Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 1, gennaio 2009 Monitor: Cinema

Addio, George, disse l’alieno

Film: “Ultimatum alla terra”

Ultimatum alla terra

Siamo alle solite. Gli extra-terrestri (in questo caso: uno solo) ci invadono. Nel 1951, un alieno scendeva sulla Terra per metterci in guardia rispetto al rischio della proliferazione degli armamenti atomici e della divisione del mondo in due blocchi. L’avviso, già allora, si trasformava in minaccia: se non la smettete di costruire bombe (e di creare forse un giorno problemi alla pace cosmica), interveniamo noi. E vi annientiamo.

Il recente remake di Scott Derrickson aggiorna pesantemente l’originale di Robert Wise. Nel 2008 l’alieno (Keanu Reeves) che scende sulla Terra ha già deciso di eliminare la specie umana, perché alle varie razze galattiche dispiacerebbe che il pianeta Terra fosse reso inabitabile. Per cui bisogna far sparire chi rischia di renderlo tale. Il problema non è dunque più la corsa agli armamenti, ma il rapporto dell’uomo con l’ambiente in cui vive. Keanu Reeves è, se vogliamo, un ecologista integralista. Alla fine, per fortuna, frequentare gli umani gli fa cambiare idea.

Il presupposto di partenza del film è invero un po’ sciocco: un alieno si fa un viaggio interstellare per raggiungere la Terra con l’intenzione di far sparire gli umani e alla fine rivede la sua decisione e decide di non farne niente. Eppure i marziani avevano anche mandato dei loro osservatori a studiarci per anni (giudizio degli extra-terrestri sugli umani: simpatici ma dannosi, vanno sterminati). La fase preparatoria l’hanno di certo gestita male. Ci saremmo aspettati da questi intelligentissimi e potenti alieni un’inchiesta più scientificamente fondata. Anche da distanze astrali poteva essere chiaro a sufficienza: gli umani sono sconclusionati e autolesionisti, ma affettuosi e appassionati delle cose della vita (anzi, Hollywood ci dice con precisione: capaci d’amore).

La reazione politica dei terrestri all’inattesa visita è piuttosto scomposta. La segretaria di Stato USA vuole usare la forza anche quando è evidente che l’alieno è molto più forte di noi. La politica, per l’ennesima volta, non si dimostra all’altezza dell’emergenza. E per l’ennesima volta assistiamo a un film di fantascienza che è un remake di pellicole (o è ispirato a romanzi) degli anni Cinquanta: compaiono nella cinematografia degli anni Duemila il remake di un film del 1956 ("La guerra dei mondi", 2004), del 1953 ("Invasion", 2007), l’adattamento di un libro del 1954 ("Io sono leggenda", 2008); in "Cloverfield" (2008) compaiono mostri in stile-Godzilla (1954), eccetera eccetera.

Il ritorno di queste atmosfere anni Cinquanta è certamente attribuibile al clima politico e culturale creato in America e nel mondo dalla presidenza di George W. Bush. La sua dipartita renderà difficile, nel futuro prossimo, poter riproporre nel cinema di genere hollywoodiano stereotipi che vengono dritti dritti dalla paranoica, incupita, greve, ingenua fantascienza dell’epoca della guerra fredda. Hollywood sembra voler simbolicamente incaricare l’alieno Keanu Reeves di chiudere un’epoca, di dire addio a George W.

Siamo scampati alla distruzione. Gli alieni continueranno a visitarci, e ce ne saranno di certo ancora di feroci e aggressivi. Da spettatori, è quello che desideriamo. Ma vogliamo degli alieni diversi. Non più quelli degli anni Cinquanta che la politica di George W. Bush aveva reso redivivi.

Parole chiave:

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.