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Truffe e trappole

Giovani in cerca di lavoro: un percorso molto accidentato.

Silvana, che abita in un paese della Vallagarina, ha un’aspirazione abbastanza insolita: diventare pilota d’aereo, e crede di aver trovato la strada per realizzare il suo sogno, anche se a caro prezzo. Il corso che dovrebbe garantirle un attestato indispensabile a trovar lavoro costa infatti 6 milioni, ma data la natura di quell’attività, la cifra non le appare sproporzionata. Il tutto comincia bene: la parte teorica del corso sembra una cosa seria. Ma quando si passa alla pratica, casca l’asino: tutto si riduce ad una gita a Fiumicino e a un giretto per aria; dopo di che, evidentemente, l’attestato che riceve risulta più o meno carta straccia. Soldi buttati, dunque.

Ecco una prima tipologia di trappole da evitare da parte dei giovani in cerca di occupazione: i corsi di formazione. Ce ne sono per tutti i mestieri "emergenti" (animatori turistici, disc-jockey, indossatrici, esperti di informatica, attori...), spesso hanno costi non indifferenti e tuttavia attraggono molte persone perché - in maniera più o meno esplicita - promettono come sbocco finale un inserimento lavorativo. Il che spesso non avviene.

A volte si tratta di autentiche truffe, in altri casi il giovane si è lasciato abbindolare da espressioni equivoche, e qui può essere più difficile far valere le proprie ragioni. Da qui una prima avvertenza, peraltro sempre valida quando ci sono dei soldi da sborsare: prima di firmare qualunque contratto, leggere molto attentamente ogni parte e soprattutto le clausole scritte in piccolo. E poi - anzi, prima - è bene informarsi se, per quel medesimo campo di attività - non esistano dei corsi gratuiti; che senza garantirvi chimerici posti di lavoro sicuri, vi forniranno però delle utili competenze senza brutte sorprese.

Per prendere la fregatura - è bene ricordare - non è necessario incappare nel truffatore, basta un furbacchione, sul quale, poi, è arduo rivalersi se nessun articolo del codice penale è stato infranto.

Qualche esempio? Da alcuni anni si va dicendo ai giovani che devono rinunciare al sogno del posto fisso, che devono "inventarsi un lavoro", diventare imprenditori di se stessi; e molti ci provano. Ad esempio col sistema della vendita di prodotti a domicilio; un tempo questo sistema interessava soprattutto le casalinghe, che radunavano nel salotto di casa amiche e conoscenti alle quali cercavano di smerciare cosmetici e prodotti per la casa che avevano acquistato dalla ditta produttrice. Ora il campo di azione si è ampliato: si vendono in questo modo perfino prodotti di informatica, e a restarci impegolati sono dei giovani che, solo dopo aver sborsato cifre considerevoli per comperare la merce, si accorgono di quanto sia difficile non solo guadagnare, ma anche solo rifarsi delle spese; e alla fine, ritrovandosi con una montagna di costoso materiale invenduto, non vedono altra via d’uscita che tentare di passare la fregatura a un amico illudendolo con la prospettiva di un facile profitto.

Discorso analogo vale per il più antico lavoro a domicilio, quello che comporta l’acquisto di materiale da assemblare (perle per collane, pezzi per comporre giocattoli, ecc.). Ci sono infatti ditte promotrici che d’improvviso spariscono nel nulla e a quel punto l’investimento si rivelerà inutile.

Ultimamente sono poi di grande attualità le macchinette dei videogiochi e del video-poker: abbagliati dalla possibilità di lauti guadagni, molti non valutano abbastanza i costi non indifferenti per l’affitto o l’acquisto delle macchine, o non si rendono conto che, perché le mirabolanti promesse di chi propone l’affare diventino realtà, occorrono alcune condizioni non sempre possibili, come ad esempio la localizzazione di queste apparecchiature nel posto giusto. Ma non è certo chi propone l’affare a mettere in guardia sui rischi...

In conclusione, alcune ulteriori sintetiche avvertenze che è bene ricordare quando si è in cerca di lavoro:

- Gli uffici pubblici assumono esclusivamente per concorso o per chiamata diretta tramite le sezioni circoscrizionali per l’impiego (gli ex uffici di collocamento). Dunque, chi vi promette altri canali possibili, in realtà vuole solo spillarvi dei quattrini.

- Diffidate di chi offre lavoro tramite telefonate al 166 o a numeri esteri. La sola certezza è quella di una bolletta gonfiata.

- Alcune agenzie poco serie promettono - dietro versamento di una somma - l’inserimento del vostro nome in una banca-dati con l’obiettivo del posto di lavoro. Ma spesso il solo scopo e il solo risultato che esse perseguono è il versamento da parte vostra della quota associativa.

E per finire, una preghiera rivolta ai giovani: rinunciate a "lavori" che mirano a trarre in inganno dei vostri coetanei con false interviste e sondaggi di opinione, che in realtà mirano a far firmare dei contratti per l’acquisto di enciclopedie o simili.

Ricordate che comportamenti di questo tipo possono comportare denunce penali che probabilmente non condividerete con la ditta per cui lavorate (la quale certamente negherà di avervi suggerito quel trucchetto), sicché sarete i soli a dover rispondere di truffa o raggiro.

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