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QT n. 21, 4 dicembre 1999 Servizi

QT, strumento privato di poche persone

Due dure lettere su QT. E la nostra risposta collettiva.

Decarli Roberto

QT, strumento privato di poche persone

Vorrei intervenire a proposito di "cosette diverse", al fine di contribuire al formarsi di un giudizio (e non "l’ulteriore") dei lettori, in attesa che il direttore di QT tragga le sue "note conclusive", dia le pagelle e ci spieghi la giusta linea.

1. Pare a me fuorviante che "il partito di Albergoni" ha deciso di "togliere la pubblicità". Io credo eventualmente sia giusto sostenere che ha deciso di rispondere negativamente alla pressante richiesta di un "sostegno economico". Io penso che se da un lato sia giusto richiedere all’ente pubblico attenzione ed eventualmente un sostegno economico, attraverso pubblicità o contributi, per la stampa minore e/o iniziative culturali, dall’altra non sia giusto pretendere che un’azienda, una associazione (qual è anche un partito) o una qualunque persona, investa risorse economiche senza valutarne l’efficacia. Non credo sia qui il caso di parlare di costi e diffusione, dico solo che a parità di costi ci sono strumenti più efficaci, che anche ad altri non dispiacerebbe ricevere sostegni, e che i bilanci dei DS trentini non assomigliano né a quelli della Federazione delle cooperative, né a quelli dell’Unione Commercio.

Che delle aziende o delle associazioni ritengano utile investire in pubblicità su QT, che delle personalità (diessini compresi) o dei lettori ritengano giusto sostenerlo economicamente, questo fa parte delle libere scelte e convinzioni e non credo meriti il titolo di censuratore della libertà di opinione chi queste scelte e convinzioni non condivide.

Mi pare chiaro che l’attuale segretario dei DS del Trentino non ritiene utile sostenere economicamente QT, come non è escluso che quello futuro come pure l’eventuale futuro tesoriere possano maturare opinioni diverse. Penso comunque che se dopo vent’anni non si è ancora riusciti ad essere autosufficienti, forse qualche domanda bisognerebbe porsela.

2. Credo di sapere come in passato i soci della cooperativa proprietaria di QT ed in particolare l’attuale direttore e l’attuale caporedattore hanno contribuito generosamente per far sì che QT sia ancora nelle edicole, e questo va loro riconosciuto. Rimango comunque convinto che il fatto di lavorare gratis (ce ne sono molti e in molti campi) non dia alcun diritto in più, anche perché, a parte il fatto che c’è chi può farlo e chi no, un po’ di prestigio, un po’ di gratificazione, almeno un po’ di soddisfazione personale ci sarà e quindi, tutto sommato, lo si fa per se stessi. L’alternativa, a me pare, sarebbe quella che non si sa cos’altro fare.

Per "compassione" quindi, io intendo non la censura della critica, ma la richiesta di una critica civile, che è diversa, secondo me, dallo sputtanamento. E’ difficile discutere con chi ti dà del servo e dell’incapace un giorno sì e un giorno anche; io almeno non ci riesco, ma forse la colpa è mia.

3. QT, secondo me, non è più da tempo Questotrentino nato vent’anni fa, quanto meno come spirito collettivo. A me pare che sia diventato una cosa privata di pochi, certo con collaboratori anche prestigiosi che coprono diverse rubriche, ma i pezzi politici sono ormai pensati da pochi intimi. Possibile che quello che è restato del collettivo di allora non si ponga il problema del perché molti hanno abbandonato? Tutti cialtroni?

Mi risulta, se sono corrette le mie informazioni, che alla riunione di collaboratori e sostenitori recentemente organizzata dalla direzione, non ci si è degnati di invitare i soci della cooperativa proprietaria di QT. Una dimenticanza? Non credo. Vengono, forse anche giustamente, considerati degli estranei al giornale; e allora si abbia il coraggio di scioglierla e chi è interessato a far vivere QT si organizzi per sostituirla: sarà almeno chiaro che c’è stata una svolta e di chi è il giornale.

4. Colgo quest’ultima occasione per testimoniare la mia stima per Stefano Albergoni e ringraziarlo pubblicamente per il difficile compito di mediazione che ha svolto con umiltà in questi anni difficili. In tutti questi anni, non l’ho mai sentito chiedere nulla per sé. Spero che l’amarezza che sta provando non gli faccia ritenere sprecati questi anni dedicati alla politica attiva. Credo che alla sinistra trentina sia ancora utile il suo contributo. Stima ed affetto, caro Ettore, sì, affetto. Sentimento che purtroppo non provo lasciando QT, e di questo non mi rallegro.

Chiedo scusa per il linguaggio diciamo "grezzo", ma non sono né un abile scrittore e men che meno un intellettuale, al punto che non ho ancora capito dove stava l’ironia nell’intervento di Michele Guarda "Vogliamo suicidarci?"

Rimango serenamente in attesa della reprimenda di Ettore Paris.

Roberto Decarli, Tesoriere dei DS del Trentino, ex amministratore di QT

Un anno di cannonate ad alzo zero

Caro Ettore Paris, sull’ultimo numero di Questotrentino è apparso un articolo di Stefano Albergoni che personalmente ho valutato equilibrato e convincente.

Al di là delle considerazioni individuali ritengo comunque che - dopo un anno di cannonate ad alzo zero da parte tua nei confronti di Albergoni - per una questione di correttezza o se non altro di buon gusto, questo articolo avrebbe dovuto essere pubblicato senza alcun commento, lasciando ad ogni lettore di valutarne la portata.

Questa volta ti sei superato, dal momento che non soltanto hai commentato l’articolo, ma addirittura l’hai fatto precedere da un tuo pensiero in cui scrivi: "Qui però dobbiamo occuparci di cosette più misere", e ancora parli di "volgarità inaccettabile".

Il tutto riferito ad una semplice battuta - che tale risultava per chi fosse dotato di un minimo di ironia - di Albergoni, secondo il quale se la pubblicità a Questotrentino invece di toglierla l’avesse raddoppiata, forse avrebbe ricevuto in cambio un po’ di compassione.

Il problema, caro Ettore, non sta nel fatto che Albergoni ti abbia negato una pagina di pubblicità, ma che il "tuo giornale" degli ultimi tempi (ma forse sarebbe meglio dire degli ultimi anni) non riesce più a trovare una linea convincente ed evidentemente non riesce più ad attirare l’attenzione dei lettori di sinistra.

Non sta a me cercare di spiegare il perché: certo che nel 2000 un periodico (per quanto di ambito locale) che divide le persone fra buoni e cattivi, o meglio, simpatici e antipatici al direttore, non credo potrà fare molta strada.

Se Albergoni dunque ti sta antipatico, non ci sono santi che tengano: con la "leggerezza" che ti si conosce fin dai tempi dell’adolescenza - e che evidentemente non è stata temperata dalla tolleranza che dovrebbe essere una virtù della maturità - lo massacrerai (o almeno crederai di farlo), in quel tuo feudo personale che è ormai diventato il tuo giornale, senza concedergli alcun merito, nemmeno quello più evidente di aver fatto tornare i DS ad un ruolo importante nella politica locale, raddoppiando i consensi e raggiungendo alcune delle più significative posizioni istituzionali.

D’altronde allo stesso modo, quando Andreolli ha assunto il ruolo di assessore provinciale lo hai definito "un bancario" che aveva usurpato il posto a Passerini; ora, a distanza di sei mesi, ed essendo sotto gli occhi di tutti che Andreolli si sta dimostrando uno dei più validi e competenti assessori, da parte tua non ho ancora letto una riga di seppur parziale ravvedimento.

Il fatto è, per concludere, che sono cambiati i tempi, e non puoi pensare di attirare consensi e comprensione attaccando a spada sguainata persone, come ad esempio Albergoni, allo stesso modo in cui 10 o vent’anni fa - allora giustamente - attaccavi ben altri personaggi della politica locale.

In attesa di una tua risposta che non dubito sarà "amabile" come da tuo costume.

Mirko Nones

Replica/risposta

Sia chiaro: non siamo un organo di partito

A questi interventi riteniamo di dover rispondere collettivamente come redattori e collaboratori di  Questotrentino.

Ci sembra infatti inaccettabile che un giornale che riesce per vent’anni - con stagioni politiche diverse e per qualche aspetto capovolte - a mantenere la propria indipendenza, autonomia e capacità critica venga liquidato come megafono di difficoltà caratteriali del suo direttore, cercando di rispondere con la delegittimazione di una persona e di un collettivo all’esercizio della critica, magari dura, nei confronti dell’operato della sinistra e dell’Ulivo al governo.

E’ certo che un giornale che ha come prevalente riferimento dei suoi redattori e dei suoi lettori i mondi della sinistra, aveva vita più facile quando si trattava di esprimere giudizi e stroncature di governi che la sinistra combatteva e di cui comunque non era parte. Nello svolgere una funzione critica è capitato a tutti di andare sopra le righe. Ma è un rischio che è inevitabile correre per non ridursi ad allineati cantori di un pensiero piatto e trasformista che renderebbe la funzione e lo sforzo di questo giornale inutile o addirittura dannoso.

Lo ribadiamo con forza:

Questotrentino non è un organo di partito. Non lo è nemmeno se alcuni dei suoi collaboratori sono anche militanti dei DS. Al contrario, pur fra numerose difficoltà dovute a vecchie diffidenze, Questotrentino sta cercando di diventare un giornale sempre più aperto. Aperto a contributi diversi, espressione plurale di un mondo plurale; e questo - seppur in modo ancora insufficiente - ci sembra testimoniato dalle diverse storie e sensibilità di chi oggi su Questotrentinoscrive; un processo, per di più, in crescita in questi ultimi mesi.

Due anni or sono, rispondendo all’appello dell’Associazione Amici di Questotrentino, il giornale è stato di volta in volta definito utile, necessario, indispensabile, e quelle sollecitazioni a continuare ci sembrano ancora attuali.

A meno di non arrendersi ad una realtà che continua a non piacerci e che non abbiamo rinunciato a cambiare.

Roberto Antolini, Renato Ballardini, Stefano Benati, Silvano Bert, Luigi Casanova, Carlo Dogheria, Stefano Giordano, Michele Guarda, Sandra Matuella, Walter Micheli, Antonio Mura, Ettore Paris, Luca Petermaier, Daniele Valersi, Stefano Zanella, Alessandra Zendron