Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 9, 29 aprile 2000 Servizi

Una deprimente campagna elettorale

Le elezioni in Fassa: le intimidazioni ai candidati, gli impianti sciistici come tema dominante, l’assenza delle tematiche sociali. Nella valle col più basso indice di scolarità del Trentino.

Canazei. "Qual è il primo provvedimento che andra ad assumere in caso di elezioni?" - Ci sto pensando, ma adesso è troppo presto per anticiparlo-.

Mazzin. "Il Comune è piccolo, ma abbiamo in mente alcune grosse idee per i prossimi anni, anche se in questo momento non ci sembra il caso di fare anticipazioni".

Due esemplari dichiarazioni alla stampa di candidati a sindaco della val di Fassa: nei contenuti è chiaramente esposta la filosofia dell’amministrare che vi è sottesa: la campagna elettorale è letta solo come strada per raggiungere un posto di comando, gli obiettivi amministrativi reali sono solo un optional che la popolazione non è tenuta a conoscere, il programma presentato un rito burocratico che deve essere soddisfatto perché richiesto dalla legge elettorale.

La lettura dei programmi dei candidati a sindaco nei comuni di Fassa è desolante. In tutti domina l’attenzione alla monocultura turistica ed in particolare agli interessi degli impiantisti: mercato ed economia sono le attenzioni prioritarie. In tutti manca una riflessione, che non sia slogan o retorica, sulla reale situazione sociale del vivere in valle.

Giovani, formazione scolastica, cultura, disagio sociale ed emarginazione (punti dolenti della ricchissima Fassa), politiche di rispetto per gli anziani, qualità del lavoro, sono aspetti marginali nei programmi, e in ogni caso verso questi settori non sono visibili scelte di campo convincenti e alternative.

Moena è il centro che ben riassume questa situazione di decisa involuzione sociale. Nel centro più importante di Fassa il motivo dominante del contendere è quello di "fare le scarpe" al sindaco storico, Ilario Bez. Non importa come, con chi ci si trovi a viaggiare: importante è cambiare il timone. Ed ecco nascere una lista con candidato a sindaco il presidente dell’APT di ambito, Riccardo Franceschetti, ed un insieme di candidati che copre tutte le culture politiche: da quella missina fino a quella della sinistra, con i rappresentanti del percorso speculativo di Moena accanto ad ambientalisti. Come mai Bez, una persona semplice, capace di tanta e sincera carica comunicativa, ha acceso in paese un contrasto tanto forte da unire un tale insieme di culture opposte?

Perché Moena, la fata delle Dolomiti, si dice che da vent’anni dorma. Non si è assistito a progetti di sviluppo sociale, il paese sembra narcotizzato, non si sono aggrediti problemi ormai drammatici: traffico, parcheggi, viabilità, giovani...

Ma non è poi tanto vero che Moena abbia dormito in questi lunghi anni: la speculazione edilizia ha trovato sempre risposte positive e il Centro polifunzionale Navalge è stato costruito, anche se ora non si sa come ultimarlo, nonostante i 18 miliardi già spesi. Ne servono un’altra decina, ma i soldi non ci sono né in Comune né in Comprensorio né in Provincia. Quello che tutti sapevano sarebbe stata un’inutile struttura che avrebbe portato solo deficit e consumo di territorio pregiato sta portando problemi ben più pesanti.

La circonvallazione ormai finanziata dalla Provincia (lo ricordiamo: 150 miliardi il costo previsto) non risolverà il problema del collegamento diretto della discesa da Passo San Pellegrino verso Fassa e avrà un impatto ambientale devastante.

Questi non sono errori imputabili solo a Bez, sono stati accettati e voluti anche da chi oggi imposta una campagna tanto aspra nei suoi confronti; anzi, questi avversari si propongono di allargare l’attacco al territorio naturale del paese con la proposta del campo di golf in terreno paludoso e con un programma privo di obiettivi basati sulla cultura, sull’impulso alla socialità e al turismo alternativo. Chiunque sarà vincitore a Moena non riuscirà, viste le aspettative, ad offrire risposte alte alla comunità.

La terza lista, guidata dall’assessore alla cultura uscente, ora aspirante sindaco, una olandesina dal forte carattere, non sembra in grado di opporsi a queste due corazzate, nonostante il suo programma risulti più umile, meno aggressivo e meglio articolato.

Canazei ci offre uno spaccato sociale ancora diverso. Ci troviamo nel paese simbolo dell’industria dello sci, dove il sindaco uscente Fernando Riz avrà come avversario solo Giorgio Debertol, l’energico ex sindaco di Mazzin, costretto alle dimissioni nel suo paese in quanto abbandonato dai suoi stessi compagni di lista, che non accettavano i comportamenti offensivi che egli metteva in atto nei confronti della minoranza, comportamenti che erano sfociati in denunce e querele.

A Canazei è clamorosa, ma significativa, l’assenza dalla competizione dell’architetto Enzo Soraperra (vedi in proposito la sua lettera a pag. 8). Di lui ricordiamo, alla fine degli anni Ottanta, la grande battaglia contro le circonvallazioni dei paesi di Fassa, Canazei in particolare, la sconfitta maturata contro Riz nel 1995 per pochissimi voti, e le proposte recenti di rilancio dello sviluppo della Marmolada, il gigante addormentato.

Soraperra ha lamentato pressioni sui suoi possibili candidati di lista, promesse di attenzioni amministrative particolari e mirate, coercizioni, timori di ritorsioni nel proprio ambito aziendale, un insieme di comportamenti insomma che lo ha privato di personalità importanti. Sono accuse pesanti, che abbiamo letto anche in analoghe situazioni in val di Fiemme: Varena e Capriana sono i casi più emblematici, ma non i soli.

Quanto accade in questi piccoli comuni - lo ripetiamo ancora una volta - deve far riflettere il legislatore che si ostina a ritagliare poteri forti ai sindaci e a svilire il ruolo di controllo delle minoranze, togliendo loro garanzie sulla possibilità di svolgere il compito di controllare il rispetto dei principi democratici. Questa situazione è la stessa che stanno vivendo quei pochi ladini che hanno avuto il coraggio di uscire allo scoperto nell’opporsi alla costruzione degli impianti in val Jumela: intimidazioni sul posto di lavoro, offese, calunnie, attacchi personalizzati.

Nei piccoli comuni, in questi luoghi lontani da Trento, ci vuole poco a costruire un clima di omertà, di timore. Si allungano i tempi delle concessioni edilizie, si commettono tanti piccoli abusi, si nega, si ritarda... Vittime di tali situazioni non sono mai personalità importanti, ma persone comuni: dipendenti, artigiani, piccoli commercianti. I quali non si sentono garantiti nei loro diritti, non trovano difensori efficaci, e quindi hanno una sola scelta possibile: l’opportunismo, lo schierarsi con chi si immagina risulterà vincitore.

Quando un’opposizione nasce, poche volte trova un fondamento programmatico: le diversità e il confronto si basano per lo più su un semplice scontro personalistico, su rancori a volte feroci.

Altri dati accomunano Fassa: tutti i programmi sono succubi della cultura dello sci. Anche laddove troviamo sindaci capaci - vedi Soraga - non c’è il coraggio di opporsi ai grandi poteri o a scelte sbagliate compiute da altre amministrazioni. Oggi lasciamo fare Navalge a Moena, pur sapendo ch’è una sciocchezza e domani facciamo il favore a Pozza con gli impianti in val Jumela, così dopodomani potremo riscuotere anche noi la nostra cambiale, imponendo alla giunta dei sindaci qualche altra fantasia: ovviamente sempre realizzata con un massiccio intervento finanziario pubblico...