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Visto da destra, visto da sinistra

Il rapporto immigrazione-criminalità è un tema estremamente delicato, per tutte le implicazioni e i rischi di strumentalizzazione che comporta. Nessuno chiede agli organi di informazione di nascondere o attenuare i purtroppo frequenti episodi di cronaca nera che vedono implicati degli extracomunitari; è però legittimo pretendere che non si soffi sul fuoco dell’allarmismo e dell’intolleranza. Un pessimo esempio di questo genere ci viene invece dall’Alto Adige del 17 settembre, che, con un richiamo in prima pagina e un ampio articolo in cronaca di Trento, riferisce un episodio avvenuto a Denno, in val di Non: "Gli rubano l’auto e lui li mena", è il titolo dell’articolo, dove si racconta che "un quarantenne del posto che ha preferito mantenere l’anonimato" ha sorpreso due immigrati che "volevano rubare la sua auto a tutti i costi". Infatti, sorpresi dal proprietario ("un uomo che sapeva il fatto suo"), "lo hanno aggredito a pugni e calci... Ma non avevano fatto i conti con l’implacabile furia di un cittadino che si vede attaccato nei suoi beni e nella sua dignità: l’aggredito ha reagito con forza e in men che non si dica ha sbaragliato i rapinatori, ferendone uno in modo piuttosto serio". Insomma, una "esemplare reazione dell’uomo", al quale "è andato il plauso di tutto il paese per il coraggio e la determinazione dimostrata in quella notte di botte e inseguimenti. Ma resta, in valle, la sottile inquietudine per questa vera e propria invasione di lavoratori extracomunitari". Parecchi dei quali, sostiene la giornalista con una argomentazione che dimostra scarsa conoscenza del fenomeno, sono venuti non in cerca di un lavoro precario, ma con altri torbidi scopi; infatti "sono oltre un centinaio, questa settimana, i presunti raccoglitori confluiti soprattutto a Cles con la scusa della raccolta, ma le aziende e la Questura hanno già pronti da mesi gli elenchi dei nominativi degli stagionali extracomunitari autorizzati". In sintesi: due ladri feroci anche se inetti, un Rambo di paese ed una valle in stato d’assedio. Già così, il pezzo sarebbe, secondo noi, pesantemente censurabile, ma c’è di più. Nella versione dei fatti presentata dall’Adige del medesimo giorno, infatti, la vittima del tentato furto, già un po’ meno anonimo ("V. C., custode forestale del consorzio Bassa Anaunia"), quando vede i due che tentano di mettere in moto la sua auto, "ha fatto un balzo in avanti per fermarli. I due si sono spaventati e han cercato di scappare, ma per uscire in fretta dall’abitacolo uno è caduto a terra battendo violentemente il viso". Dopo di che i carabinieri li hanno presi. Visto da destra e visto da sinistra, come titolava un tempo una famosa rubrica satirica sul "Candido" di Guareschi? Non proprio, perché in questo caso sembra possibile stabilire che la versione attendibile è quella dell’Adige, il quale, avendo interpellato il presunto Rambo di Denno, ne riceve in risposta queste civilissime parole: "In fondo non mi hanno fatto niente, mentre quel ragazzo è finito all’ospedale... Non vorrei che questo episodio si riflettesse su tutti gli altri. Qui non abbiamo mai avuto problemi, c’è una comunità maghrebina ben integrata. E’ stato solo un caso sporadico, probabilmente dovuto alla disperazione di non trovare lavoro. Magari volevano prendersi la macchina solo per non passare la notte all’aperto o per andare fino a Mezzolombardo". Non ci sembrano, francamente, le parole di un giustiziere della notte.

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