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L’evoluzione del mercato on-line porta sempre più a volerconoscere le abitudini del potenziale cliente. E la privacy?

Roberto Loro

L’evoluzione rapidissima del mercato on-line, vale a dire del commercio di beni e servizi tramite Internet, sta convergendo sempre più velocemente verso la "personalizzazione di massa". Nel mondo infinito dei server collegati ad Internet sono sempre più numerosi i servizi "su misura" per l’utente. Come è possibile che ciò accada in un mercato potenziale di dimensioni planetarie, quando nel mondo reale sono i grandi ed anonimi centri commerciali a farla da padroni?

Il fatto è che in questo caso entrano in gioco aspetti comportamentali e tecnologici: i servizi on-line su misura consentono all’utente di orientarsi meglio nel mare di notizie e di proposte presenti su Internet.

Ma questa opportunità ha ovviamente un costo che deve essere pagato.

Per riuscire infatti a confezionare una proposta che soddisfi le esigenze di uno specifico utente, questi dovrà essere costantemente "pedinato" e controllato nei suoi movimenti all’interno della rete. In questo modo infatti sarà possibile raccogliere dati ed informazioni che lo riguardano estrapolandone comportamento e preferenze.

Questa è esperienza comune per qualsiasi utente che ha oggi a disposizione giornali personalizzati che raccolgono automaticamente le notizie di interesse e le inviano tramite posta elettronica, librerie in grado di avvisare l’utente dell’uscita di libri di suo possibile interesse, e così via.

Dietro a tutto questo, dietro al fatto che ad ogni mio collegamento al sito di Amazon, la più fornita libreria del pianeta, il sistema mi dia il benvenuto offrendomi una lista di titoli di mio probabile gradimento, sta un accurato lavoro di analisi e schedatura dei gusti e delle caratteristiche dell’utente.

Questo perché chiunque "navighi" per la rete, mentre compie operazioni di ricerca di informazioni, mentre salta da un sito ad un altro, lascia continue tracce di sé, lascia costantemente dati personali che possono essere raccolti ed analizzati tramite sofisticati software in grado di costruire un profilo del singolo utente.

Viene da chiedersi se tutto questo rappresenti di fatto un processo puramente economico per la creazione di nuovi mercati o se rappresenti in effetti un passo in avanti, qualitativamente, dal punto di vista dell’utente.

Di fatto la nostra attività sulla rete viene tenuta sotto controllo da una molteplicità di sistemi tecnologici più o meno visibili, tanto che sono stati sviluppati dei programmi in grado di avvertire l’utente nel momento in cui il suo calcolatore è in procinto di inviare informazioni personali sulla rete.

Provando ad utilizzare questi programmi, ci si rende conto di quanto sia lontana l’attuale normativa in materia di privacy dalla realtà della rete, dove il nostro controllo di quanto avviene "al di sotto" del visibile, "dietro" alla pagina Web che stiamo consultando, sia assolutamente nullo.

Nei pochi secondi impiegati per scaricare un documento dalla rete il nostro calcolatore probabilmente ha già inviato tutti i dati relativi alla configurazione, i siti appena visitati, forse il nostro indirizzo di posta elettronica al sistema che sta dall’altra parte, che inizierà in questo modo a costruire un nostro "clone" elettronico in grado di confezionare per noi un paio di pantaloni ad apertura laterale, colore metallizzato, ABS ed airbag incorporati.

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