniziativa industriale che ha come risultato, seppur indiretto, quello di migliorare le condizioni di lavoro degli occupati, deve vedere il sindacato protagonista, propositivo e soprattutto preparato.

In questa circostanza non lo è stato: e andava detto.

Andava detto proprio in quanto, a giudicare dai dati che la Cartiera di Carmignano ci ha fornito, sono i lavoratori a trarre vantaggi importanti dall’applicazione di un sistema di gestione ambientale.

La certificazione Iso 14001, a Condino, ha favorito l’introduzione di rilevamenti periodici degli agenti di rischio ambientale, del rumore e del microclima; ha dato spazio alla prevenzione, con visite mediche specialistiche e con un’intensa attività formativa; ha portato alla creazione di squadre addestrate per il pronto intervento, antincendio e di pronto soccorso. E i risultati hanno premiato gli sforzi. Come si vede dal grafico, sono diminuiti gli infortuni , oltre alla loro gravità e alla frequenza complessiva ed è calato a picco (da 687 nel ‘94 a 229 nel ‘96) il numero di giorni di lavoro persi per infortunio.

Già nell’articolo precedente avevamo messo in luce come certificarsi, vale a dire darsi degli obiettivi di politica ambientale e rispettarli, alla fine poteva anche rivelarsi conveniente. Ma avevamo anche usato il condizionale, perché la bontà del sistema era solo sulla carta, cioè tutta da dimostrare.

Ci sembra di poter dire, dopo aver conosciuto più da vicino la realtà di Carmignano-Condino, che certificarsi è sicuramente un affare. Speriamo che se ne renda conto anche chi di dovere.

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