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QT n. 1, 13 gennaio 2001 Servizi

14 miliardi per guastare il paesaggio

l discutibile progetto per il nuovo convitto dell’Istituto Agrario di S. Michele. Eppure un’alternativa c’era...

Una pioggia di miliardi sta per scendere sull’Istituto Agrario di S. Michele: risorse che saranno utilizzate per importanti ristrutturazioni, ampliamenti e perfino per costruire due nuovi campi sportivi, il più grande dei quali sarà poi girato al comune che lo metterà a disposizione della locale squadra di calcio. Dieci miliardi serviranno per costruire il nuovo convitto della scuola (all’Istituto Agrario 132 studenti che vengono dalle valli più lontane trovano anche alloggio), completo di vari servizi, compreso un piccolo campo da calcio.

Il vecchio convitto è stato chiuso da oltre due anni e gli studenti che soggiornavano nelle austere stanze del convento agostiniano, bisognoso di restauro, sono al momento ospitati in un albergo di Salorno e trasportati giornalmente a S. Michele con un servizio di autobus. Costo annuale complessivo della trasferta: circa 800 milioni. Il nuovo convitto sorgerà sull’attuale campo di calcio, per altro in ottime condizioni, che pur essendo di proprietà dell’Istituto, è utilizzato dalla locale squadra. Per cui, prima di costruire il convitto, dovrà essere realizzato il nuovo campo sportivo con un costo aggiuntivo di 4,3 miliardi. Il campo sarà pronto fra un paio d’anni, il che comporta, visti i costi della trasferta a Salorno, un onere aggiuntivo di oltre un miliardo e mezzo.

Il nuovo convitto, una costruzione moderna di 15.000 mc. (paragonabile a un condominio di 40 appartamenti) sarà edificato a poche decine di metri dall’antico convento agostiniano, originaria sede dell’Istituto Agrario fondato da Cecco Beppe nel 1874 e, come già detto, destinata a radicale restaruro. Il monastero fortificato, documentato a partire dal 1145, sorge sullo scoglio roccioso che sbarrava la valle atesina e controllava la strada all’imbocco della val di Non. Fu convento dei padri agostiniani e ospitò per alcuni giorni l’imperatore Massimiliano I, che allora concesse a S. Michele il titolo di borgata.

La nuova costruzione del convitto, alta e voluminosa, le cui dimensioni risulteranno sottolineate dalla posizione collinare, cancellerà definitivamente, oltre al sottostante campo sportivo (che vale pur sempre qualche miliardo) una delle vedute più caratteristiche dell’Istituto Agrario.

Ma perché questa costosa girandola di interventi? Non esistono alternative? Abbiamo tentato, inutilmente, di chiedere informazioni prima agli uffici e quindi alla Presidente del Consiglio di amministrazione della struttura, ma la risposta lapidaria è stata: rivolgetevi alla Provincia: sono loro i proprietari. Sarebbe stato utile capire perché il progetto del 1990, che prevedeva di collocare il convitto in una posizione forse più paesaggisticamente defilata non è stato preso in considerazione o comunque scartato.

Il problema non è nuovo: su richiesta dell’allora direttore dell’Istituto, prof. Attilio Scienza, la Giunta provinciale dell’epoca aveva già approvato un progetto, con tanto di plastico, che collocava il nuovo edificio dietro la parte moderna dell’Istituto, quella che ospita le aule scolastiche e i laboratori. Poi era sorto il sospetto che nell’area destinata alla costruzione vi fossero dei ruderi di interesse archeologico e di lì a poco la stessa Giunta provinciale bloccò tutto. Recentemente abbiamo sentito il dott. Ciurletti, responsabile dei Beni Archeologici della Provincia il quale ha precisato che la riserva su quel sito venne sciolta quasi subito, all’inizio degli anni ‘90, in quanto le successive indagini non avevano appurato la presenza di reperti. Paolo Perlot, che fa parte del C.d.A. dell’Istituto da quasi dieci anni, conferma di non aver mai sentito parlare di progetti alternativi a quello recentemente approvato, ma questo non esclude nulla: "A noi - afferma - non vengono certo sottoposte tutte le questioni in discussione". Perlot si dice in ogni caso preoccupato per i tempi lunghi connessi al più recente progetto e per le conseguenti pesanti spese di affitto della struttura di Salorno. Altri si sono chiesti se il nuovo convitto non potrebbe trovare ospitalità all’interno dei volumi, opportunamente trasformati che attualmente sono poco o per niente utilizzati, come la stalla e i magazzini dell’Istituto. Il tutto per risparmiare terreno prezioso che verrà consumato dal nuovo campo sportivo, parcheggi, servizi e strade. Se poi si alza lo sguardo e si considera la sola questione dei campi da calcio, si scopre che in pochi chilometri ci sono o ci saranno (considerando anche quelle in costruzione) sei strutture del genere: due a Mezzolombardo, due a Mezzocorona, due a San Michele, con società sportive che entro pochi anni, dovranno, se non altro per motivi demografici, giungere a profonde sinergie se non addirittura alla fusione.

E che si dice in municipio? Il Comune di S. Michele prende atto, anche se storce il naso. La dislocazione delle opere non entusiasma la nuova giunta comunale che ha provato a convincere l’Istituto e la Provincia dell’inopportunità dell’iniziativa. Poi il boccone è stato ingoiato in cambio del finanziamento di un attraversamento pedonale dell’Adige. Che tutto fosse già deciso ce lo conferma Francesco Chiettini, consigliere della precedente amministrazione: "Ho fatto presenti i miei dubbi sulla dislocazione del nuovo convitto ma Provincia e Istituto Agrario hanno escluso altre ipotesi."

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