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QT n. 15, 11 settembre 1999 Servizi

Folgore: favorevole o contrario?

La tragica morte del parà di Pisa, la Folgore e gli altri corpi dell’esercito, il duce, l’Olocausto... Centinaia di persone discutono e si insultano. Dove? Su Folgore.com

Quanto più aspra in guerra
infuria la battaglia
quanto più forte crepita
sul fronte la mitraglia;
se segna il passo il fante,
se sostano i carristi,
ci mandano a chiamare: chi?
Noi, paracadutisti!

Giungiamo da lontano
qual folgore dall’alto
spazzando ogni difesa,
nell’ebbrezza dell’assalto;
apriam la strada al fante,
il valico ai carristi,
diam ali alla vittoria: chi?
Noi, paracadutisti!

Siam cento, cento e cento,
tutti forti, arditi e sani,
un po’ pazzi, un po’ poeti,
ma il fior fior degli Italiani”

Su Internet c’è anche questo: un sito dedicato ai paracadutisti della Folgore dove si può navigare fra inni, stemmi e mostrine, fotografie, cronache di manifestazioni paracadutistiche, commemorazioni di caduti della Repubblica Sociale. Il tutto preceduto da una citazione del principe Junio Valerio Borghese di golpistica memoria. E c’è soprattutto un “libro degli ospiti” dove ognuno può esprimere le proprie opinioni o rispondere a quanto altri hanno scritto. Dal 18 agosto, quando i giornali comunicarono il misterioso decesso del paracadutista Emanuele Scieri, questo luogo di dibattito a distanza è stato tempestato da centinaia di messaggi che se non possono avere il valore di un sondaggio sulle opinioni degli italiani (per fortuna, come vedremo), rappresentano comunque una interessante testimonianza di certi umori che scorrono per il corpo sociale.

Va subito precisato che il sito (www.folgore.com) non ha alcun carattere ufficiale: è la privata iniziativa di due ex parà, uno dei quali, in una sorta di editoriale, spiega che il sito “si propone come punto di riferimento, per tutti coloro che si riconoscono nella morale espressa dagli eroi della Folgore. Princìpi che purtroppo nella nostra amata Italia, soprattutto negli ultimi 50 anni, sono stati millantati, denigrati, ignorati e talvolta derisi, e che solo i paracadutisti e pochi altri hanno con umiltà onorato. Quindi con questo sito speriamo di costruire un baluardo contro tutte le bugie che anche ultimamente hanno cercato di infangare la ormai leggendaria Folgore”.

Date queste premesse, ci si aspetterebbe che la quasi totalità dei frequentatori di questo sito siano fascisti o accesi militaristi; certo, soprattutto i secondi sono molto numerosi, ma la situazione è comunque piuttosto sfumata e quello che più colpisce è un misto di ingenuità e di disponibilità al dialogo che caratterizza molti giovani, anche di fronte a posizioni ideologiche talmente rigide da rendere in realtà impossibile un confronto.

La pattuglia più rumorosa, è quella dei fascisti, che approfittano della circostanza per fare propaganda a tutto campo: “I nostri governanti - scrive Michele da Pavia - stanno demolendo le istituzioni al servizio del paese e poi incensano i terroristi: solo quelli rossi naturalmente”. E Andrea, dagli Stati Uniti: “Sporchi comunisti, andate in Serbia a vedere cosa hanno fatto i comunisti e non venite ancora fuori con quello che hanno fatto i nazisti! Soprattutto perché fascismo e nazismo sono due cose differenti, come la Folgore è differente da tutti gli altri corpi militari!”

Ma spesso all’argomentazione - per quanto sgangherata - si preferisce l’ingiuria: “Siete solo dei rossi vermi striscianti - scrive tal Italo Valsecchi - Viva la Folgore e tutto ciò che è italiano! Viva il Ventennio!” Mentre Benito Fanti (probabilmente uno pseudonimo), così risponde a un oppositore politico: “Grandissimo fannullone e perdigiorno dei miei coglioni, sappi che mentre tu te ne stai in panciolle, il sottoscritto serve la patria. La mattina, mentre tu ancora sbadigli, io, fiero della mia scelta di vita, con il mio plotone, torno in caserma dalle molteplici esercitazioni notturne, pronto per l’alzabandiera. Tu di notte sei solo capace di pisciarti sotto. Siete della gentaglia, buoni a nulla, comunisti del cazzo. Evviva la brigata Folgore difenditrice dell’onore degli italiani. Evviva Roma e i figli della lupa”.

Questo Benito Fanti ritorna spesso con i suoi messaggi, replicando ad altri “navigatori” con insulti, consigli o complimenti. Ad un collega ex parà rivolge l’invito di accostarsi al Msi-Fiamma tricolore, dove potrà incontrare “un manipolo di uomini liberi e fedeli”, mentre “i partiti tradizionalmente vicini ai nostri gloriosi ideali ci hanno tradito, stipulando accordi con papponi buoni solo ad occupare poltrone, ad arricchirsi e a rincoglionire i nostri giovani tempestandoli di pubblicità, facendogli credere che la vita è tutto un mangia-mangia, vedi ruote della fortuna, buone domeniche e appuntamenti fissi con conduttori comunisti”. E rispondendo a una ragazza (una delle pochissime) entusiasta della Folgore, tratteggia i caratteri della sua donna ideale: “Sono come te le donne che vogliamo, non quelle zoccole di femministe che stanno rovinando l’immagine della donna italiana: coraggiosa, altruista, mamma di giorno e femmina di notte”.

Un altro habitué del sito è “Historiker Streik”, infaticabile negatore dell’Olocausto: “Fior di studi - scrive in uno dei suoi saggi - ha dimostrato come la ‘Soluzione finale’ consistesse nell’emigrazione degli Ebrei fuori dell’Europa, poiché erano ritenuti (a torto o a ragione, lo stabilirà la storia) responsabili del pericolo bolscevico. Le poche migliaia di morti nei campi furono dovuti ad una terribile epidemia di tifo petecchiale”.

E se qualcuno replica deplorando che in Italia, a differenza che altrove, la negazione dell’Olocausto non sia un reato, altri gli danno retta: un anonimo, dopo essersi chiesto smarrito “Ma allora, tutto quello che ci viene fatto vedere dai mass-media?”, promette: “Andrò a comprarmi e a leggermi qualcuno dei libri che hai indicato. Penso che dare un giudizio su un fenomeno storico così controverso, senza avere soppesato tutti e due i piatti della bilancia, non sia corretto”.

La più folta pattuglia dei “militaristi” è molto composita, ma solitamente questi esaltatori delle virtù militari della Folgore, di concetti quali l’Onore, la Patria, la Fedeltà, ecc., non vogliono saperne di “buttarla in politica”. I più sorvolano sulla morte del parà di Pisa, insistendo invece sulla persecuzione a cui sarebbe sottoposta la mitica Folgore. Tra le poche eccezioni, un ex aviere di Torino: “Onore al paracadutista Scieri e onore a tutti i paracadutisti e militari di ogni Arma che svolgono il loro dovere secondo il giuramento che hanno prestato davanti alla nostra sacra Bandiera! Vergogna invece a coloro che arrecano disonore alla divisa che portano e all’Esercito di cui purtroppo fanno parte. Che questi avvenimenti li facciano riflettere! L’esercito è lo specchio della Nazione! Soldati, graduati, sottufficiali e ufficiali, teniamo pulito questo specchio, che rifletta sempre il fulgido eroismo di cui la Nazione tutta si è sempre fregiata! Un saluto a tutti Voi, uomini che credete al marziale ideale del Soldato. Servite lo Stato e amate il vostro Paese!

Un tale equilibrio fra patriottismo militare e indignazione civile è però raro: più spesso ci si barcamena con espressioni del tipo “Vicini al dolore della famiglia del povero ragazzo, ma uniti con la Folgore. Sempre!” E si arriva più volte a giustificare il nonnismo, che “è sempre esistito, e serve ad aumentare il senso di disciplina, di obbedienza e di gerarchia”, che “fa crescere, aiuta a non avere paura della guerra e ad avere coraggio”; del resto, “chi va in un reparto speciale, non può aspettarsi di andare a raccogliere mammole, deve sapere che occorre una tempra particolare. Se non si ha coraggio non si scelga la Folgore”.

Frequenti i casi in cui lo spirito di corpo, assolutamente esclusivo, porta a denigrare altri pezzi delle forze armate (i granatieri sono “giuggioloni”, gli alpini “alcolizzati”, ecc.), fino a provocare la protesta, fra l’altro, di un tenente in servizio: “Mi è dispiaciuto vedere che il lievitare della polemica ha condotto a pesanti scambi di ‘cortesie’ tra persone che hanno avuto divise o mostrine diverse; bersaglieri contro parà, parà contro fanteria, etc. Gli insulti alla Folgore sono intollerabili, ma cerchiamo di non fare il gioco dei suoi avversari (La Repubblica, etc.) rispondendo sul loro stesso registro”.

In un sito sanguigno come questo, sono rarissimi i messaggi puramente “tecnici”, basati sui fatti; tra i pochi, quello di un ex ufficiale che così scrive da Palermo: “Esprimo la mia solidarietà ai Paracadutisti. Ma qualche interrogativo mi assilla. Perchè Scieri, nonostante che, a detta dei suoi compagni, fosse tornato in caserma, non venne cercato dentro? Che cosa hanno fatto l’Ufficiale di picchetto e il Capitano di ispezione? Ed ancora, ritenete verosimile che un ragazzo appena arrivato dal Car, di notte, in una caserma che non conosce, vada ad arrampicarsi in una struttura militare, con il rischio magari di essere individuato dalla pattuglia di guardia? Il rispetto per le stellette che abbiamo portato, ci impone queste domande”.

Emanuele, di Genova, è sulla stessa linea: “Io ho il massimo rispetto per gli organi militari tutti, ma pretendo anche da loro una totale dedizione e competenza nel loro lavoro. Devono tutelare la patria, come io stesso combatterei per il mio paese sino allo stremo per difendere la nostra repubblica. Quello che non accetto dagli organi militari è l’arroganza che troppo spesso li caratterizza. Le forze armate devono tutelarci, non intimorirci, e devono farlo con una competenza senza pari. Non si scherza quando si occupano certe posizioni. Rimuovete gli incapaci che non sanno nemmeno tenere d’occhio la propria caserma con persone che si meritino il diritto di stare nella Folgore”.

Molti invece i visitatori “di sinistra”; anche qui naturalmente c’è una certa percentuale di persone che si esprime a suon di contumelie, con la sola, trascurabile differenza che l’idiota di sinistra sembra privilegiare lo sberleffo trasgressivo e fulminante, mentre quello di destra è più prolisso e fa ampio utilizzo di espressioni attinenti l’attività sessuale. Così, mentre il camerata la tira in lungo con ripetute insinuazioni sulla scarsa virilità dei suoi avversari e sulle pratiche mercenarie delle loro parenti femmine, il compagno scherza pesantemente sulla tragedia di Pisa: “Consiglio ai parà, d’ora in poi, di portarsi il paracadute anche quando non sono in missione!”; “Che bello vedere un parà morire per un lancio da pochi metri!”

Altre volte la battuta è sarcastica ma non insultante: Franz, ad esempio, chiede ai fans dei parà “se nei codici di onore della Folgore sono inclusi gli stupri a donne somale”, mentre Stefano rivolge loro una domanda che anche a noi è passata per la mente: “Se quelli della Folgore sono così belli e bravi, perché non avete prolungato la ferma?” Poi c’è chi ragiona più distesamente e argomenta con pacatezza; e spesso lo fa con la sincera, forse ingenua convinzione che sia possibile stabilire un dialogo anche con chi, in precedenti messaggi, ha dimostrato una corazzatura ideologica così spessa da scoraggiare qualunque tentativo. Come interloquire, ad esempio, con chi arriva ad affermare che “a volte vivere col rimorso di aver ucciso è una forma altissima di sacrificio”? Eppure parecchi ci provano: “E’ triste - scrive Marco, obiettore di coscienza bolognese - constatare come non una sola parola venga spesa per un ragazzo che è morto. Morto non per la patria, non per la Folgore, non per le proprie idee, ma forse per l’imbecillità dei suoi commilitoni più anziani. Onore, valore, coraggio sono parole vuote se non sostanziate dai fatti, dai comportamenti. Onore e coraggio significa anche assumersi le proprie responsabilità e pagare se si ha sbagliato. Qui subentra, a mio parere drammatica, la responsabilità dei vostri ufficiali, non in grado di trasmettervi anche il significato del valore della vita e incapaci forse di comprendere la semplicità della vostra logica per cui è tutto bianco o tutto nero. Provo un’immensa pena per coloro che rievocano l’impero romano, l’Italia fascista, la santa romana chiesa: la storia ha cancellato tutto questo, non esiste più nulla di tutto ciò e voi soli non potrete mai portare indietro le lancette della storia...”

Un altro obiettore così reagisce ai numerosi insulti rivolti a chi ha rifiutato il servizio militare: “Ormai da una decina di giorni leggo le pagine di questo libro degli ospiti e più di una volta ho avuto la sensazione che coloro che hanno servito il paese come paracadutisti si sentano gli unici in grado di provare certi sentimenti, di credere in certi valori e che dipendano solo da loro le sorti dell’Italia. Mi permetto di non condividere questo diffuso sentire e vorrei chiedervi perché un obiettore viene da voi considerato un essere di poco superiore ad un verme. Io ho fatto l’obiettore e ho servito il mio paese, ne sono certo. Forse abbiamo un modo diverso di intendere quello che voi chiamate Patria. Più che evocare sacri confini o astratti sentire, la parola patria mi rimanda al rispetto della dignità di ogni persona umana, allo sforzo di colmare le ingiustizie, di condividere il passo dei più deboli. E credo di aver servito il mio paese con onore e lealtà, sforzandomi di essere pronto e disponibile con chi mi chiedeva aiuto. Vorrei dunque che qualcuno mi spiegasse perché merito il vostro disprezzo”.

GGli oltre 2.000 messaggi di questo “libro degli ospiti” - lo abbiamo detto - non rappresentano un sondaggio sulle opinioni degli italiani, e dunque è difficile trarne delle conclusioni; se non la certezza che nelle caserme italiane, soprattutto in quelle di certi corpi, c’è ancora un gran bisogno di democrazia e di educazione civica. Un bisogno che fra qualche anno, con la scomparsa dei soldati di leva, non potrà che aumentare.

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