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L’onnipresente, ossessionante Jovanotti

Pasquale De Mattheis

Ci hanno scritto e telefonato molti utenti trentini non solo dal capoluogo, ma anche da Riva del Garda, Rovereto, Levico, Pergine, Malè, Molveno, Pinzolo, Folgaria per protestare circa l’incredibile esposizione mediatica del cantante Jovanotti, al punto da indurci ad aprire un osservatorio per la qualità dei programmi TV. Alcuni ci hanno addirittura parlato di 38 apparizioni TV nell’arco di appena 7 giorni da parte del cantante romagnolo.

Ciò che ha maggiormente colpito e lasciato perplessi i consumatori che ci hanno contattato è stato come sia riuscito il bravo Lorenzo Cherubini a piegare le reti televisive al suo volere, strumentalizzando i canali e cancellando la pluralità e la varietà dell’offerta televisiva. E lo zapping parla chiaro. Il telecomando si sintonizza su un determinato canale e c’è lui in camicia e pantaloni oversize a intonare "Salvami". Si cambia rete e c’è ancora lui, magari in un programma pre-registrato. Spegniamo la televisione per riaccenderla mezz’ora dopo e toh, chi becchiamo? Ma ancora lui a lanciare proclami contro la guerra. Da Panariello al TG dei ragazzi di Rai 3, da "La prova del cuoco" al "Costanzo Show", da Cucuzza a "Striscia la notizia", da Marzullo a Magalli, da "Le iene" a "Cominciamo bene ", da Vespa fino alle TV satellite e via internet.

Quello di Jovanotti è stato un vero tour de force: egli ha saputo trasformare la TV nella sua personale agenzia pubblicitaria. La volontà e la libertà di scelta del telespettatore è stata quasi annullata, a danno della qualità complessiva di un’offerta televisiva che si impoverisce di giorno in giorno.

Sia ben chiaro che nessuno ha criticato il messaggio lanciato nella sua canzone, che può essere condivisibile o meno, ma quello che ha lasciato allibiti è stato il suo strumentalizzare le reti televisive per meri scopi di marketing, in contrapposizione all’immagine freak che ha saputo costruirsi nel corso degli anni, ed è questo ciò che ha determinato le accese proteste e le vivaci rimostranze dei consumatori, che si sono rivolti alla nostra associazione, esprimendo il loro disaccordo con l’iniziativa del cantante.

In base alle lettere e alle telefonate che abbiamo ricevuto, il 25% degli utenti considera Jovanotti un "abile imprenditore musicale e non un cantante "; il 17% lo considera " retorico"; il 10 % sostiene che il cantante "utilizza la questione della guerra per guadagnarci sopra"; percentuali inferiori definiscono Jovanotti "pubblicitario", "mercante", "ipocrita" e addirittura qualcuno "il Berlusconi della musica". Ciò che conta, alla fine, è constatare che della sua canzone e del messaggio incluso nel testo non resterà assolutamente nulla, cancellato dalla sovraesposizione mediatica che lo ha visto protagonista.

Infine occorre anche evidenziare come dal veloce sondaggio condotto si evince che gli utenti non ci stanno alla manipolazione televisiva e in qualche misura sono disposti a ribellarsi e a far sentire la propria voce anche in questo campo.

Pasquale De Matthaeis
del Codacons

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