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Il pàtè dell’orrore

Come si torturano le oche per una prelibatezza non proprio indispensabile. Da "Urlo" mensile di Ancona

Frascaroli Igor

Per la LAV, la lega anti-vivisezione che da anni lavora per la tutela ed il rispetto dei diritti degli animali, le battaglie sembrano non finire mai. Infatti, alle numerose campagne di protesta contro il maltrattamento degli animali che nel corso degli anni sono state portate avanti, ottenendo spesso dei risultati più che soddisfacenti (lo slogan "Rinuncia alla pelliccia come atto d’amore" che ha portato alla chiusura di oltre cento allevamenti di animali da pelliccia; oppure la lotta contro l’abbandono degli animali domestici, solo per ricordarne alcune) va ora aggiunto il grande impegno con il quale la LAV si sta battendo per abolire la produzione del "foie gras" (fegato grasso).

Si tratta di un particolare e abbastanza pregiato alimento, noto in Italia come pâté di fegato d’oca, costituito per l’appunto da fegato di oche e di anatre gonfiato in modo abnorme a seguito di un metodo d’alimentazione denominato "gavage" (ingozzamento), che causa in questi animali l’insorgere di una malattia del fegato chiamata steatosi epatica.

Il trattamento dura dalle due alle 4 settimane, durante le quali le povere oche sono sottoposte ad una tortura senza eguali: gli viene infatti letteralmente sparata nel gozzo una palla di mais cotto dal peso di 400 grammi, causando così all’animale lo scoppio del fegato per l’eccessivo cibo ingurgitato. Il fegato malato viene poi utilizzato appunto per la produzione del foie gras.

Oltre tutto, prima della straziante operazione appena descritta, le oche allevate a tale scopo sono tenute confinate in gabbie di rete metallica delle dimensioni di 25x15 centimetri, dove è impossibile il movimento e dove le bestiole sono private delle più elementari esigenze naturali.

La situazione negli allevamenenti intensivi è veramente insopportabile per i poveri animali che, sottoposti ad uno stress incredibile, si lasciano spesso andare a episodi di vera e propria isteria, che vengono puniti dagli allevatori con il taglio del becco e delle unghie. E va ricordato che il becco è il principale organo di senso di questi animali e quindi la sua mutilazione provoca sofferenze per tutta la vita.

La Francia è uno dei principali paesi produttori ed importatori di foie gras e l’Italia è uno dei maggiori acquirenti, (solo nel 1995, infatti, sono stati importati circa 10.000 kg. di fegato d’oca, stimando intorno a 25.000 il numero di oche torturate e uccise per soddisfare la domanda italiana).

La LAV, invita ad eliminare il consumo di paté, tra l’altro un prodotto assolutamente non indispensabile per la nutrizione dell’uomo, in quanto alimento pregiato, spesso usato dai ristoratori per rinfreschi ed antipasti.

La diffusione di queste informazioni e la descrizione dei metodi con i quali si arriva al confezionamento del foie gras, deve servire come deterrente per chi si apprestasse all’acquisto o al consumo di paté. "Ingozzate di indifferenza, ingozzate di sofferenza" - recita lo slogan lanciato dalla LAV per questa campagna. Sta a noi prendere consapevolezza e rifiutare di mangiare il foie gras

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